Parlamentari, numeri e Costituzione

Il solo fatto che la Costituzione abbia disegnato un procedimento articolato e complesso per la revisione delle norme che la compongono è, di per sé, significativo e non può non imporre alcune riflessioni sull’importanza del voto che il 29 marzo dovremo esprimere. Dsd – dss

La previsione di un referendum confermativo, per il quale non è previsto quorum di partecipazione, rappresenta, all’evidenza, il completamento del principio che assegna al popolo la sovranità, che, in questo caso, si manifesta con il diritto ad avere l’ultima parola. Fatta eccezione per i casi in cui la legge di revisione sia stata approvata con larghissima maggioranza parlamentare (intesa dal Costituente come orientamento inequivoco dell’intera Nazione), la modifica della Costituzione, al pari delle leggi dello stesso rango, deve essere condivisa dal titolare della sovranità democratica di cui parla l’articolo 1.

È la chiusura del cerchio, il suggello di un impianto coerente nel quale il tema della rappresentatività – e non solo della rappresentanza – assume un rilievo di primissimo piano.

Cerco di spiegare il mio pensiero: a meno che si voglia ridurre l’intera questione ad un conto economico di scarsa importanza, non ci si può sottrarre all’interrogativo che involge la ragione per la quale il numero dei parlamentari fu determinato nel modo che conosciamo. Intendiamoci: la scelta sarebbe potuta essere diversa, e basata, ad esempio, su criteri economici, di certo spendibili in un Paese lacerato ed impoverito dalla guerra. E, tuttavia, le difficoltà appena citate furono superate da altri argomenti, più solidi, fondati sulla protezione della democrazia, della quale rappresentanza e rappresentatività sono elementi essenziali.

Chi fissò il numero dei rappresentanti del popolo sapeva quantomeno due cose: che il popolo deve essere rappresentato in tutte le sue articolazioni territoriali e sociali; che la democrazia deve proteggere se stessa scongiurando i pericoli del dirigismo, connessi alla esiguità del numero degli eletti.

Il numero 945 è, dunque, anche se non da solo, la cifra della sovranità popolare, l’unica che io riconosco.

Io voto no. Mille volte no.

Aggiornato il 21 febbraio 2020 alle ore 12:35