Coronavirus: cosa ci nasconde il Governo?

Un anno fa Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle si misero insieme per impedire a Matteo Salvini di prendere i pieni poteri. Almeno questa fu la motivazione data per giustificare l’ennesimo ribaltone, malvezzo della politica italiana. Poi, i “compagni”, i tanto esorcizzati “pieni poteri” li hanno concessi a un azzimato avvocato assetato di potere: Giuseppe Conte. E lui che ne ha fatto? Come li sta usando? Malissimo. Tiene il Paese in ostaggio con i suoi decreti di necessità che sono uno strumento subdolo e liberticida per tenere sotto schiaffo gli italiani. Nonostante ciò, al Governo stanno combinando l’ira di Dio. Sono nella confusione totale.

Si prenda il caso della deroga ai distanziamenti di sicurezza sui mezzi del trasporto pubblico, in particolare ferroviario, emanata e immediatamente revocata dopo la lite scoppiata tra il ministro della Salute Roberto Speranza e la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli. Il primo, venuto tardivamente a conoscenza dell’esistenza di un Decreto del presidente del Consiglio dei ministri dello scorso 14 luglio che autorizzava la deroga alle severe disposizioni sul distanziamento dei passeggeri, ha dato di matto. Se l’è presa con la collega che, per inciso, è una totale incapace. Speranza, secondo fonti giornalistiche, nel corso di una telefonata di fuoco le avrebbe urlato: “Ma come avete pensato di fare una cosa del genere senza avvertirmi?”. Basta questa domanda a dare l’esatta misura della poca sintonia che c’è tra i ministri del Governo Conte.

Ora, sarebbe troppo facile commentare con uno sconsolato “in che mani siamo finiti”. Ma la rassegnazione al peggio non è ciò che occorre all’Italia. Serve invece chiarezza sulla reale condizione del Paese e sui rischi che permangono per una ripresa della pandemia. Già, perché la sparata isterica del ministro della Salute è stata la conseguenza di una dura presa di posizione del professor Walter Ricciardi, super consigliere scientifico del ministro della Salute per l’emergenza Coronavirus, riportata lo scorso 31 luglio dall’agenza di stampa Adnkronos Salute. Per Ricciardi, “è sbagliato eliminare il distanziamento sociale sui treni” perché “proprio il distanziamento contribuisce alla sicurezza di questo mezzo di trasporto, che diventerebbe altrimenti insicuro”. A dare manforte a Ricciardi è intervenuto il Comitato tecnico-scientifico (Cts) il quale, basandosi su uno studio condotto dall’Università di Southampton sulle probabilità di contrarre il Covid-19 in una carrozza ferroviaria con a bordo una persona infetta, si è detto molto preoccupato per la decisione del Governo di allentare le maglie delle prescrizioni anti-contagio. Tanto è bastato perché Palazzo Chigi affidasse a Speranza il compito di ordinare il dietrofront. Tutto come prima, distanziamento interpersonale di almeno un metro sull’Alta velocità compreso. In danno degli ignari cittadini che nel frattempo avevano acquistato i biglietti per viaggiare dal 1 agosto sui treni veloci. La compagnia ferroviaria “Italo-Ntv” ha fatto sapere di aver cancellato dalla serata di sabato le corse di 8 treni lasciando a terra 8mila passeggeri. Flavio Cattaneo, vicepresidente di Italo-Ntv, è livido per la rabbia. Chiede al Governo come sia possibile che si conceda al trasporto aereo di coprire il 100 per cento dei posti previsti per aeromobile mentre ai treni, che hanno ottemperato a misure di prevenzione igienico-sanitarie molto più rigide di quelle richieste al trasporto aereo, non sia consentito il pieno carico. Bella domanda, alla quale ci piacerebbe che la (incapace) ministra dei Trasporti desse una risposta convincente diversa da quel pietoso scaricabarile tentato, l’altra sera, quando con un laconico “il Governo non ha mai autorizzato il riempimento dei treni come prima del coronavirus” ha buttato la croce sulle spalle delle compagnie ferroviarie. Tutto questo accade quando il Paese si appresta a trascorrere qualche giorno di vacanza dopo mesi di stress per il virus e per le sue devastanti conseguenze sociali ed economiche. Una compagine di Governo confusionaria e inadeguata a gestire alcunché andrebbe spedita a casa senza troppi riguardi. Invece, restano lì dove sono a fare disastri. Il pasticcio combinato con i treni spinge a una riflessione sul ruolo degli esperti in questo drammatico frangente. La rabbiosa reazione del ministro Speranza al provvedimento che avrebbe consentito un’attenuazione delle misure di distanziamento sociale sulle percorrenze ferroviarie, pone un ben più serio interrogativo. Se vi è stato un contrordine repentino da parte del Governo sulla scorta di un parere espresso dal Comitato tecnico-scientifico, è lecito chiedersi: cosa sanno gli esperti sulla pericolosità del virus che l’opinione pubblica non deve sapere? Il loro silenzio, e del premier Conte, sullo stato effettivo della pandemia ha dato luogo a una ridda di commenti da parte di una folla di “esperti Covid-19” da bar dello Sport che si sono messi a strologare sul virus e a compilare arbitrarie pagelle sulle competenze professionali dei virologi (quelli veri).

