Il manifesto politico di un uomo libero

Nell’ultimo anno, l’impegno politico di Arturo Diaconale si è concentrato sulla nascita e sullo sviluppo di “Destra Liberale Italiana”, l’associazione politico-culturale lanciata lo scorso anno insieme a Giuseppe Basini. Oggi vogliamo ripubblicare il suo “Appello per una Destra Liberale”, convinti che le sue parole possano essere – come lo sono sempre state – un formidabile spunto di riflessione per un’area politica ancora alla ricerca di una rappresentanza all’altezza dei difficili tempi in cui viviamo.

Esistono una destra populista ed una destra sovranista. Ora bisogna dare vita ad una destra liberale.

Che non abbia come tratto caratteristico quello di una moderazione divenuta sinonimo di passività nei confronti delle due destre esistenti e di una sinistra che non ha più motivazioni oltre quella della rabbiosa nostalgia per il potere perduto. Ma che sia liberale, liberista e libertaria in maniera intransigente.

Che sia laica, riformista e riformatrice senza remore di sorta.

Che non possa non dirsi crocianamente cristiana ma che non abbia timori reverenziali nel criticare la svolta pauperista e terzomondista di una Chiesa che detesta la modernità occidentale e costituisce un ostacolo oggettivo alla speranza di una Europa unita e di una Italia artefice del proprio destino.

Che difenda i valori cristiani della solidarietà e della misericordia ma che non dimentichi l'esistenza nel messaggio di Cristo del perdono e dell'amore.

Che non si appiattisca su un europeismo di maniera politicamente corretto ma si batta con decisione per gli Stati Uniti d'Europa sul modello degli Stati Uniti d'America.

Che sia strenua nemica dello statalismo burocratico che umilia e schiaccia l'individuo riportandolo alla condizione di suddito servitore delle epoche passate.

Che nel rispetto dell'uguaglianza del diritti e dei punti di partenza difenda ad oltranza le differenze del merito, delle competenze, delle capacità e delle conoscenze.

Che esalti e difenda il lavoro in tutte le sue forme perché è nel lavoro che si fonda gran parte della dignità umana ed è solo grazie ad esso che si può produrre crescita e sviluppo in grado di combattere la povertà, l'emarginazione e la disperazione dei ceti più deboli e svantaggiati.

Che si opponga con la massima determinazione ad ogni forma di assistenzialismo figlio di una visione della società in cui l'unica forma di egualitarismo reale è quello del pauperismo generalizzato.

Che riconosca i pregi ed i difetti della civiltà occidentale ma che, come per la democrazia, non dimentichi mai come nessuna altra civiltà abbia raggiunto il suo livello di libertà e di spiritualità.

Che respinga ogni idea della giustizia come vendetta e si batta per una giustizia giusta al servizio del cittadino e non di una qualche etica giacobina elaborata da settari gonfi di autoritarismo.

Che respinga ogni forma di razzismo e discriminazione ma sia cosciente che l'accoglienza irrealistica ed irresponsabile impedisce la corretta integrazione ed è fonte primaria di razzismo e discriminazione.

Che, con tutte queste caratteristiche, sappia riaccendere negli italiani la speranza di una nuova rinascita, di una grande ripresa, di un futuro felice per se stessi e per i propri figli!

Aggiornato il 10 febbraio 2021 alle ore 13:20