Carfagna incoronata leader

mercoledì 23 ottobre 2019


Bianca Berlinguer, nel corso del programma “CartaBianca” del 22 ottobre, ha incoronato Mara Carfagna e l’ha incoronata leader politico. Quando si dice “i contrappassi della storia”: una donna dalle radici fieramente e convintamente comuniste si trova “costretta” a incoronare una donna dalle radici fieramente e convintamente liberali. Chi lo avrebbe mai detto? Eppure è accaduto in diretta televisiva. Ed è accaduto perché la Carfagna ha spiazzato e convinto i suoi interlocutori per la serietà dei ragionamenti, la competenza, la capacità dialettica e la moderazione del linguaggio. Doti rare, rarissime nel panorama politico attuale.

Ha detto cose semplici, ma essenziali: Forza Italia non è morta, il suo declino non è ineludibile e lei vuole (ri)portarla a crescere; i liberali, gli europeisti, i cattolici hanno bisogno di una rappresentanza forte, ma diversa da quella della destra sovranista e populista alla quale Forza Italia sembra essersi consegnata nella manifestazione di Piazza San Giovanni; la destra sovranista e populista, rappresentata da Lega e Fratelli d’Italia, non è capace di risolvere i problemi del Paese e rischia di finire come il Rassemblement National di Marine Le Pen, ossia di rimanere all’opposizione nonostante i buoni risultati elettorali. E poi ha aggiunto che Italia Viva di Matteo Renzi è un partito in competizione coi valori di Forza Italia; che i competitor si battono sul campo, con proposte serie, convincenti e non demagoghe; che lei è fieramente forzista e intende rimanere nella sua casa natale.

In poche parole, ha fatto quello che deve fare una leader, come l’ha definita la Berlinguer: ha deciso il campo di gioco, individuato gli avversari, stabilito lo schema di azione da portare avanti, i risultati da ottenere e poi ha rivendicato orgogliosamente la sua appartenenza ad una squadra. La squadra del centrodestra, dei liberali, degli europeisti, dei popolari ma non dei populisti e sovranisti.

L’incoronazione televisiva non basta, è evidente, ma dopo l’intervista le cose non potranno rimanere tal quali. Anche questo è evidente. Nel breve periodo, due gli scenari possibili. Il primo è che Forza Italia, per volontà e su impulso di Silvio Berlusconi, arrivi finalmente e in tempi fulminanti a un congresso nazionale, lì discuta la linea politica ed elegga uno “speaker” per dare nuovo slancio all’azione del partito. Il secondo è che la maggioranza del gruppo dirigente si compatti per mantenere lo status quo e che davanti all’immobilismo prenda definitivamente forma, proprio intorno alla figura di Mara Carfagna, una coalizione di deputati e senatori disposti a fondare, alla Camera, un gruppo parlamentare autonomo e al Senato, a causa delle strettoie regolamentari, a confluire nel gruppo misto. Con un doppio obiettivo, comune ad altri schieramenti: far cadere il Governo “Conte-2” e interrompere la legislatura prima dell’entrata in vigore della improvvida legge costituzionale di riduzione dei parlamentari o della celebrazione del referendum confermativo. Vale a dire entro la prossima primavera, finito il giro delle nomine nei grandi enti pubblici.

Agli sherpa, a questo punto, il delicato compito di preparare i terreni di gioco, stendere i tappeti erbosi e annaffiarli con discussioni e incontri dentro e fuori Forza Italia. Alla leader il ruolo di individuare il campo dal quale iniziare la partita e portare il pallone sul dischetto.

E allora, buona partita e vinca la squadra migliore. Purché si giochi!


di Alessandro Giovannini