Siamo veramente agli sgoccioli

La rissa tra i componenti del Governo ha superato ogni limite di tollerabilità. Anche se è probabile che Sergio Mattarella, dopo aver approvato (o subìto) nuove forme per conferire l’incarico di dar vita ad un Governo, escogiterà (o subirà) una regola, una forma balzana per mandare i governanti a casa. Non sarà facile il suo compito nei prossimi mesi.

Non è mancata, anche in questa fase terminale, qualche particolare grottesco degno di nota. Giuseppe Conte si è inalberato quando lo hanno accusato di non essere un “mediatore equanime”. Scordandosi che, se veramente si sentiva e si sente investito delle funzioni di “mediatore”, non si è reso conto di aver accettato il ruolo di presiedere un Governo e non di dirigere un incontro di boxe.

Le anomalie (a voler essere indulgenti) della formazione di questo Governo riemergono e si moltiplicano. Incaricato di assumere formalmente l’incarico di formare il Governo, Conte, in effetti, fu incaricato di coprire come una figura vuota una “diarchia” già in partenza rissosa. Ed è andata come doveva andare. Mattarella sfodera il broncio istituzionale (è in corso una simile fase) per fatti gravi, ma che sono un nonnulla di fronte alla ben più grave realtà che in sé è quella di avere un Governo del Capitan Fracassa Salvini e del giovane pretino in carriera. Con uno sciame di Toninelli.

Le risse che si sono accese per ognuna delle scelte di questo cosiddetto Governo si sono placate solo perché le materie del contendere si sono sgonfiate, sono fallite risultando essere solo ridicoli oggetti da propaganda elettorale. E sono rimaste com’erano. Insolute.

Governo degli “Amici del Bar dello Sport”. Governo di inetti e di vanagloriosi. Dio non voglia che un Governo simile da comico non diventi rapidamente, prima che Mattarella trovi una nuova procedura per licenziarlo, diventi, dicevo, tragico. Quale che sia l’esito del voto, il Governo è finito. Del resto si vota con l’unico interrogativo in ordine alla proporzione dei voti tra le due componenti della “alleanza” (trattenete la risata) contrapposto al vuoto, quello veramente tragico, dell’opposizione.

Occorre andare a votare, perché la responsabilità di quello che accadrà non sia scaricata sulla gente, sugli elettori pigri e distratti. Francamente io non ho ancora deciso per chi voterò. Dovrò farlo, comunque “tappandomi il naso”, come disse Indro Montanelli. E non credo che me lo dovrò tappare di più o di meno a seconda di come mi ridurrò a votare. Eppure gravi sono gli effetti diretti ed indiretti del voto. Ma non si cava sangue dalle rape. E qui mancano persino le rape.

Aggiornato il 24 maggio 2019 alle ore 11:20