In stato d’abbandono

Diciamoci la verità, sono bastati due anni di esperimenti politici demenziali per rovinare quello che manteneva miracolosamente a galla una barca già bucata e zavorrata da decenni di sbagli, menefreghismi, opportunismi e ipocrisie dei governi. Sia chiaro di tutto ciò il centrodestra è responsabile di poco, perché in 74 anni di repubblica ha governato solo per 9, dunque è ipocrita chi parla del ventennio berlusconiano come se il Cavaliere avesse guidato il Paese per due decenni. Di sicuro però c’è il fatto che l’ultimo esecutivo sostenuto da una maggioranza scelta dagli italiani è stato il suo nel 2008, parliamo di quel governo che nel 2011 fu cacciato via con una manovra torbida e forzata, voluta dall’Europa assieme a tutta la sinistra italiana, Giorgio Napolitano in testa. È inutile tornare sulla questione che lo spread fu fatto schizzare apposta, che le manovre infide di Gianfranco Fini, gli attacchi a tenaglia della Ue guidati dalla Francia e dalla Germania, la veemenza della stampa, erano parte di un piano studiato nel dettaglio per cacciare Silvio Berlusconi e mettere Mario Monti.

Quella del 2011 infatti fu una tale forzatura costituzionale che solo contro il centrodestra e in un Paese come il nostro è stata possibile, perché a parti invertite oppure in un Paese fumantino, una cosa del genere avrebbe scatenato una rivolta che i gilet gialli sarebbero impalliditi. Da noi al contrario come se niente fosse nel giro di pochi giorni fu scalzato un governo che fino a prova contraria aveva ancora la fiducia delle camere, destituito un premier che aveva ottenuto milioni di voti praticamente personali, sostituito un esecutivo legittimo con uno tecnico inventato ad hoc che poi ci ha rovinati. Sia chiaro in quel momento Berlusconi commise l’errore imperdonabile di dimettersi senza condizioni anziché pretendere elezioni, e peggio ancora di andare a sostenere il governo “aguzzino” che lo aveva cacciato via, una follia politica incredibile.

Tanto è vero che in cambio della remissione silente del mandato e del governo, il centrosinistra per premio al Cavaliere lo fece cacciare addirittura dal senato sfruttando una legge in modo retroattivo, subdolo e anticostituzionale. Basterebbe questo per capire cosa sia capace di fare e come funzioni in Italia la sinistra con tutto il suo apparato di supporto, dalla magistratura ai giornali ai vertici apicali degli organismi, una struttura creata e coltivata nei decenni che all’occorrenza scende in campo e la sostiene. Per farla breve una roba così a parti invertite non sarebbe mai stata non solo possibile ma nemmeno immaginabile, perché un’altra grande colpa di Berlusconi è stata quella di non aver creato quando ha governato una controcultura liberale, una contro intellighenzia democratica e statale, una controinformazione più onesta e pluralista antagonista a quella di sinistra. Il Cavaliere negli anni di governo al posto di uno Spoils system naturale e liberale dell’apparato, ha mantenuto posti e gangli, vertici e rendite di posizione di quella che per lui era opposizione, per questo quando è servito l’hanno buggerato.

Tanto è vero che nel nostro Paese solo alla sinistra sono consentite alcune cose, alcune forzature, alcune storture del diritto costituzionale, dell’interpretazione dell’apparato statale e di democrazia Ad usum delphini, al centrodestra invece nulla o quasi è consentito perché ammesso che ci provi gli si scatena contro tutto un sistema rodato e attrezzato da una vita proprio per questo. Ecco perché tornando ad oggi, anzi a due anni fa, Matteo Salvini non avrebbe dovuto mai cadere nella trappola a cinque stelle che non fu per caso ma il frutto di un trabocchetto dietro il quale già si nascondeva l’alternativa cattocomunista, del resto il fittume fra il Pci-Pds-Ds-Pd e Beppe Grillo s’era visto con Pier Luigi Bersani, come si sapeva che i grillini stavano a sinistra. Tanto è vero che in quei giorni del 2018 dopo le elezioni, Di Maio su ordine di grillo andava giocando su due tavoli per indurre Salvini nell’errore, ma se non bastasse c’era il fatto grave di aver escluso a priori il centrodestra arrivato primo da ogni possibilità di governo, la trama stava scritta, tanto è vero che dopo l’ulteriore errore di Salvini sulla crisi è spuntata la coalizione giallorossa.

Tutto questo per capire che alla sinistra e ai cattocomunisti non interessa il Paese e il suo andamento, ma solo il potere e il controllo del sistema, la stanza dei bottoni, prova ne sia che dopo la disgraziata esperienza gialloverde quella giallorossa è una tragedia e una iattura assieme. Siamo allo sbando, in stato d’abbandono, nel caos, completamente fuori controllo, dai conti pubblici ai provvedimenti, dal debito stellare ai progetti da presentare, dalle soluzioni necessarie alle scelte primarie, sul sud, l’economia, il fisco, il lavoro, i programmi per l’Europa, la scuola e le scelte sanitarie. Tra qualche settimana si tirerà la linea 2020 con un Pil sprofondato nelle due cifre, lasciate stare le parole di Roberto Gualtieri, leggete gli indicatori delle agenzie di rating, con un debito sopra il 160 percento, un Paese fermo, senza consumi senza progetti, altroché l’idiozia del tunnel, delle ciclabili, dei bonus, monopattini e del piano per salvare Roma dopo che 5 anni di grillini l’hanno trasformata in un Vietnam di buche, pattume e alberi caduti. Tra qualche giorno voteremo, sia per le regionali che per il referendum, speriamo di esservi stati utili nel ripassare la storia e la realtà, col voto di settembre cari amici serve verità, evviva l’Italia.

Aggiornato il 09 settembre 2020 alle ore 11:58