Coronavirus: effetto contagio

Nella Storia dell’Umanità non sono rari i casi in cui un’ideologia abbia provocato danni alla salute della gente. Il Coronavirus (Covid-19), o meglio l’approccio che le autorità governative italiane hanno avuto all’epidemia partita dalla città di Wuhan in Cina, sarà ricordato come uno di quei casi.

Da qualche giorno abbiamo appreso che il maledetto virus scatenato dalla natura ha preso piede nel Nord Italia. Il Lodigiano in Lombardia e i Colli euganei in Veneto sono nell’occhio del ciclone. I contagi hanno superato quota 200. Cinque le morti accertate da Coronavirus. Stando alle stime degli esperti siamo alla punta dell’iceberg: il peggio deve ancora venire. Il virus non se ne andrà presto. Le previsioni dicono che occorreranno mesi, forse si arriverà all’estate, prima che le autorità sanitarie possano dichiarare conclusa la fase emergenziale. Non è una buona notizia. Mentre lo è sapere che le strutture mediche italiane sono certamente in grado di gestire la crisi. Dovremmo perciò sentirci sollevati potendo contare su un esercito di eccellenze del mondo sanitario che vigileranno sulla nostra salute. Peccato però che non siamo affatto rassicurati dalla politica. Precisiamo: dall’azione del Governo Conte-bis e della sgangherata armata Brancaleone che lo sostiene. Se parlassimo con un uomo di chiesa ci spiegherebbe che questa è la volontà di Dio. Una sorta di strigliata venuta dall’alto dei cieli per ricordarci quanto sia precaria la condizione umana e quanto invece sia smisurata l’arroganza dell’uomo intestarditosi a fare a meno di Dio nella sua esistenza.

Purtroppo, non essendo toccati dalla luce salvifica della Provvidenza, restiamo aggrappati ai nostri ragionamenti di comuni mortali, svolti a volo radente sulla realtà. Non c’importa un fico secco del destino cinico e baro, piuttosto c’interessa verificare se l’esplosione del contagio sul nostro territorio poteva essere evitata, o quanto meno gestita in modo più responsabile. Non sono in discussione le autorità sanitarie, ma i governanti sì. E se un luminare del settore, il professor Walter Ricciardi, membro del Consiglio esecutivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in un’intervista rilasciata a “La Stampa”, ha dichiarato senza mezzi termini che: “Paghiamo il fatto di non aver messo in quarantena da subito gli sbarcati dalla Cina. Abbiamo chiuso i voli, una decisione che non ha base scientifica, e questo non ci ha permesso di tracciare gli arrivi, perché a quel punto si è potuto fare scalo e arrivare da altre località”, allora vuol dire che siamo nelle mani d’incoscienti. Vuol dire che questa maggioranza politica, popolata di intossicati dal multiculturalismo militante, era talmente presa dall’ansia di non dare ragione alle destre, che chiedevano controlli stretti sui cittadini provenienti dai luoghi del contagio, da fregarsene di contrastare efficacemente la diffusione del virus.

Quando alcuni governatori (leghisti) delle regioni del Nord hanno chiesto di mettere in quarantena i bambini cinesi di ritorno dai festeggiamenti del Capodanno nel loro Paese d’origine, la sinistra l’ha buttata in caciara, evocando lo spettro del razzismo e della xenofobia. Si è parlato di fascio-leghismo e d’intenti discriminatori verso etnie diverse da quella autoctona. Ne hanno fatto un delirio ideologico. Si sono inventati la quarantena volontaria, che è una castroneria stratosferica, pur di non dover ammettere che chiudere i confini dello Stato, come misura preventiva da rischio di pandemia, fosse un’azione di buon senso, doverosa per chi ha la responsabilità della salute pubblica.

