Sconcertatevi, ma non convertiteci

La sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato non sempre punibile l’aiuto al suicidio, quando chi lo chiede versa in condizioni di estrema sofferenza, ha una malattia incurabile e in piena coscienza lo chiede questo aiuto, ha riaperto il solito fronte tra i contrari e i favorevoli all’eutanasia di stato. Io sarei tra questi ultimi e mi sento di dire ai vescovi, che giustamente dal loro punto di vista fanno titolare il quotidiano della Cei con la parola “sconcertati”, che hanno tutto il diritto di esserlo. Purché non tentino, abusando dello stato di diritto e cercando di piegarlo alle loro ragioni ideologiche, etiche e religiose con indebite pressioni sui partiti politici, di convertirci.

Perché alcuni di noi proprio non hanno alcuna intenzione di soccombere. E questo vale per l’eutanasia, ma vale anche per i migranti, per la legalizzazione delle sostanze stupefacenti e tante altre cose ancora. Insomma, “sconcertatevi” ma non convertiteci. Perché uno Stato laico ha tutto il diritto di scegliere le leggi che preferisce, entro il limite della Costituzione e della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, per difendere i confini, le libere scelte degli individui e i metodi per combattere il narcotraffico clandestino. Continuare a buttarla in caciara equivocando tra il peccato e il reato non funziona più.

La propaganda, le fake news e i ricatti etici lasciano il tempo che trovano. Gli italiani sono un popolo meno infantile di quanto viene dipinto da certi media interessati ad ingraziarsi i vescovi cattolici. Non siamo tutti disposti all’accoglienza misericordiosa dei migranti e a trasformare il Paese in un campo profughi, non siamo tutti disposti a ingrassare la mafia in eterno con lo stupido proibizionismo sulle droghe e non siamo tutti disposti a morire tra le sofferenze quando il destino o chi per lui ci condanna ad avere il nostro stesso corpo come prigione.

Sconcertatevi pure, ne avete il diritto, ma noi ce ne faremo una ragione. Perché proprio nella società della ragione ci piace vivere. Non in quella della religione. Capiamo la concorrenza sleale che fa l’Islam, ma non è un buon motivo per diventare tutti dei crociati. L’Europa ha un sostrato cristiano – che comprende anche il protestantesimo e il calvinismo – proprio perché nei secoli il cristianesimo ha permesso la separazione tra lo Stato e le confessioni religiose. Se ora dovessimo tornare indietro, allora staremmo freschi.

Aggiornato il 26 settembre 2019 alle ore 11:42