No Green pass: malcontento, sfascismo, incapacità

martedì 12 ottobre 2021


No Green pass, No vax, libertà, libertà! L’hanno chiamata, infatti, manifestazione per la libertà quelli di Forza Nuova i cui capi e dirigenti si trovano inevitabilmente nei guai politici ma anche giudiziari, non soltanto perché responsabili del movimento di estrema destra cui prima o poi la politica metterà il bavaglio o decreterà lo scioglimento, ma irresponsabili nella sua gestione che sabato scorso ha devastato la Cgil, assaltato il pronto soccorso del Policlinico Umberto I e bloccato per ore la Capitale. Gridare alla libertà come al proprio ombelico e suffragare certe teorie su cospirazioni circa presunte dittature sanitarie rischia di essere più un delirio che un vero e proprio elogio della libertà stessa.

Il sabato nero a Roma al grido di “libertà, libertà!” temiamo che non rimarrà l’unico nel prossimo futuro, non tanto o non soltanto perché le pseudo ragioni di Forza Nuova trovano autorevoli motivatori in illustri studiosi e scienziati come Massimo Cacciari e non solo – mentre anche in una certa politica ci si è gingillati per giorni sui “no” più che sui “sì” – ma per un grave e diffuso malcontento sociale che la crisi provocata dal Covid ha innescato e sulla quale la politica nel suo complesso, Governo compreso, non ha capito fino in fondo le conseguenze, senza decisi rimedi.

È certamente vero che non è libertà rendere tutti meno liberi giacché, come ci insegnano alle elementari, la tua libertà finisce dove inizia quella degli altri e, dunque, in una società aperta non nuocete solo a voi se non vi vaccinate. Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e Forza Nuova non vuole ascoltare il buon senso e usare, per converso, la violenza. Il che è tipico di movimenti ispirati, più o meno alla lunga, a ideologie totalitarie, staliniste, fasciste.

Bisogna pur dire che il composito popolo sceso nelle piazze di Roma e di Milano, col suo “No” al Green pass mutatosi in un “No” a tutto, annovera tra le file estremisti di destra (organizzati) ma anche, e non a caso, gruppuscoli di antagonisti di sinistra e anarchici che non hanno mai abbandonato un retaggio nostalgico ideologico che nulla ha a che fare con la libertà. Non ultima e simbolica, quella del giornalista bloccato. Una vergogna. In un simile contesto, ciò che è accaduto nella Capitale non può non chiamare in causa la direzione e gestione delle Forze dell’ordine che si sono trovate a dir poco impreparate, se non addirittura incapaci, a fronte della violenza scatenata.

A qualcuno può essere corsa alla mente la vicenda, a suo modo emblematica, della vicequestore Alessandra Schilirò (ora sospesa) che partecipò alla manifestazione “No vax” di settembre contro il vaccino, ma al di là di questa nota a margine è comunque fuori dubbio che la ministra degli Interni, Luciana Lamorgese, non ha avuto piena contezza dei problemi e dei pericoli per Roma di sabato scorso. Ed è strano questo, poiché la sua è stata una capace e brillante carriera prefettizia e, in quanto tale, vicina alle problematiche di riunioni di massa e di protesta. Una mancanza grave che distruzioni e vandalismi né previsti né impediti provocano un brutto voto in pagella.


di Paolo Pillitteri