Governo Conte bis(lacco): tutti giù per terra

Quando la paura fa 90 improvvisamente si diventa tutti più ragionevoli e si cerca di dare corda al proprio interlocutore/avversario, come del resto è accaduto nella mattinata frenetica di ieri, ma la corda poi si è spezzata. Come di solito accade in questi casi, sicuramente si farà strada la tesi, in virtù dell’istinto di sopravvivenza parlamentare – tranquilli, tanto non si andrà a votare – che la soluzione sia fare un bel semplice nodo che poi permetta a questa obsoleta corda, che tiene a stento l’attuale restante parte della maggioranza, di continuare a reggere ciò che è rimasto delle forze di governo. Però…c’è un però, bisogna anche tener presente che, prima o poi, quel nodo per quanto fatto alla meno peggio, cederà sotto il peso delle troppe contraddizioni che hanno portato alla apertura della crisi di questo governo Conte bis(lacco). Visto la malaparata, come per incanto, nella maggioranza si sono susseguite dichiarazioni, fino alle prime ore del pomeriggio di ieri, che hanno fatto intravedere la possibilità di sotterrare l’ascia di guerra, quindi si sono intravisti all’orizzonte i primi inviti alla ragionevolezza da parte di Beppe Grillo. Verrebbe da dire: da quale pulpito viene la predica. Proprio da colui che ha mandato tutti a “vaffa…”, ad onore del vero va precisato, che con ciò ha saputo dimostrare di possedere un notevole aplomb, ma pare che si sia reso conto, solo ieri, che ha dei seri problemi a recarcisi lui per una volta. Se fosse così, però, questa sarebbe mancanza di democrazia, già dimenticavo nel M5S non esiste, scusate come non detto.

Quindi qualcuno, come i pentastellati, ha cercato, invano, di far breccia nell’animo istituzionale di Matteo Renzi, alla stessa stregua di due ex fidanzatini che si sono mollati e una parte cerca di far nascere degli scrupoli di coscienza all’altra, in questo caso mettendo in campo la tecnica dell’appello per un obiettivo che portasse alla ricerca del bene comune per la nazione, lavorando uniti tramite un patto. Peccato che finora questo proposito proprio il M5S non lo ha dimostrato nei fatti (o comunque, se lo ha fatto, in molti non ce ne siamo accorti, forse manchiamo di sensibilità o forse siamo distratti, chissà?), ma questo Matteo Renzi lo avrebbe dovuto ben immaginare, quando si è speso per far nascere il governo Conte bis(lacco), sapeva che il premier era su quella sponda, una sponda di difficile approdo tra l’altro. Un appello, quello pubblicato ieri dal deputato dei cinquestelle, Giorgio Trizzino, poi riportato sul sito dello stellato Beppe nazionale, con un post, che aveva una certa similitudine con quelle letterine colme di buoni intenti, che sembra avvicinarsi più al modo di fare di quei bambini che sono consapevoli di essere stati discoli, ma che comunque confidano nella bontà della Befana, elencando dei buoni propositi per il futuro. Solo che a guardar bene il calendario il 6 gennaio è già trascorso e si sa che non si può pretendere un qualcosa che doveva essere chiesto un po’ di tempo prima, permettendo così alla Befana di avere il tempo necessario per leggere la letterina del Recovery plan e magari condividerla, questo si fa notoriamente se si vuole davvero l’interesse della nazione.

Quello che nella letterina colpisce è il richiamo al mondo dell’informazione e ai cittadini italiani, la prima invitandola a ritrovare sé stessa in un ruolo non di partigianeria interessata, ma esclusivamente di descrizione di notizie e di indispensabile ruolo comunicativo, i secondi a prestare il loro contributo per far funzionare la ripresa della nazione. Adesso con tutta la comprensione di questo mondo, ma come si fa a sostenere queste cose? Chi opera nell’informazione, come i cittadini, possono avere anche le tasche piene (pardon forse è il caso di dire tasche vuote, con quello che non è stato fatto da questo governo, immobile) del continuo scarica barile che si fa dal Governo, lo si vuole capire che non siede a Palazzo Chigi né chi fa informazione, né i cittadini ai quali oramai con troppa nonchalance si chiedono continui sacrifici? Siete stati voi, caro onorevole cittadino Trizzino, (avete detto voi uno vale uno, io lo applico, anche se voi già l’avete dimenticato) a presentarvi a noi cittadini italiani per dire votateci, non siamo venuti noi a chiedervi in ginocchio, per cortesia, candidatevi (anche se in ginocchio avete finito per ridurci, imprese, occupazione, e l’Italia intera), sempre voi avete chiesto di darvi fiducia per cambiare le cose, noi non siamo come quelli del passato, a gran voce, urlavate.

E ancora, siete stati sempre voi a dirne di tutti i colori sulla Lega e lo stesso avete fatto con il Partito Democratico, poi sia con l’uno che con l’altro avete fatto un governo, come dire “o Franza o Spagna, purché se magna”. Adesso passi che Beppe Grillo è un ex comico e quindi in quanto tale faccia ridere, ma questo non significa che chi fa parte del suo movimento debba per forza fare altrettanto, semmai dovrebbe far politica, altrimenti delle due una: Beppe ho hai messo su un movimento politico o un laboratorio teatrale mascherato, visti i risultati, escluse alcune eccezioni, visti i risultati, direi più il secondo caso. Con quale coraggio si può mai sostenere simili cose, va bene l’unità nazionale, ma lo capite che lo dovevate fare prima voi, essere d’esempio, e non chiederlo a noi! Con quale sfacciataggine si può puntare il dito in questo modo sull’informazione e poi far credere che i cittadini italiani non abbiano fatto abbastanza e chiedere ancor di più. Se proprio vogliamo dirla tutta, nel primo caso, sull’informazione chi ne ha fatto un’ampia strumentalizzazione partigiana è stato proprio il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte – come dire: il bue dice cornuto all’asino – nel secondo caso, sui cittadini è ora di dire basta, non se ne può davvero più, purtroppo la triste considerazione è che chi doveva essere il nuovo nella politica italiana è rimasto affascinato dalle sirene del Palazzo, sostenendo tesi e voci come quelle descritte in questo articolo. Ma fuori, cari miei, le piazze, le vie e i vicoli delle città gridano altro!

Aggiornato il 15 gennaio 2021 alle ore 08:11