Cinque Stelle: giù le mani dalla Difesa

lunedì 3 giugno 2019


Stavolta non ce l’abbiamo solo con i grillini. Fin dai tempi di Esopo e della favola dello scorpione e della rana si sa che non si può cambiare la natura delle persone e, per estensione, quella dei gruppi umani nei quali individui ideologicamente affini confluiscono.

Stavolta, sotto accusa è l’indifferenza con la quale Matteo Salvini sta assistendo, senza muovere un dito, allo scempio che dei concetti di Difesa e di Forze armate stanno facendo i pentastellati. La parata di ieri è stato l’ennesimo colpo al cuore. Il ministro Elisabetta Trenta ha fatto sapere che il suo “2 giugno” sarebbe stato dedicato all’inclusione. Di chi? Di cosa? Vengono i brividi solo a immaginarlo.

Ieri, la parata militare è stata abborracciata, quasi fosse una pratica da sbrigare velocemente. Forse che questo Governo abbia qualche problema con gli italiani in divisa? Cos’è questa buffonata del “peace and love” di cui ciancia un inadeguato ministro della Difesa? Per non dire dell’uscita propagandistica dell’ultrà comunista, radical buonista che siede al vertice della Camera dei Deputati. Roberto Fico ha dedicato la Festa ai migranti e ai rom. Una provocazione stupida. Ma anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non si è fatto mancare nei giorni scorsi una battuta infelicissima sulla Difesa. Nel corso di un intervento alla Cittadella della Pace il premier ha comunicato di aver disdetto l’acquisto di cinque fucili destinati all’esercito per usare il denaro recuperato a finanziare iniziative pacifiste. A chi gli faceva notare che non acquistando i fucili cinque nostri militari sarebbero stati meno sicuri, ha replicato seraficamente: “E va bene, andranno nelle retrovie a parlar di pace”. Se questo è il presidente del Consiglio, figurarsi il resto della pattuglia pentastellata al Governo e in Parlamento.

Ma il problema resta il non pretendere un cambio radicale di rotta nella conduzione del ministero della Difesa. Che vuol dire non volere mezza poltrona in più dopo il plebiscito dello scorso 26 maggio? Matteo Salvini dovrebbe notificare a tutta la compagnia grillina lo sfratto immediato da Palazzo Baracchini. Intendiamoci, non si tratta solo di inadeguatezza del ministro preposto. La questione è di fondo e attiene all’impianto culturale imposto dai pentastellati. C’è un atteggiamento negativo verso l’industria italiana della Difesa che si sta ripercuotendo, attraverso i tagli dei fondi economici, sull’ammodernamento degli equipaggiamenti e dei sistemi d’arma. Dicono che non ci sono soldi, al punto che, arrivati a fine maggio, non si sa nulla del rinnovo delle missioni militari all’estero scadute alla fine del 2018. Niente denari per l’addestramento dei reparti però, come rivela la rivista on-line “Analisi Difesa”, il 7 maggio scorso è stato organizzato a Pratica di Mare “un mega show simulando che uno tsunami investisse il litorale romano. L’obiettivo del ministro della Difesa era evidenziare, come spiegava lo slogan dell’evento, il Duplice uso sistemico: impiego innovativo delle forze armate al servizio del Paese”.

La verità è che nella testa di questo ministro della Difesa vi sia l’idea di trasformare le Forze armate in una sorta di Protezione civile rafforzata. Si tratta di una duplice bestemmia sia perché si tradisce lo spirito costitutivo delle Forze armate che si concretizza nella difesa attiva della patria, sia perché snaturandone la funzione costituzionalmente fissata si perde quel livello di professionalità elevatissimo raggiunto dai nostri uomini e donne in armi grazie al quale essi possono operare ai massimi livelli di sicurezza in tutti gli scenari bellici. Può capitare che i militari diano una mano, anche importante, in caso di calamità naturali, ma non è il compito per cui sono stati arruolati e addestrati e per il quale possono essere impiegati stabilmente. La mutazione genetica forzata che ha in mente la ministra grillina, ancorché un patetico tentativo di conversione al pacifismo terzomondista anni Sessanta-Settanta dei Cinque Stelle, è un pericolo per la sicurezza e per la credibilità internazionale del nostro Paese.

E fosse solo un problema di messinscene della Trenta. La questione è più grave. C’è in ballo il programma per il nuovo sistema di difesa aerea Camm Er (Common Anti-air Modular Missile Extended Range) del consorzio europeo Mbda, leader nella costruzione di missili e tecnologie per la difesa, in partnership con la Gran Bretagna. Come bene spiega la rivista “Analisi Difesa”, “Il Camm Er è necessario a sostituire gli attuali sistemi per la difesa aerea a corto e medio raggio di Esercito (Skyguard), Aeronautica (Spada) e Marina (Albatros), basati sui missili Aspide ormai obsoleti dopo 40 anni di servizio e che dovranno essere ritirati al più presto dal servizio”. Il programma, oltre che a garantire una maggiore protezione degli spazi aerei rappresenta un formidabile volano in termini tecnologici e occupazionali per il comparto dell’aerospazio italiano. L’investimento complessivo ammonterebbe a 545 milioni di euro da spendere tra il 2019 e il 2031.

Ora, da mesi i britannici sollecitano le autorità italiane a sbloccare i fondi che, al momento, sono fermi presso il ministero dello Sviluppo economico di cui è titolare Luigi Di Maio. È chiaro che i grillini non vogliano tirar fuori il becco di un quattrino, al punto che le stanno provando tutte pur di annullare i contratti in vigore con gli Usa per l’acquisto degli F-35 dei quali dovrebbero dotarsi l’Aeronautica e la Marina militare. E Salvini glielo lascia fare avendo appaltato ai grillini per contratto di Governo il capitolo Difesa?

La giornata di ieri ha registrato la protesta di tre generali che hanno disertato la parata pur di segnalare il grave impasse nell’ammodernamento tecnologico delle nostre Forze armate. Non è un caso che i tre generali dissidenti: Mario Arpino, Vincenzo Camporini e Leonardo Tricarico siano stati capi di stato maggiore dell’Aeronautica, segno che è in quel settore la maggiore perdita di competitività. Dopo l’indecente spettacolo al quale abbiamo assistito ieri per mano dei politici pentastellati rivolgiamo un invito ai leghisti: fate presto a togliere la Difesa dalle mani dei grillini e a cancellare quella boiata in stile fantozziana corazzata Potëmkin che risponde al titolo-slogan di “duplice uso sistemico” delle nostre Forze armate.


di Cristofaro Sola