C’è Rocco e Rocco. Rocco Siffredi e Rocco Casalino.

Rocco Casalino è considerato il “guru” della comunicazione parlamentare del Movimento 5 Stelle. Mi sembra questa una scelta in perfetta sintonia con la visione new age del trascorso Gianroberto Casaleggio, “guru” anch’egli della visione olistica sponsorizzata da Beppe Grillo. Nulla di strano quindi in un simile incarico, che poi non è differente da altri che si occupano della stessa cosa per altri gruppi parlamentari.

Chi scrive in realtà ricorda l’ingegner Casalino per una singolare performance ai tempi del primo Grande Fratello, durante il quale, coadiuvato da un altro valido inquilino della Casa, credo fosse il pizzaiolo Salvo, insieme, congiunti in un medesimo disegno goliardico, cercarono di far stare attaccato al muro con un pugno di plastilina, un secchio pieno di mele. Ora, vero è che l’ottimo Casalino sia ingegnere elettronico e non edile né meccanico e neppur civile, ma le leggi della fisica nel nostro continuum spaziotemporale sono quelle che sono… e difficilmente un simile “collante” potrà trattenere sospeso da terra un così greve peso. È la “caduta dei gravi”, studi galileiani che il nostro Rocco dovrebbe ben conoscere, ma comunque applaudo alla sua infaticabile fiducia nel cercare di alterare le leggi della fisica con la sola sua forza di volontà.

La fede, si sa, smuove le montagne e dunque se uno ci crede potrebbe anche far stare attaccato con il Pongo al muro, a due metri d’altezza, un contenitore del peso di qualche chilo. Basta crederci. Del resto, da buon “metrosexual”, l’eccellente esperto di comunicazione nonché portavoce lautamente remunerato in una maniera che dovrebbe far gridare allo scandalo proprio i suoi stessi sodali di partito, ha dalla sua il potente motore dell’ambizione. Non che sia un male, diviene inquietante tuttavia quando si accompagna ad altre caratteristiche che non siano specificamente relative alle competenze.

Ricordiamo, en passant, alcuni commenti dell’ingegner Casalino non particolarmente gradevoli, rivolti agli anziani, quali: “I vecchi mi fanno schifo”, presto raggiunto e superato da: “Tutti i ragazzi Down mi danno fastidio. Non ho nessuna voglia di relazionarmi a loro, nessuna voglia di aiutarli. È come se ti fa schifo il ragno: io provo fastidio, provo imbarazzo, non so come spiegarlo”.

Ora quest’ultima frase, di là dall’evidente atteggiamento di supponente arroganza e di per nulla celato disprezzo verso i più deboli, offre anche a chi legge l’altrettanto palese non conoscenza della lingua italiana posseduta dal “guru” pentastellato, con un indicativo presente al posto di un congiuntivo.

Insomma, il “portavoce e capo comunicazione del Gruppo Movimento 5 Stelle al Senato e Coordinatore della Comunicazione nazionale del Movimento 5 Stelle”, ha evidenti difficoltà con la consecutio temporum. Il ché non sarebbe né strano né grave, se questi non svolgesse un compito che invece necessita di una perfetta conoscenza della lingua italiana. Un po’ come il Pongo per reggere il secchio colmo di mele.

In questo Gioco di Ruolo che è il Parlamento italiano oggi, Casalino interpreta il cinico, snob, classista e tante altre gradevoli virtù oppure le manifesta realmente essendo quella la sua natura? Ah, cosa ardua a capire! Tuttavia, buon ultimo, il Nostro, si aggrappa al consueto rituale della “provocazione” – insomma vorrebbe essere Vittorio Sgarbi ma non gli riesce – ambendo a raggiungere i vertici del politicamente scorretto, in realtà ottenendo esattamente l’effetto opposto, Come quando a, intervistato dalle Iene, dichiarò: “Il povero ha un odore diverso dal ricco, hai mai provato a portarti a letto un romeno?”. Una boutade ad usum provocationis che l’ingegner Casalino, con un guizzo di genialità creativa giustificò sostenendo di aver voluto testare la propria capacità di sembrare un razzista, in seguito alla sua partecipazione ad un corso di recitazione del metodo Stanislavskij. Lui ci ha creduto.

Comunque di Rocco Casalino tutti ne parlano, e questo lo fa esistere nel mondo virtuale dei media. Bisogna dargli atto di ciò, lui è riuscito dove altri modesti hanno fallito e continuano a fallire agitandosi come ossessi ogni giorno, nel disperato tentativo di avere visibilità mediatica.

Inspiegabilmente, almeno a chi come il sottoscritto viene da forme giurassiche di comunicazione, il “guru” Rocco è l’arcistratega dell’intero modus di relazionarsi con il pubblico del proprio movimento politico. Egli sovrassiede e sovracontrolla tutto, tranne il lessico della lingua italiana che – si sa come sono fatti parole e verbi – ogni tanto improvvisamente si presenta con le armi della grammatica. Basta ignorarlo e andare avanti, si stancherà. Anche Casalino.

Aggiornato il 27 marzo 2020 alle ore 14:20