Gran varietà

mercoledì 5 agosto 2020


Chi litiga, chi si dimette, chi minaccia di farlo, chi chiede rimpasti, chi trama dietro le quinte, chi sorridente in vacanza si lascia fotografare come le star, chi pensa ai viaggi, chi ricatta con lo spettro della crisi di maggioranza mentre l’Italia rischia di sprofondare per sempre nel buco nero. Noi non sappiamo se questo scenario sia pure il vostro, ma siamo certi che il Paese abbia alla guida una maggioranza politica di incoscienti, impreparati ed incapaci che non ha capito una virgola della gravità della situazione e di quello che alla fine dell’estate potrà accadere. Nei giorni scorsi ci siamo fatti un giro al Sud, Sicilia e Pantelleria e abbiamo toccato con mano il dramma dell’esasperazione sia per l’immigrazione clandestina e sia per l’assenza di turismo, lavoro e prospettiva, troppi esercizi chiusi e quelli aperti col fatturato ridotto ad un terzo del potenziale, un quadro infernale. Al nord dove andremo per un reportage sullo stato dell’arte chi ci aspetta per accompagnarci nel giro che faremo, conferma il pianto generale di un Paese bloccato, fermo, furibondo, compreso quel pezzo che ha provato a ripartire e in queste settimane ha capito di non potercela fare. Nel mezzo di questa sinossi devastante, l’Esecutivo imbambolato e altalenante pensa alle ferie e a sistemare le poltrone del rientro come se questa estate fosse di festa e di piacere, altroché Papeete di Matteo Salvini l’anno scorso che pure fu uno spettacolo ridicolo e deprimente.

Ma quello che sconvolge è il silenzio su temi e fatti da accapponare la pelle e non ci riferiamo solo agli sbarchi incontrollati di illegali infettati da Covid-19 che poi fuggono e si sparpagliano nel Paese per andare ad infettare gli italiani che vengono multati per la mascherina. Ci riferiamo ai tavoli di crisi pronti ad esplodere, l’ex Ilva, l’Alitalia, la Whirlpool e le decine di altri minori che messi assieme fanno una montagna, ci riferiamo alle scadenze appese dei licenziamenti, delle tasse solamente trasferite, dei costi di un’estate a remissione. Ci riferiamo alla giustizia, ci si rende conto di cosa sia il caso Palamara? Quello del tribunale feriale su Silvio Berlusconi oppure l’assurdità di Open Arms su Salvini? Ci si rende conto che altrove in democrazia una cosa del genere avrebbe fatto saltare il banco in un minuto? Ci si rende conto della gravità di un sistema giudiziario che è al centro di polemiche, racconti, fatti ed episodi da pelle d’oca, quando dovrebbe essere una casa di vetro a garanzia di terzietà e rispetto delle regole a tutela dei cittadini e della democrazia? Ci si rende conto oppure no di ciò che sta accadendo, si capisce o non si capisce l’importanza grave del prolungamento emergenziale con l’assegnazione di poteri straordinari ad un esecutivo che ha dimostrato limiti, incapacità, litigiosità, divisione e mancanza di programmi e strategia?

Si è realizzato che l’Italia viaggia verso un Pil al meno 13 col debito che punta il 170 percento, che a settembre perderanno il lavoro centinaia di migliaia di persone, chiuderanno decine di migliaia di aziende, mentre il governo ha già bruciato altri 100 miliardi? Si è capito o meno che la spesa pubblica è fuori controllo e non può continuare a spendere soldi che non ci sono per stipendi da sceicco ai superburocrati, manager, dirigenti fuori tetto, consulenti, enti inutili, poltrone di trombati ex parlamentari sistemati apposta, governance di municipalizzate colabrodo, task force, assunzioni clientelari e posti fissi elettorali? Si è capito che non possiamo in questo periodo pagare migliaia e migliaia di euro al mese a una marea di parlamentari nazionali e regionali, ai senatori a vita, ai livelli istituzionali, ai commissari, alle authority, ai governatori, alle alte cariche di aziende enti organismi di Stato, ai consulenti a iosa di comuni, regioni enti territoriali a quella enormità di gente che campa con le casse pubbliche al rosso fisso mentre il prodotto interno precipita, le attività private sono al lumicino e l’occupazione produttiva rischia il collasso? Ci siamo resi conto oppure siamo al gran varietà di foto in costume, vacanze, gossip, annunci di successi, al festival degli ultimatum politici, dei selfie hollywoodiani, dei voltagabbana che cambiano per restare in parlamento, di quelli che tramano e se ne buggerano del Paese che precipita? Ai posteri l’ardua sentenza, la nostra invece è già scritta, serve un reset, un cambio totale, una ventata enorme di libertà e democrazia che solamente il voto può dare per consegnare al Paese una guida scelta dalla gente, coesa, adeguata, unita su un programma chiaro e una visione in grado di salvare la nazione.


di Alfredo Mosca