Non è Berlusconi che ci ridarà una forza liberale

Qualche mese fa su “Il Giornale” potemmo leggere la solita notizia: “Silvio Berlusconi sta lavorando per rinnovare e rimettere in piedi “Forza Italia”.

Come? Potemmo leggere che il Cavaliere aveva ordinato non so quanti distintivi e rinnovava la prescrizione ai suoi di non dimenticare mai di portarli. Per il resto chiacchiere. Mi venne spontaneo commentare quell’opera di ristrutturazione “Tutte chiacchiere e distintivo”. Senza voler tirare in ballo Al Capone.

Oggi, mentre Giovanni Toti prepara la secessione per non restare fuori quello che sembra il trionfo della Destra, che però è la Destra di Matteo Salvini, di nuovo leggiamo che il Cavaliere “lavora”. Lavora non più a restaurare Forza Italia, ma a creare una Federazione di forze della Destra, cui Forza Italia dovrebbe dare la forza del pensiero, degli indirizzi etc. etc..

Se ho ben capito, nella “Federazione” dovrebbe essere incluso anche Salvini, con la Lega. Ve lo immaginate Salvini, al quale pare che il medico abbia prescritto di mandare all’aria ogni vincolo e che ci manca poco che faccia a legnate con i suoi alleati di governo, che in passato ha messo nell’angolo il Fondatore della Lega, il povero Umberto Bossi, che oggi pare faccia di tutto per sfasciare l’Europa, che ubbidisce a Berlusconi e, con le idee di Forza Italia, va a far parte nientemeno che di una Federazione di partiti di Destra? Una Destra che è attraversata da confini e fossati profondi, divisa tra sovranisti ed europeisti etc. etc..

Ma, poi, quale sarebbe la chiave di un tale edificio berlusconiano? “Tutti dovrebbe essere d’accordo su un punto fermo: dichiarare prima (delle elezioni) chi dovranno essere i ministri”.

Se c’è una cavolata che ancora non sia stata fatta nemmeno da quelli del clan dei “Casaleggesi”, è questa. Una cavolata che conferma che Berlusconi non ha mai concepito un partito politico se non come un “coso” per affrontare e vincere le elezioni. Non come l’espressione di una cultura, di ideali, come fucina di elaborazione di metodi e di profonda riforma; per vincere le elezioni, ma anche per sostenere i colpi della mala sorte e delle sconfitte, per far politica anche quando le elezioni non siano in vista. È una visione aziendalistica.

Non quanto quella dei Casale(gge)si, ma quanto basta per ingabbiare il pensiero e le aspirazioni di una parte dei cittadini in un meccanismo buono solo per fare liste, offrire candidature. Buono solo per vincere o per far finta di esistere tra un’elezione e l’altra. Ve la immaginate questa Federazione, che presumibilmente, poi, dovrebbe trovarsi qualche socio per essere maggioranza, che esibisce ed impone ad essa ed agli elettori i ministri che diventeranno così, contro il precetto costituzionale, eletti dal Popolo?

Probabilmente Berlusconi pensa che, benché tutti oramai ex da molto tempo, i suoi ministri da esibire farebbero “andare a riporsi” quegli strani personaggi “modello Toninelli” che oggi occupano i ministeri. Questa è un’altra manifestazione della incapacità di Berlusconi di concepire rapporti politici secondo lo spirito e la storia delle libere istituzioni e della Costituzione. È, infatti, anche un sostenitore del “mandato imperativo” ai parlamentari, cioè del divieto che giuridicamente impedisca loro di passare da un gruppo ad un altro. Sempre contro la Costituzione. Un rapporto “aziendale”, di dipendenza dal Capo. E questo è un uomo politico che (ogni tanto) si proclama liberale!

Auguriamo a Berlusconi lunga vita e nuovi successi politici. È certamente un uomo di livello notevole, ha dei grandi meriti ed è stato fatto oggetto di una vergognosa persecuzione. Di fronte a certa gente oggi al Governo è un gigante. Ma non è certo l’uomo dal quale avremmo potuto e potremo attenderci una rinascita del pensiero e del partito liberale. Salute Cavaliere!

Aggiornato il 10 giugno 2019 alle ore 10:36