La pandemia per smantellare la democrazia

mercoledì 28 ottobre 2020


Troppo facile dire che la colpa è dei fascisti, sempre pronti a mestare nel torbido, trasformando in rabbia un malessere troppo a lungo inascoltato e aprendo la porta all’aspettativa generalizzata di un intervento forte, risolutore.

Se solo volgessimo indietro lo sguardo, ci accorgeremmo che questi sciagurati teppisti non fanno altro che interpretare al meglio la parte per la quale sono stati scritturati: creare disordine e diffondere paura in una popolazione disorientata dalla epidemia e attanagliata dall’incertezza sul futuro.

È già successo, a Weimar e anche qui, a casa nostra, quando qualcuno, sfruttando il disagio e alimentando il disprezzo verso le libertà, ha proposto la più semplice tra le terapie sociali: l’ordine restaurato.

E noi, come già è accaduto, ci stiamo cascando. Anzi: ci siamo già cascati.

Gli squadristi sono quello che sono, ma la colpa, quella vera, è di chi, per inettitudine manifesta, non ha compreso che il virus dell’odio non si neutralizza con la quarantena, ma si combatte con misure idonee ad incidere sugli squilibri che alimentano quella rabbia e a generare fiducia nel futuro.

Guardate con attenzione quello che sta accadendo; chiedetevi come sono percepite le misure adottate dal Governo; pensate alla paura di chi teme di perdere il lavoro e i mezzi di sostentamento. Poi, aggiungete un nemico (ieri gli ebrei, oggi gli immigrati) e il gioco è fatto. La pandemia in atto serve soltanto a raccogliere i frutti di un paziente lavoro di smantellamento delle democrazie occidentali, indebolite dal populismo e dalla scientifica collocazione al timone delle istituzioni di soggetti del tutto inadeguati, scelti sulla scorta di discutibili valutazioni etiche e non per le loro qualità.

Possiamo ancora evitare che le cose si ripetano, ma dobbiamo avere coraggio.

Soprattutto, dobbiamo liberarci – democraticamente – di una classe dirigente inetta e pericolosa, incapace di capire la realtà e di tradurre le parole in fatti concreti, a vantaggio dell’intero corpo sociale.

Quelli di ieri erano dei segnali. Non interpretarli correttamente potrebbe costarci molto caro.


di Mauro Anetrini