Si vis bellum, para pacem

Si vis pacem, para bellum. Se vuoi la pace, prepara la guerra. Il motto latino sembrerebbe essere la più ragionevole chiave di lettura della recente evoluzione dei rapporti fra l’Italia e l’Unione europea.

Di qui, infatti, la mozione sui minibot (e la voluta ambiguità sulla loro natura), le sortite parlamentari sulle riserve auree della Banca d’Italia e, per ultimo, la proposta di legge per la riforma della governance di quest’ultima che affiderebbe al Governo ed al Parlamento la scelta del Direttorio della Banca centrale italiana e sempre al Parlamento la possibilità di intervenire sul suo statuto.

Di là, la miniriforma del bilancio dell’Unione e soprattutto la riforma del Meccanismo europeo di stabilità con la creazione di una prima linea di credito precauzionale attivabile anche senza condizionalità da Paesi che non presentano squilibri macroeconomici ma che ciò nonostante siano colpiti da attacchi speculativi e di una seconda linea di credito condizionata alla firma di un Memorandum of Understanding e ad una valutazione preventiva della sostenibilità del debito per i Paesi che dovessero averne bisogno (e non ci vuol molto per capire che l’Italia potrebbe avere accesso alla seconda ma non alla prima linea di credito).

Di qui, à la Varoufakis, tutto ciò che i nostri “piccoli chimici” immaginano possa servire se si dovesse mai pensare di immaginare l’uscita dall’euro e dall’Unione. Di là, tutto ciò che è pensabile mettere in campo per stendere un cordone sanitario intorno ad un Paese membro che per sua scelta finisse per diventare l’oggetto di un violento attacco speculativo.

Il tutto condito da affermazioni ripetute, in particolare da parte italiana, circa la volontà di cooperare ma, collaborare se, condividere purché.

E allora viene in mente quel che il segretario particolare di Napoleone Bonaparte, Louis Antoine Fauvelet de Bourrienne, scrisse nelle sue memorie: “Se Napoleone fosse stato un’autorità nella lingua latina, avrebbe probabilmente invertito il detto in si vis bellum, para pacem (se vuoi la guerra, prepara la pace)”.

Aggiornato il 26 giugno 2019 alle ore 10:54