Ora che il fattaccio è accaduto, ora che i media compiacenti con il progressismo multiculturalista non hanno potuto occultare la notizia del boom di ricoveri di positivi al test del Coronavirus, i “compagni” del Governo hanno tirato fuori un Decreto legge per il contenimento della diffusione del virus. Doveva prima scapparci il morto perché si decidessero a fare il loro dovere? Adesso le misure non possono essere che drastiche. Le aree territoriali interessate vengono sigillate. Per un periodo nessuno potrà uscire dalle “zone rosse” a rischio epidemiologico. E ci sono restrizioni anche all’ingresso. Si faranno indagini a tappeto per individuare eventuali contagiati. Tutte le manifestazioni pubbliche, di carattere ludico, sportivo e socio-culturale, programmate nelle aree del contagio sono state annullate. I cittadini dovranno adottare stringenti norme igieniche. Chiusura delle scuole e delle Università. Sospensione dei concorsi pubblici calendarizzati in febbraio; limitazione delle attività commerciali; sospensione dello svolgimento delle attività imprenditoriali e lavorative per i lavoratori residenti nel comune o nell’area interessata; riduzione delle attività degli uffici pubblici; erogazione dei soli servizi essenziali. Il che significa che nelle zone-focolaio il mondo si ferma per un tempo imprecisato. Se fossero intervenuti precauzionalmente a monitorare i gruppi etnici cinesi e tracciato i movimenti dei cittadini tornati dalla Cina, oggi racconteremmo una storia diversa, molto più rasserenante. Come nel resto dei Paesi europei che, seppure abitati da affollate colonie di cinesi, non hanno visto esplodere l’epidemia in casa loro come sta accadendo in Italia. Ma noi siamo quelli dell’accoglienza a tutti i costi. Siamo quelli delle porte aperte, del “Siamo tutti migranti” di boldriniana memoria. Questi attentatori del benessere degli italiani proprio non si arrendono all’idea che se l’umanità è sopravvissuta nei millenni costruendo muri e torri, sfruttando barriere naturali per separarsi, presidiando i confini, vi sarà stato un perché. La globalizzazione, con la destrutturazione della categoria concettuale della frontiera, ha innescato, insieme ad alcuni vantaggi, un meccanismo ad alto potenziale distruttivo. Oggi è un virus, domani potrebbe essere qualsiasi altra cosa a provocare un’ecatombe. E, Dio non voglia, dovesse colpirci un evento più serio del Coronavirus potremmo non avere la forza di resistergli e saremmo finiti.

In queste ore possiamo ancora permetterci il lusso di andare a caccia del “paziente zero” per capire da dove sia partito il contagio, ma non scordiamo che a un tiro di schioppo abbiamo l’Africa. A detta degli esperti mondiali della sanità in quel continente non vi sono gli standard sanitari per monitorare un’eventuale diffusione del Covid-19. Ma dalla costa africana arrivano i barconi con gli immigrati. Che fa questo Governo? Chiude precauzionalmente la porta sud sul Mediterraneo o continua nella propaganda suicida dell’accoglienza per fare dispetto a Matteo Salvini? E agli italiani? Cosa accadrebbe se sbarcassero dei soggetti positivi al test del virus maledetto? Finora, i connazionali interessati alle misure draconiane imposte dalle autorità si sono comportati in modo esemplare: nessuna polemica, massima collaborazione. Ci domandiamo cosa succederebbe, invece, se in Sicilia o altrove al Sud sbarcassero persone infettate dal Coronavirus. Non è nostro costume incitare alla violenza, ma saremmo facili profeti se dicessimo che finirebbe molto male, con la gente pronta a scendere in piazza per una rivolta popolare. Dire questo significa fare sciacallaggio? Decidessero i signori del politicamente corretto come definire tale posizione. Ciò che sappiamo è che questa sinistra con il suo progressismo tossico ci sta portando alla rovina. Non vogliono sentirselo dire? Quando è in gioco la pelle degli italiani non si può andare per il sottile. A quelli che... “il Conte-bis fa il bene del popolo”, notifichiamo un ultimo avviso: andatevene, il Paese non vi regge più.

Aggiornato il 25 febbraio 2020 alle ore 10:28