La casta 5 Stelle vota sì per ridurre spazi di democrazia

Il nuovo ordine mondiale, o per gli anglofoni il “deep state”, ha ben predisposto la propria agenda preparatoria alla riunione del governo mondiale. Riunione che andrebbe oltre le stesse competenze di Onu o paritetiche organizzazioni internazionali. Infatti, nei piani del deep state c’è quello di ridefinire i ruoli delle democrazie, riducendo l’influenza delle scelte popolari nella governabilità degli Stati. L’obiettivo è creare un gioco piramidale di élite. Programma che prevede la drastica riduzione dei parlamentari in ogni nazione, sino a far entrare negli ordinamenti la regola che, a governare uno Stato siano delle élite, che a loro volta rispondono al ristretto gruppo che regge l’oligarchia mondiale. A questo progetto stanno lavorando da almeno una quarantina d’anni filosofi, politologi, matematici, magistrati, scienziati… tutti sul libro paga di multinazionali, fondazioni, gruppi finanziari e ricchi filantropi. Oggi perseguono questo obiettivo, che a par loro offrirebbe ai popoli la pace mondiale (sicurezza, reddito universale di cittadinanza, controllo cibernetico di ogni individuo), Bill Gates, Elon Musk, Hillary Clinton, il presidente cinese Xi Jinping, George Soros e con loro tutta la fazione politica avversa a Vladimir Putin, Donald Trump ed i vari che credono ancora nell’autodeterminazione dei popoli.

Il progetto del “deep state” verrebbe rinviato (o proprio cestinato) qualora Trump vincesse nuovamente le elezioni e, soprattutto, Putin riuscisse a riprendere l’egemonia in tutti i territori un tempo sotto l’egida sovietica.

Per capire come si svilupperebbe una siffatta società feudale, è necessario studiare le complesse relazioni tra sacerdoti e magistrati nella Roma repubblicana e poi imperiale. Di fatto l’oligarchia mondiale vorrebbe frapporre tra sé ed il popolo ben due caste dominanti, candidate a sostituire i politici eletti: la magistratura e gli scienziati. La magistratura avrebbe nelle proprie mani le leve delle forze di polizia e gli scienziati influirebbero sul sistema finanziario ed avrebbero a disposizione l’esercito: da queste due caste verrebbe scelto in futuro (da un conclave di magistrati e scienziati) il futuribile presidente d’ogni repubblica, a cui spetterebbe il comando su magistratura e forze armate. Ben si comprende che un passo importante verso siffatto obiettivo è la riduzione dei parlamentari, a cui seguirebbe entro il 2025 la proposta (già studiata dalla Casaleggio Associati) di tornare ai deputati non pagati e per censo (le élite), come era per Camera e Senato del Regno: quindi una ulteriore riduzione dei parlamentari che permetterebbe alle sole élite di entrare in Parlamento e legiferare. In un siffatto sistema i dicasteri verrebbero dalle élite affidati agli appartenenti alle due caste del sacerdozio laico: magistrati e scienziati. Questo esperimento fa dell’Italia una sorta di cavia, e la vittoria del “Si” permetterebbe una rapido raggiungimento degli obiettivi elitari. Di fatto i 5 Stelle sono stati utilizzati dal potere sovrannazionale per demolire le sedicenti caste e sostituirle con le due caste sempre più influenti (magistrati e scienziati).

Questo progetto di revisione del potere s’ispira in grandi linee alla società romana, che concepiva le comunità sociali su un piano subordinato: ogni comunità civilizzata era il luogo ove coabitano uomini e divinità, e la religione (rigorosamente pagana e laicale) condensava l’insieme delle relazioni quotidiane tra gente comune e delegati delle divinità. Relazioni materiali che ispirarono il culto laico e pagano del dio imperatore.

Nella futura società verrà culturalmente iniettato il culto laico delle caste sacerdotali dei giudici e degli scienziati, e solo a loro sarà permesso decidere per il bene dei popoli in concerto col “deep state”. Nella società romana, l’opinione dei sacerdoti costituiva un elemento rilevante del gioco politico. Ed anche a Roma il potere sacerdotale sfuggiva al dominio dei leader politici, dei tribuni, dei consoli. E questo per il particolare modo in cui venivano reclutati. Come potremmo oggi sconfessare uno scienziato o un magistrato gradito alla rete della piattaforma Rousseau? Nell’Antica Roma le forze politiche tentavano di controllare i sacerdoti, ma era arduo. Oggi allo stesso modo i tanti eletti, tra Camera e Senato, provano (spesso invano) ad entrare nelle grazie di magistrati e scienziati. Nell’Antica Roma sacerdoti (antenati dei nostri scienziati) e magistrati venivano reclutati in diverso modo, e avevano comunque competenze proprie molto ampie: dalla celebrazione dei riti alla gestione. Di fatto anche in quei tempi pagani c’era una sorta di concorso pubblico sia per i magistrati che per i sacerdoti. Per intervenire nella vita pubblica, i senatori erano tenuti a consultare e rispettare le indicazioni dei sacerdoti e dei magistrati. Sul rapporto tra sacerdoti e magistrati va rammentata la distinzione sul piano dell’azione pubblica: sul piano religioso il magistrato disponeva di potere più ampio del sacerdote (col popolo o contro), mentre i sacerdoti non disponevano né dell’imperium, né della potestas. Le complesse relazioni tra sacerdoti e magistrati esprimevano uno dei maggiori principi della concezione religiosa degli antichi: quello secondo cui la città era il risultato di un’alleanza fra gli uomini e gli dei, ma sotto il governo dei magistrati e dei sacerdoti. E se l’imperatore era un divo, una divinità, si stenta a credere che i potenti della Terra non abbiano oggi la stessa percezione della propria persona, del proprio potere. Ci viene detto da più parti che ai tempi dell’avvento di Cristo eravamo circa trecento milioni e che oggi, l’aver superato la soglia dei sette miliardi di esseri umani, imporrebbe regole più strette, che blocchino l’operosità, l’economia… per il bene del Pianeta. Mala tempora currunt, e si spera almeno in Italia vinca il “No” al referendum. L’Italia faro di democrazia potrebbe invogliare molti Paesi ricchi ed emergenti a ribellarsi verso caste antiche e nuove.

Aggiornato il 18 settembre 2020 alle ore 09:38