Non basta riaprire le scuole, occorre restaurare la scuola

Per la Destra Liberale la pubblica istruzione è fondamentale. Luigi Einaudi diceva “conoscere per deliberare”. Solo una Nazione colta può esprimere una classe dirigente seria. Quella purtroppo attuale, di nani e ballerine, è la conseguenza dell’incultura dominante per effetto di oltre mezzo secolo di sistematica distruzione della scuola italiana. Un Italiano d’America, cioè non un italoamericano, è a dire un americano con ascendenti italiani, ma un cittadino italiano nato a Roma ed al tempo stesso cittadino statunitense, mi mostrò, negli anni novanta dello scorso secolo, un pieghevole illustrativo di un oligarchico collegio d’istruzione d’oltreoceano. L’istituzione si propagandava con la frase, tra l’altro: “Segue i programmi italiani della riforma Gentile”. Sic. In effetti, un tempo, le università degli studî nordamericane erano a livello, se buone, di un liceo italiano.

Bisogna non rifomare la scuola, espressione abusata ad ogni colpo di piccone alle sua fondamenta, ma restaurarla, cioè riportarla all’origine. Un restauro ricostruttivo, quale oggi si tende a non fare più pei monumenti. Come quando nel diciannovesimo secolo si rifecero le parti perite dell’arco di Tito nel foro romano. Da più parti si invoca un’innalzamento dell’obbligo scolastico, ma ciò va bene se non comporta un ulteriore abbassamento culturale dell’insegnamento.

Una poco modesta proposta. Chi ha fatto il liceo classico ricorda di esservi entrato della quarta ginnasio. Perché “quarta”?. Perché quando s’innalzò l’obbligo scolastico alle tre classi delle medie inferiori si abolirono i primi tre anni del Ginnasio, con l’istituzione di medie veramente inferiori come livello degli insegnamenti impartiti. La Destra Liberale dovrebbe cominciare con una proposta reazionaria: elevare l’obbligo scolastico restaurando il corso completo del Ginnasio, con questo nome di seria palestra culturale, con un ciclo dalla prima alla quinta Ginnasio. Un ciclo classico e scientifico aggiornato nei metodi didattici e nelle materie, con realismo.

Ad esempio: insegnamento obbligatorio dal primo anno di Greco, Latino e proseguimento della lingua inglese, ma con una glottodidattica aggiornata. Su YouTube si trovano corsi divertenti di Latino e Greco antico parlati, secondo i metodi in uso per le lingue moderne. La distinzione fra lingue morte e vive è fittizia. Lo dimostra l’ebraico, un tempo lingua considerata morta ed utilizzata solo dagli israeliri come lingua liturgica, ed oggi lingua viva dello Stato d’Israele, dove è parlato comunemente. Mantenere la pratica delle due lingue sulle quali si fonda la cultura europea è fondamentale per il bagaglio intellettuale non tanto letterario ma scientifico ed artistico.

Tutte le scienze, esatte, positive, umane e sociali, sono nate da rami della filosofia, scienza generale, che hanno acquisito via via un proprio statuto disciplinare autonomo. Tuttavia le loro concezioni di fondo vengono da quel tronco e dalle sue radici linguistiche che sono greche e latine, come dimostrato dalla quasi totalità dei nomi scientifici. Tra le scienze bisogna, però, dare più spazio alla biologia. Émile Durkheim, infatti, giutamente consigliò ciò per la scuola francese del suo tempo. Egli attribuì una certa difficoltà a capire la società, in una Nazione fortemente cartesiana, dal fatto che la matematica genera individualismo, in quanto tutti i numeri cominciano da uno, e sono unità numeriche. Invece la società è organica, come i tessuti studiati dalla biologia. È un organismo vivente.

Lo schema disciplinare dell’antico ginnasio è lo schema, facilmente adattabile, da cui partire per una scuola media ampliata, non culturalmente inferiore. È realmente popolare una scuola che miri ad elevare la cultura di tutti, gettando basi solide con didattiche semplici; non una scuola che abbassi i suoi contenuti di conoscenza, per produrre masse ignoranti abbindolabili dal primo demagogo.

Aggiornato il 27 agosto 2020 alle ore 11:33