Subito l’Imu al Papa che ci sogna poveri nomadi

giovedì 13 giugno 2019


Apocalittici manifesti e pubblicità in tivù lasciano intendere che, un mondo fatto di poveri migranti ingloberà in breve tempo anche le nostre esistenze. Un futuro senza prospettive, l’umanità evirata d’ogni speranza... in attesa (e per contrastare) ci chiedono di destinare l’8 per mille ad associazioni che, accogliendo oggi migranti e varia gente a “povertà irreversibile”, domani potranno occuparsi di noi inviluppati in un quotidiano che ci ha privati d’ogni certezza (casa, risparmi, pensioni, stipendi).

Ci spiegano che viviamo in un periodo storico in cui necessita non fermarsi, e per cavalcare la tigre necessiterebbe liberarsi d’ogni bene terreno, disponendo solo d’un bagaglio d’indispensabile per poter viaggiare: in pratica dovremmo adattarci per sempre a lavorare un mese a Londra, tre mesi a Kabul, due a Tunisi... ma non azzardarci a pretendere sicurezze in paesi ricchi e avanzati. Di fatto dobbiamo diventare nomadi per lavorare, senza più radici, elidendo legami con le origini ed ogni desiderio stanziale e familistico. Ecco che da un lato ci chiedono l’otto per mille, e dall’altro ci consigliano d’iniziare a considerare la povertà come opportunità. Questi millenaristi dell’età cibernetica sono il frutto d’una cultura francescana, d’una sorta di mai sopito pauperismo.

Non facciamo loro pubblicità né intendiamo denigrarli, essendo ancora tempo di dichiarazione dei redditi...vorremmo evitare d’essere querelati per averli danneggiati mentre questuano quattrini dallo Stato. Il loro grande sponsor è Papa Francesco, che non credo stia mettendo in povertà ed in condizione nomade i vertici del Vaticano. E francamente, accettiamo ogni critica, anche passare per imbecilli, ma vorremmo capire quali opportunità potrebbe mai aprirci la povertà, la miseria, l’indigenza. Non s’esclude che la fame e vari malori possano renderci palese il miraggio d’un regno celeste. Di fatto una visione, che forse lenirebbe lo stato d’animo prostrato. Impressiona anche come Papa Francesco sia schierato con le nazioni europee aguzzine dell’Italia: Lui che non è nemmeno cittadino europeo, che governa uno stato extra Ue. E fa non poco impressione il combinato disposto tra previsione di vita da poveri nomadi e le mire di Germania e compari (banche, immobiliari olandesi...) sui patrimoni italiani: l’immobiliare di Goldman & Sachs sta ingurgitando immobili in Italia come ieri in Grecia, nelle aste tre case vanno a G&S e le altre due se le divide l’intero mercato. Dell’opzione d’ipoteca iscritta presso la Bce su immobili pubblici e privati del Belpaese (ne avevamo scritto sia in epoca Monti che dopo). A questo punto noi si consiglia a chi governa di pretendere subito l’Imu sui patrimoni immobiliari del Vaticano, e per tappare i buchi di cui parlano i vari detrattori dell’Italia.

La prima mossa per uscire dall’accerchiamento è battere cassa con chi finanzia i manifesti delle varie associazioni pauperiste: perché queste ultime incassano l’8 per mille (milioni di euro per ogni ente morale) mentre l’Italia si fa scrupoli a chiedere il pagamento di Imu, Tasi e Tari al Vaticano. Quest’ultima (tassa sui rifiuti) il Vaticano la paga solo quando fitta a bar ed alberghi le strutture degli enti religiosi. I giornali tedeschi da anni ripetono che una corte europea starebbe monitorando il patrimonio italiano, quasi in fase prefallimentare: sappiamo che le maggiori banche tedesche hanno nei sotterranei (affidati per sicurezza) tesori italiani ed opere d’arte; riprendiamoci il nostro, prima che venga bollato come “riserva indisponibile” (è già toccato all’oro di Bankitalia depositato nei forzieri europei). È scoccata l’ora della sveglia, ed occorre un popolo unito perché soltanto salvando il patrimonio dell’Italia verrebbero messi al sicuro tetti, risparmi e pensioni degli italiani.


di Ruggiero Capone