Il cinismo della Lagarde e la speranza dei Paesi in difficoltà

giovedì 26 marzo 2020


Oggi il Consiglio europeo si riunirà per valutare le migliori misure idonee a fronteggiare la grave emergenza che ha colpito i Paesi membri. A differenza di altri Paesi dove a dirigere l’orchestra vi è un solo capo che solitamente ricorre alla via più facile in questi casi – l’immissione di massa di denaro nel circuito per far ripartire l’economia – in Europa è diverso. Pur di fronte ad una tragedia umana senza precedenti vi sono cinici quanto sconosciuti capi di governo (tipo Olanda o Finlandia) che si oppongono ad una politica espansionistica che invece vorrebbero i leader dei Paesi mediterranei cui da ultimo non fa eccezione, inaspettatamente, il francese Emmanuel Macron. In un contesto in cui tutti hanno capito che l’intransigenza e il riferimento ai severi strumenti economici concepiti negli anni porteranno alla dissoluzione dell’attuale struttura europea, la sprezzante Christine Lagarde sapendo che parlare di Mes oggi è impopolare se ne è uscita con gli Omt, Outright Monetary Transactions sperando in una minor notorietà del termine.

Questo giornale già mesi fa aveva previsto che dopo il bail in e il Mes, su cui ora tutti discettano con timore, sarebbe stata la volta degli Omt, operazioni monetarie definitive, strumento dalla definizione incomprensibile anche agli addetti ai lavori, approvato – non si sa con quale consapevolezza del nostro Parlamento – nello stesso anno del Mes, il 2012. La Lagarde ben conscia che elargire denaro traendolo dal Mes anche allentando le terribili condizioni di controllo previste provocherebbe la rivoluzione – basta osservare gli svariati post fake e non che girano in rete – ora parla di queste Omt quali strumenti di salvezza. In gergo europeistico la speciale misura ideata dalla Banca centrale per arginare i problemi legati alla crisi del debito nei paesi dell’Eurozona viene definita anche piano anti-spread.

In cosa consistono le Omt? Difficilissimo da comprendere ma vengono spiegate come un programma non convenzionale che interviene quando l’oramai famoso Quantitative easing non è più sufficiente a risollevare un paese in difficoltà dalla crisi. Mentre quella del Quantitive easing è una misura non incisiva nelle sovranità nazionali che in pratica consiste nella stampa di moneta da iniettare nel sistema economico e finanziario attraverso l’acquisto massiccio di titoli di stato, le Omt prevedono l’acquisto illimitato da parte della Bce di titoli già in circolazione, quindi non di prima emissione, dal mercato secondario di Paesi in difficoltà economica conclamata non in grado, pertanto, di emettere titoli con classifica tale da essere garantiti (almeno BBB). Al fine di non influire sulla politica monetaria dell’Eurozona, mirata a contenere l’inflazione, la liquidità immessa sul mercato a seguito di questi acquisti illimitati e non convenzionali deve essere “sterilizzata”, in altre parole dovrà essere compensata da misure di ristrutturazione che contengano le spese dello Stato che vi ricorre.

Per accedere allo speciale istituto il Paese richiedente deve infatti sottoscrivere un “programma di condizionalità” che prevede severe misure volte a riassorbire la massa monetaria iniettata. Le misure strutturali richieste sono quelle classiche di contenimento della spesa pubblica, dalla riduzione di stipendi pubblici e pensioni alle privatizzazioni e la loro esecuzione dovrà essere controllata con procedura ancor più rigorosa di quella prevista dal Mes. In pratica, il Quantitative easing è il modo con cui la Bce trasla il denaro ai Paesi membri aumentandone così il debito pubblico mentre le Omt sono le operazioni con cui la Bce compra i titoli in circolazione dai mercati nazionali dei Paesi in difficoltà per eccesso di debito pubblico, chiedendo in cambio compensazioni non proprio simpatiche.

Queste Omt non sono nulla di nuovo, appartengono al novero delle misure approvate negli anni senza colpo ferire dai singoli Parlamenti nazionali con incapacità di comprenderne la portata in quanto elaborate in modo talmente complesso da non consentirne l’approfondimento. Fa solo piacere osservare che gran parte degli Autori di tale norme, in una sorta di redenzione di fronte alla tragedia che li circonda, stanno rivedendo le proprie posizioni e guardano all’approvazione di un nuovo Piano Marshall europeo quale speranza per i Paesi maggiormente in difficoltà.


di Ferdinando Fedi