Il Governo in vita per grazia ricevuta da Covid

I sondaggi sulla popolarità dei Presidenti del Consiglio tirano spesso brutti scherzi. Indussero Matteo Renzi a personalizzare al massimo il referendum sulla sua riforma costituzionale con il risultato di venire travolto dalla sconfitta e spinsero Mario Monti a dare vita ad un partito che, invece di diventare l’ago della bilancia degli equilibri governativi, come ipotizzavano i numeri dei sondaggisti, subì una disfatta totale alle elezioni provocando la fuoriuscita dalla scena politica dello stesso Monti.

Ora pare che Giuseppe Conte sia intenzionato a percorrere la strada che ha portato alla rovina prima Renzi e successivamente Monti decidendo di dare vita ad un partito personale ed a candidarsi alle elezioni suppletive per il Senato che si terranno in autunno in un collegio della Sardegna.

Può darsi che Conte non abbia la stessa ambizione di Renzi e di Monti di affrancarsi dai condizionamenti eccessivi degli alleati di governo e conquistare una forza ed uno spazio autonomi. Ma che voglia, più semplicemente, compiere una scelta di vita che, una volta uscito da Palazzo Chigi, gli consenta di evitare il ritorno all’insegnamento universitario o alla sola attività professionale e di puntare ad assumere un ruolo stabile nell’attività politica legittimato dal voto popolare in qualità di senatore. Qualunque possa essere la motivazione più vera e profonda che sta animando il suo progetto, il rischio di ripercorrere le infelici orme di Renzi e Monti è estremamente alto ed anche molto prossimo. Non ci sarà, infatti, bisogno di attendere l’esito del voto del collegio suppletivo sardo. È certo che i partiti della coalizione governativa non attenderanno il voto per presentargli in anticipo sulla tabella di marcia elettorale il conto salato della sua ambizione all’autonomia. Si fanno ogni giorno più insistenti le voci di una possibile crisi estiva o a settembre, magari provocata dalle divergenze con Partito Democratico e Movimento 5 Stelle sugli Stati generali e sul progetto di ripartenza che Conte, con tutta evidenza, non ha ancora preparato e sulla cui inconsistenza e nebulosità ha già registrato le contestazioni preventive da parte degli alleati.

Per il Presidente del Consiglio, allora, l’unica possibilità di evitare il tracollo è affidata alla minaccia della ripresa dell’emergenza pandemica e alla tempestività nel silenziare e mettere alla berlina chiunque si permetta di dichiarare pubblicamente che il virus si è esaurito. Condizione, questa, da cui il Governo è letteralmente terrorizzato. Fino a quando l’allarme Covid-19 non sarà superato l’Esecutivo rimarrà in piedi. Per “grazia ricevuta” da Covid!

 

Aggiornato il 08 giugno 2020 alle ore 09:28