Buttate il paraocchi

Puntuale è ricominciato il tormentone del Premier e dei suoi show televisivi melensi e sempre uguali, autoreferenziali o celebrativi del nulla di un governo che peggiore in Italia non c’è mai stato. Basterebbe pensare alla descrizione delle linee progettuali sul recovery per avere i fondi, un libro dei sogni del tipo babilonia di Nabucodonosor o se volete l’Utopia di Tommaso Moro, insomma le solite parole come quelle sulla pioggia di centinaia di miliardi, l’anno bellissimo e la bravura che passerà alla storia

Peccato che in 2 anni il professore di tutto questo non abbia né realizzato e né impostato il minimo accenno, come è peccato che pensi di bruciare soldi per le ciclabili, per i monopattini e l’autovelox di quartiere, quando gli assetti urbani e del territorio sono ridotti a pezzi da decenni. Del resto sarebbe sufficiente girare per Roma, la capitale, ridotta a un campo di battaglia, fra buche, marciapiedi diroccati, parchi abbandonati, interi quartieri disastrati che oltre agli abitanti sono pieni di pattume e di animali, dai sorci ai cinghiali, dalle cornacchie ai gabbiani, un zoo all’aperto.

Eppure il Premier anziché disporre per prima cosa la messa in sicurezza degli assetti territoriali, stradali, del verde pubblico, delle banchine fluviali cittadine e limitrofe, degli scarichi fognari superficiali e dei sottopassi, degli alvei idrogeologici d’Italia, pensa ai monopattini e alle piste ciclabili e ai rivelatori urbani di velocità. Pensate voi che nel nuovo codice della strada giallorosso c’è l’assenso al contromano delle biciclette, l’uso libero del monopattino, le preferenziali per i bicicli e l’autovelox nel centro cittadino, roba che magari, almeno a Roma, si potesse viaggiare almeno a 10 all’ora.

Insomma quelle del Premier sulle proposte in elaborazione per i finanziamenti europei sono le stesse chiacchiere che girano da anni con l’aggiunta fantasiosa di alcune parole magiche che i cattocomunisti e i grillini usano per suggestionare il popolino. Parliamo del new green deal, dello smart working, del fixed wireless access, roba per suggestionare in parte e per sprecare soldi e indebolire l’economia in altra parte, perché si tratta di progetti che per funzionare richiedono una base e una predisposizione che in Italia non esiste. Per farla breve è come se comprassimo un motore Ferrari per metterlo su una 500. Tanto è vero che per esempio sulla fibra ottica è un caos e nella maggior parte dei casi è un flop perché non si può fare, come è un caos lo smart working che ha finito di paralizzare un apparato pubblico già inefficiente, oltreché colpire a morte l’economia indotta visto che la gente resta a casa.

Per non parlare del green, che non è quello del golf, ma una parola magica che dopo il business di Greta in giro nel pianeta, è diventata una sorta di “apriti sesamo”, basta accompagnare ogni sciocchezza col termine green e si apre ogni porta anche se poi tutto rimane tale e quale. Del resto se il green fosse stato a cuore al premier e ai suoi governi si sarebbero realizzati i termovalorizzatori, incentivati fiscalmente i carburanti alternativi, sistemati fiumi e torrenti che quando esondano fanno dal nord al sud tragedie, sostenuta la manutenzione delle spiagge, dei litorali, dei parchi montani, per non dire dell’agricoltura. Si sarebbe posta mano ad un piano straordinario di messa in sicurezza delle strade nazionali, di alcuni passaggi ferroviari, dove tra buche, mancanza di guard rail, attraversamenti incustoditi, segnaletica fatiscente, illuminazione inesistente, smottamenti e frane è un bollettino di guerra. E poi che dire delle infrastrutture da ammodernare tecnologicamente e strutturalmente prima di pensare a quelle nuove che servono solo a fare un figurone per l’annuncio visto che poi restano lettera morta, insomma da anni si parla di cantieri per questo e quello mentre si lasciano marcire le installazioni esistenti che sono a rischio, basterebbe farsi un giro per i porti, gallerie, viadotti, stazioni ferroviarie, dighe e quant’altro.

Del resto questo governo sta spendendo un capogiro per i banchi singoli cinesi quando in tutt’Italia ci sono scuole pericolanti e fatiscenti, per non dire degli uffici pubblici, degli ospedali, delle attrezzature pubbliche sportive, dei siti archeologici che tutto il mondo ci invidia. Questo è un governo che parla di green e di emissioni, ma il parco nazionale dei mezzi statali e locali è più arretrato della balilla, basta guardare gli autobus, le corriere, i mezzi militari, quelli delle forze dell’ordine, della protezione civile e della croce rossa, molti dei quali antidiluviani. Parlano d’elettrico e nelle città a trovare una torretta è come trovare un tesoro, per non dire quello che succede su strade extraurbane e autostrade, parlano di digitale quando da noi nemmeno i cellulari tengono la linea che cade spesso, come spesso non c’è segnale, perfino il telefono fisso funziona male.

Il premier parla di tutto meno che di qualità della vita e dei servizi statali che sono da quarto mondo per lentezza e inefficienza, come la giustizia, e la P.A., non si sente dire che per prima cosa verranno messi in riga e meglio attrezzati gli uffici pubblici sfaticati che dovrebbero servire al cittadino.

Ecco perché diciamo: cari amici buttate i paraocchi e guardate bene, smettetela di farvi prendere in giro e fatevi sentire, perché la democrazia si difende solo così evitando di fare i fessi, di abboccare, di restare sotto un governo incapace e ignorante, si difende col voto e con la voce perché chi è causa del suo mal pianga sé stesso, buttate i paraocchi e votate bene alle Regionali e “no” al referendum.

Aggiornato il 10 settembre 2020 alle ore 12:25