La cena delle beffe di Conte

Non bisogna far sapere a Romano Prodi che Giuseppe Conte lo vuole imitare organizzando, dopo il varo della manovra, un ritiro spirituale tra tutti i leader dei partiti del proprio Governo per rinsaldare una maggioranza che cade a pezzi in vista di un nuovo anno che si prospetta peggiore di quello in via d’esaurimento. Il professore è permaloso e sospettoso. E sapere che Conte vuole rinnovare i fasti di Gargonza e di Caserta, dove Prodi riunì gli alleati di governo dell’epoca per abituarli alla sua leadership, gli farebbe venire in testa che l’attuale Premier si vuole mettere in corsa per la successione a Sergio Mattarella per la Presidenza della Repubblica diventando un pericoloso concorrente ad una carica a cui ambisce da sempre. Già l’ombra di Mario Draghi l’ha reso nervoso. Per non parlare della proposta lanciata da Lucia Annunziata e sottoscritta del direttore de la Repubblica, Carlo Verdelli, di candidare al Quirinale Liliana Segre.

Insomma, se si mettesse in corsa anche Conte, l’irritazione arriverebbe al massimo. Pur se mitigata dalla considerazione che i conclavi del centrosinistra non portano bene a chi li organizza. Quelli di Gargonza e di Caserta non impedirono la caduta del Governo Prodi del 1997 e di quello del 2004. E quello organizzato da Enrico Letta nel 2013 a Spineto portò al famoso “Enrico, stai sereno” di Matteo Renzi.

Prodi, dunque, può incominciare a tranquillizzarsi. L’esperienza gli dovrebbe insegnare che quando i capi del centrosinistra si ritrovano insieme finisce sempre con la “cena delle beffe”.

Aggiornato il 14 novembre 2019 alle ore 14:16