Il lockdown prossimo venturo

Indosso con obbedienza socratica la mascherina anche se credo che serva a poco. Non protegge dai contagi né dove, da tempo, sono obbligatorie, al chiuso (nosocomi, residenze sanitarie assistenziali, macelli) né dove non si usano (tra le mura domestiche). E quanti la cambiano dopo le prescritte poche ore di utilizzo? Quanti invece continuano a riutilizzarle dopo pittoresche sterilizzazioni casalinghe? La mascherina conferisce un immotivato senso di sicurezza a quanti si imbarcano giornalmente nei superaffollati mezzi pubblici. A mio avviso né questa né i letali (per l’economia) lockdown sono mezzi capaci di arginare la diffusione del contagio.

Tutti i giorni osserviamo nei bollettini di guerra al virus una curva dei contagi sempre più inclinata verso l’alto. Analogo andamento dovrebbe avere quella del numero dei tamponi praticati: non è così. Il numero dei tamponi altalena con enormi oscillazioni, giorno per giorno, creando un infedele quadro dell’andamento dell’epidemia. Il Governo ancora si compiace della propria performance nell’affrontare il Covid-19, eppure siamo, da sempre, tra i Paesi che fanno, in percentuale, meno tamponi ai propri cittadini. La decantata app Immuni non funziona perché quasi nessuno dal sistema sollecita l’inserimento delle notifiche di positività. Chi l’ha scaricata si sente, come sopra, immotivatamente rassicurato e protetto.

Convinti della propria insostituibile efficienza – o per altri meno nobili motivi – i governanti non abilitano la capillare rete dei medici di famiglia né autorizzano la sanità privata a collaborare a piani di test e monitoramento di massa. I negletti kit sierologici rapidi sono vendibili in farmacia non dietro prescrizione, ma addirittura in presenza del medico. Quello che in altre nazioni si sbriga nel giro di pochi minuti, da noi, nei centri Covid e nei drive in, diventa un’attesa biblica. Idem per la lentezza nel rilascio dei risultati.

È da mesi che da più parti si lanciano avvertimenti sulla necessità di aumentare i test e la capacità diagnostica. Solo questa strada potrebbe permettere l’emersione dei tanti casi asintomatici e disporre il loro selettivo isolamento. Il refrain che ci hanno inculcato erano le 3 t: test, trace, treat. Le prime due sono già fallite. Per la terza ancora galleggiamo. E intanto il Governo ci allena con terroristici messaggi quotidiani a prepararci al prossimo lockdown natalizio (in tempo per la botta finale alle moribonde attività commerciali). Perché la colpa è nostra che non indossiamo le mascherine? O perché sono loro che sono inetti e incompetenti?

Aggiornato il 22 ottobre 2020 alle ore 12:06