Il coprifuoco de’ noantri

Avviso: il Comando di Presidio di Gardone Riviera ha stabilito per il coprifuoco e per la chiusura dei pubblici esercizi il seguente orario: coprifuoco dalle ore 22 alle ore 5,30. Chiusura di tutti i locali pubblici, come trattorie, caffè, bar, cinematografi, alle ore 21,30. Tale orario ha inizio con il giorno 12 novembre”.

Questo il testo di un drastico provvedimento adottato da uno dei comuni della Repubblica di Salò nel 1943, quando l’Italia era letteralmente devastata dai bombardamenti, dalla fame e da una crescente guerra civile.

Eppure oggi, nella pacifica e sviluppata Europa, in un Paese altrettanto devastato dalla paura, grazie anche ad una informazione che da mesi continua a spacciare un virus a bassa letalità relativa – secondo quanto affermato da Giorgio Palù, autorevolissimo virologo di fama internazionale – per qualcosa di simile alla peste bubbonica o all’Ebola, importanti regioni stanno decretando un coprifuoco altrettanto drastico.

In Lombardia, principale motore economico dell’Italia, il 22 ottobre dovrebbe scattare per tre settimane tale misura, a mio avviso insensata, la quale impedirà qualunque attività umana al di fuori della propria abitazione, fatte salve le deroghe essenziali, dalle 23 alle 5 del mattino. Idem con patate per la Campania del presidente-sceriffo, Vincenzo De Luca. Per soprammercato la stessa Lombardia, seguita a ruota dal Piemonte, chiuderà i centri commerciali durante i prossimi week-end.

Ma questo sembra ancora poco per alcuni profeti di sventura con il camice bianco, come il virologo Fabrizio Pregliasco il quale, pur condividendo la stessa opinione di Palù in merito alla bassa letalità del Sars-Cov-2, paventa futuri provvedimenti ben poco rassicuranti per queste lande sempre più desolate. Dice infatti Pregliasco: “Al momento le terapie intensive sono ancora abbastanza vuote, ma visto questo crescendo ormai esponenziale, bisogna prendere delle iniziative forti. Il coprifuoco che si vuole imporre a partire da giovedì 22 ottobre non è del tutto sufficiente per Milano. La città per densità di popolazione, interscambi lavorativi, i contatti legati alla tipologia abitativa, sicuramente è un malato più grave”.

Che dire, dato che la fantasia dei cosiddetti chiusuristi a oltranza, seguita finora quasi pedissequamente da un Governo ansioso di rivendicare il merito di averci salvato da morte certa, non sembra avere limiti, non possiamo aspettarci nulla, ma proprio nulla di ragionevole durante il prossimo, lunghissimo inverno. Dopo aver sperimentato l’idiozia delle inutili mascherine all’aperto, il balletto dei protocolli sempre più demenziali su tutto ciò che implica contatti umani, il blocco, spesso autoimposto dal clima di terrore, di gran parte delle manifestazioni pubbliche in ogni angolo della Penisola, sempre con l’insensato obiettivo di fermare un virus oramai endemico, è rimasto ben poco da proibire e da irreggimentare. Mi sembra piuttosto evidente che, malgrado i sempre rassicuranti numeri che la pandemia registra in Italia, se la intollerabile tendenza autoritaria in atto non verrà arrestata, ci ritroveremmo assai presti nuovamente rinchiusi entro le mura di casa, in attesa che i geni del comitato di salute pubblica al potere raggiungano il folle obiettivo del contagio zero.

Aggiornato il 21 ottobre 2020 alle ore 11:24