La materia è complessa e va sottratta alla logica delle opposte tifoserie. Tuttavia, anche gli scienziati hanno le loro colpe: troppe liti in pubblico. E poi, avrebbero dovuto essere più chiari con gli italiani. Soprattutto dopo che illustri clinici del calibro dei professori Alberto Zangrillo e Matteo Bassetti hanno contestato l’allungamento dei provvedimenti restrittivi assunti dal Governo quando dalle evidenze sanitarie emergeva il dato incontrovertibile della fine della fase acuta del contagio. Ora, è giunto il momento che gli esperti, con una sola voce, dicano la verità sul Covid-19. A qualsiasi costo, anche se Conte e compagni dovessero provare a fermarli.

Al 1 agosto, nel mondo, vi sono stati 17.354.751 casi confermati dall’inizio dell’epidemia; 248.744 nuovi casi nelle ultime 24 ore; 674.291 morti (fonte: ministero della Salute). In Italia, stando alla giornata di ieri, i numeri complessivi parlano di 12.456 casi positivi al virus; 200.460 guariti complessivi e 35.154 deceduti dall’inizio della pandemia (fonte: Protezione civile). Non sono numeri, ma vite umane. E morti. Occorre che qualcuno spieghi a tutti noi se dobbiamo temere che la pandemia riprenda vigore o se possiamo tornare alla normalità visto che la curva dei contagi si è attestata a livello di un’endemicità sostenibile? Non servono bugie pietose ma una franca verità. Gli italiani non sono dei minus habentes che vanno tenuti buoni con la mistificazione della realtà. Se esiste un pericolo più grande di quello che abbiamo conosciuto nei mesi scorsi, lo si dica; se non c’è, allora spieghino le ragioni dello stato d’emergenza permanente e della rete di prescrizioni rigidissime a cui bisogna attenersi nonostante in apparenza sembri essere tornato tutto normale. Non c’è segreto di Stato dietro il quale nascondere le incapacità e gli errori di chi oggi guida il Paese.

Bene ha fatto ieri l’altro Giorgia Meloni a chiedere al premier Conte di rendere pubblici gli atti del Comitato tecnico-scientifico, di fatto secretati dal Governo. Che c’è scritto in quelle carte? Vogliamo saperlo. Siamo stufi di essere presi in giro da Conte. Non c’è bisogno che lo dica lui che l’Italia è un grande Paese e che ce la farà a rialzarsi. Qui nessuno si tira indietro se c’è da combattere. Ma almeno ci spieghino da chi o da cosa difendersi.

Aggiornato il 03 agosto 2020 alle ore 11:58