Ci siamo, andiamo a vincere

Questo non sarà per gli italiani e per il popolo di centrodestra un fine settimana elettorale come gli altri, perché potrà segnare l’inizio della fine di un governo del Paese che peggiore non c’è mai stato, mai così incapace, mai così incosciente dei problemi, così spudorato rispetto alla realtà. Del resto a proposito di vergogna ancora ieri con le facce di bronzo alla Riace, tutti i leader del centrosinistra si sono affannati a dichiarare che se anche fosse sconfitta clamorosa, non cambierebbe nulla e governo e maggioranza resterebbero al posto loro. A parte che parlare di maggioranza dopo una eventuale ulteriore batosta elettorale che potrebbe portare il conto delle regioni 16 a 4 a favore del centrodestra, sarebbe una falsità da tribunale, ma dichiarare che per l’esecutivo non cambierebbe nulla è una offesa grave agli elettori e allo spirito più autentico della Costituzione.

Perché sia chiaro col Paese per tre quarti in mano al centrodestra fare spallucce e tirare dritto significherebbe infischiarsene della volontà popolare a cui la carta assegna sovranità, come a dire cari cittadini a noi di voi non ce ne frega niente, il vostro voto è ininfluente. Del resto per capire il livello d’ipocrisia del centrosinistra, basterebbe pensare che a parti invertite farebbero l’ira di Dio, assedierebbero il Colle, occuperebbero le piazze, scatenerebbero l’informazione, chiederebbero al mondo radical chic, a quello intellettuale di appellarsi allo spirito costituzionale. Se fosse toccato a loro avrebbero riscoperto il valore intimo della carta, dell’importanza della sovranità popolare, dell’armonia indispensabile tra maggioranza e volontà dei cittadini che nel dettato è indicata eccome, per farla breve avrebbero chiesto e ottenuto una crisi di governo. È solo quando tocca al centrosinistra che le cose scompaiono, si derubricano, a partire dalla inefficacia dei provvedimenti che hanno bruciato 100 miliardi, dalle figuracce con l’Europa come l’ultima sulle linee guida del Recovery fund nelle quali è stato sbagliato clamorosamente il Pil decennale, che si fa finta di nulla delle proteste di tutte le associazioni di categoria Confindustria in testa.

Esclusivamente con le sinistre al potere si sorvola sui casi tipo “Palamara”, mafiosi scarcerati, sul reddito di cittadinanza che in assenza di controlli viene erogato ai delinquenti, camorristi, ai presunti omicidi, al fior fiore della brava gente sulla pelle delle casse pubbliche. Roba che a proposito di controlli, se a un povero cristo d’ artigiano, commerciante, piccolo imprenditore, gli salta una fattura, uno sbaglio in dichiarazione, gli scatenano in un secondo Equitalia, mentre sul reddito sono mesi che vengono segnalate le vergogne sull’erogazione eppure tutto continua impunemente e lo vediamo. Solamente quando a palazzo Chigi c’è la sinistra lo spread resta basso anche se i conti sono sballati, il debito va alle stelle e il deficit pure, il Pil sprofonda nelle Bermuda e la spesa pubblica allegra raddoppia, solo con loro guarda caso la Ue è compiacente e le banche tedesche e francesi non vendono in massa per sfiducia i nostri titoli sovrani. Come se non bastasse esclusivamente con la sinistra al governo i giornali non titolano “Fate Presto” e finiscono nei corsivi di quarta pagina le assurdità, le contraddizioni clamorose del premier e dei ministri sulla scuola, sui 100 miliardi bruciati, sul Cts, sulle scarcerazioni, sui numeri dell’immigrazione illegale, sugli errori giganteschi dell’Inps.

Ecco perché diciamo che a parti invertite se il centrosinistra, col governo in mano al centrodestra, si ritrovasse a governare 16 regioni su 20 sarebbe crisi ed elezioni politiche subito, per questo Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi se lunedì fossero confermate le previsioni sulle regioni, martedì dovrebbero salire al Quirinale con la Costituzione in mano per puntare i piedi fino alla fine. E se questo non bastasse cari concittadini ci siete voi, ci siamo noi, perché l’Italia è nostra mica della casta, il Paese lo tiene in piedi l’apparato produttivo che rischia, suda e lavora, l’impiego produttivo che va in fabbrica e al negozio, l’occupazione che produce reddito mica quella che lo consuma come gli statali, c’è l’Italia che ha votato e pretende che quel voto venga rispettato. Ecco perché martedì se fossero confermati i sondaggi, non solo i leader, ma il popolo di centrodestra, della libertà della democrazia del rispetto del voto, quello che ha patito oltre al Covid gli sbagli del governo e rischia il posto per una crisi sottovalutata e non riceve il bonifico di stato, deve farsi sentire in modo possente, democratico e legale, perché il silenzio siatene certi porterebbe male. Viva l’Italia libera e democratica, pluralista e garantista, repubblicana e liberale, viva l’Italia degli italiani e di tutti i cittadini.

Aggiornato il 21 settembre 2020 alle ore 08:57