L’ennesima finta

Non ci sarà crisi, anche oggi assisteremo alla ennesima finta da parte dei pentaleghisti sulla mozione grillina anti-Tav. Insomma, faranno la cosiddetta “mossa”, quel movimento dell’anca che rese famoso ovunque nell’avanspettacolo il personaggio di Ninì Tirabusciò, tanto è vero che soprattutto a Roma la mossa significa fare solo una gran scena e nulla più. Del resto ci hanno abituati a questi teatrini del ridicolo, in fondo anche oggi i pentaleghisti supereranno se stessi facendo votare un pezzo di governo contro l’altro pezzo. Per farla breve sulla Tav si andrà oltre l’incredibile.

Certo, più passa il tempo e più viene la rabbia a pensare al marzo 2018; sarebbe bastato un punto e mezzo forse due, in aggiunta, per consentire al centrodestra di governare bene il Paese, tappando la bocca a tutti quelli che auspicavano il contrario. Ciononostante, non finiremo mai di scriverlo, si sarebbe dovuto comunque consentire al centrodestra di ricercare in Parlamento quella maggioranza che probabilmente si sarebbe concretizzata. Impedirlo è stato un fatto politicamente grave che ha nuociuto al Paese e lo vediamo, parliamoci chiaro, stiamo pagando caro quello sbaglio, come paghiamo caro quel punto in meno a favore del centrodestra nel marzo 2018.

Verrebbe da dire veramente, “per un punto martin perse la cappa”, e talvolta nella storia basta davvero poco per sovvertire le sorti in modo devastante. Del resto in un anno e passa di pentaleghisti il Paese è sprofondato oltre che nel teatrino quotidiano, in una crisi economica che non sarà facile di sconfiggere quando finalmente questa maggioranza andrà a casa. Sia come sia, sulla Tav oggi al Senato non succederà nulla se non l’incredibile conferma di una alleanza assurda che blocca l’Italia e il Parlamento in modo ridicolo e vergognoso politicamente.

Come se non bastasse, si profila all’orizzonte il fantasma della finanziaria, sulla quale probabilmente si consumerà il duello finale fra le confusioni programmatiche di Matteo Salvini e di Luigi Di Maio. Non solo ogni giorno sentiamo proposte diverse e contrastanti dell’uno verso l’altro, ma assistiamo alla nascita di idee sulla Legge di Stabilità che da sole basterebbero per mandare di corsa a casa questo Governo.

Qui non si tratta esclusivamente di risorse che mancano per realizzare altre sciocchezze, come se non fossero bastate quelle del reddito di cittadinanza e di quota 100, si tratta di proposte in libertà che non hanno senso senza un programma di riforme in grado di concretizzarle. La flat tax infatti, inserita come una pezza a colori nell’architettura fiscale italiana, farebbe più male che bene, così come il salario minimo infilato a forza in una struttura salariale e contrattuale come la nostra, finirebbe per dare il colpo di grazia al costo del lavoro. Per non parlare della giustizia dove la follia sulla prescrizione voluta dal giustizialismo grillino rischia davvero di portare all’eternità sia i processi e sia i presunti innocenti, col risultato di trasformare le aule dei tribunali in aule degli incubi giudiziari.

Insomma, siamo messi male e non esistono più parole per sottolineare la condizione di pericolo nella quale ci siamo cacciati, a partire dall’impedimento ab origine ad un Governo di centrodestra dopo il voto dell’anno scorso.

 

 

Aggiornato il 07 agosto 2019 alle ore 11:35