Nei giorni scorsi il Presidente Sergio Mattarella ha rivolto un messaggio alla Comunità Ebraica Italiana, nel quale ha ricordato il grande contributo dei nostri connazionali Israeliti alla formazione ed unità del nostro Paese. Ha fatto una cosa ottima.

Non si tratta di una “compensazione” per le offese, le minacce e gli altri stupidi e volgari atteggiamenti negativi che negli ultimi tempi sono emersi ad affermare il carattere cosiddetto razzista della delinquenza politica in Italia (ed altrove).

Non c’è nulla da “compensare”. L’offesa dell’Olocausto non ha né paragoni né modi per sopprimerne la macchia che rappresenta per tutta l’Umanità.

Né le pregevoli parole del Capo dello Stato hanno da essere intese come dirette a purgarci delle turpitudini delle riaffioranti offese ai nostri concittadini Israeliti.

È però utile e, direi, doveroso, non lasciare senza opportune considerazioni, senza dovuti momenti di riflessione e di conoscenza collettiva fatti così rilevanti per la storia di tutto il nostro Paese.

Non abbiamo oggi da cercare ancora responsabilità per le persecuzioni e l’Olocausto come non vale notare talvolta l’offuscarsi del sentimento stesso di umanità. Ma la storia è la storia e non si cancella, né l’oblio ne deforma i lineamenti. Resta pur sempre l’interrogativo nella coscienza di ognuno di noi sul perché le persecuzioni? Perché le discriminazioni? Quale è l’origine del cosiddetto “antisemitismo”? Che cosa rappresenta la nostra convivenza con i concittadini Ebrei nella vita del nostro Paese?

Dico subito, intanto, che non vi è alcun dubbio, malgrado le forzature razziste, che è la contrapposizione religiosa quella che nei secoli ha fatto delle minoranze ebraiche i bersagli di discriminazioni e persecuzioni. Il Popolano di G.G. Belli dice di odiare e spezzare gli Ebrei. Afferma:

Perché nun so’ cattolichi e perché

hanno ammazzato il Redentor Gesù

Anche se poi è perplesso di fronte alla replica

Se Cristo era venuto pe’ morì

quarchiduno l’aveva da ammazzà

Del resto la diversità etnica, è, oltreché discutibile (intanto non esiste una etnia Italiana, bensì un Popolo, una storia…). È stato nel secolo XIX che in Europa si è inventata la questione della “razza semitica” e le leggende sulle malefatte ebraiche, i Protocolli di Sion etc..

È invece indiscutibile che la mancanza di un vincolo di obbedienza religiosa verso la Chiesa Cattolica ha dato alla Comunità Ebraica una maggiore disponibilità delle sue intelligenze e dei suoi liberi atteggiamenti verso il movimento Risorgimentale. Ciò in Italia ed all’Estero. Dove gli Ebrei costituiscono spesso i punti di riferimento per gli esuli liberali italiani.

La Famiglia Nathan (lui, Ebreo Inglese, la moglie, Ebrea Italiana) di Londra fu, come è noto, quella che ospitò Giuseppe Mazzini nel suo lungo esilio in Inghilterra. E il figlio Ernesto, cresciuto a contatto con quel Maestro di Libertà e di amor patrio, ancora giovanissimo venne in Italia dove intraprese la carriera giornalistica e politica e fu sindaco (e che sindaco!) di Roma, e diventò per due volte Gran Maestro della Massoneria del Grande Oriente d’Italia.

E le qualità di molti Israeliti ebbero peso nella vita politica Italiana nei giorni del Risorgimento. Cavour si scelse tra i suoi più stretti collaboratori un israelita, Isacco Artom, e nel periodo post-risorgimentale la Sinistra ed il Socialismo si arricchirono del pensiero e della cultura di molti Ebrei fino ai nostri giorni.

Tutto ciò non deve essere dimenticato e costituisce motivo di orgoglio sia per gli Israeliti sia per gli altri Italiani. Complimenti quindi al Presidente della Repubblica per il messaggio di saluto, di amicizia e considerazione che egli ha loro rivolto.

Aggiornato il 25 febbraio 2020 alle ore 12:26