L’ultimo regalo a Matteo Renzi

mercoledì 9 ottobre 2019


Con il taglio dei parlamentari ha vinto l’anti-casta diventata, nel frattempo, casta. Nel varare la riforma costituzionale che riduce il numero di senatori e deputati, la casta dell’anti-casta ha blindato la legislatura e garantito la propria sopravvivenza politica ed economica per tutti gli anni che mancano alle future elezioni.

Sarebbe sbagliato indicare come componenti della casta dell’anti-casta solo i parlamentari del Movimento Cinque Stelle. La responsabilità diretta del provvedimento che costituisce l’ultimo attacco alla democrazia parlamentare ricade, ovviamente, sui grillini. Che in questo modo hanno scongiurato il fantasma ossessivo delle elezioni anticipate destinate a farli ripiombare in una vita di lavori precari e difficoltà economiche e che, almeno per quanto riguarda l’aspetto politico della vicenda, consente al M5S di continuare ad essere il partito di maggioranza relativa alla Camera ed al Senato pur avendo subito un drastico dimezzamento nel consenso popolare. Ma accanto alla casta dell’anti-casta guidata da Luigi Di Maio anche tanti altri esponenti degli altri partiti, che hanno votato il taglio dei parlamentari, vanno considerati come i privilegiati schierati a quadrato in difesa del proprio personale vantaggio. Costoro sono i nominati, i cooptati, i prescelti, quelli che non sarebbero mai entrati in Parlamento se non fossero stati nella manica cortigiana del leader del proprio partito e che, in caso di voto anticipato, sarebbero stati costretti ad abbandonare scranno ed appannaggio e tornare nel più deprimente ed assoluto anonimato.

A vincere, però, non sono stati solo quelli del partito del “tengo famiglia”. Perché la blindatura della legislatura, effetto diretto del taglio dei parlamentari, non avvantaggia solo grillini e nominati ma chi avrebbe avuto politicamente da perdere in caso di elezioni anticipate. In particolare quel Matteo Renzi contro cui i vari Franceschini e Bettini non possono più agitare lo spettro di un voto anticipato a cui Italia Viva non è preparata per tenerlo a freno e ridurne l’incidenza all’interno della coalizione governativa.

D’ora in avanti il più blindato di tutti è proprio Renzi. Che senza il pericolo di elezioni anticipate può divertirsi ad usare come meglio crede la golden share che ha conquistato e che tanto irrita il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Nei prossimi due anni ci sarà da divertirsi con le lotte interne del fronte governativo!


di Arturo Diaconale