Green pass e paradossi vari

Il leader di Forza Nuova nel filmato fatto vedere lunedì da Nicola Porro su Rete 4 sbraitava nel proprio comizio a Piazza del Popolo contro Maurizio Landini e gli intimava, pena l’occupazione della sede della Cgil, di “venire a Roma e indire subito uno sciopero generale contro il Green pass”. Adesso almeno, in parte, è stato accontentato. Landini di fatto sarà nella Capitale nel sabato di “silenzio pre-elettorale” dopo avere indetto uno sciopero generale, non contro il Green pass ma contro i rigurgiti fascisti che ammorbano l’Italia. Ma Giuliano Castellino sa che nella vita non si può avere tutto e si accontenterà.

La cosa appare infatti come una sorta di eterogenesi dei fini, sia pure sui generis. Il tutto con un occhio al vulnus alla libertà di voto di questa scelta da parte del segretario federale della Cgil. Come non rilevare infatti che analoga manifestazione poteva benissimo essere organizzata qualche giorno dopo l’esito dei ballottaggi di domenica prossima? In Italia esiste da sempre un problema liberale. A destra ammiccano ai fascisti e non sanno prenderne le distanze, neanche dopo eventi vergognosi e squadristici. A sinistra non si resiste alla tentazione di mettere fuorigioco l’avversario con la demonizzazione della sua vita privata o profittando di eventi di piazza. Giorgia Meloni o Matteo Salvini (o Silvio Berlusconi) non cambia il risultato. Dei grillini neppure a parlarne, perché di liberale non hanno mai avuto nulla e cercano l’assalto al potere, passando attraverso l’azione delle toghe ritenute amiche. Un disastro.

Sulla gestione dell’ordine pubblico da parte di questo ministro dell’Interno – che neppure se preavvertito dagli stessi squadristi dell’imminente assalto alla Cgil riesce a diramare un ordine “last minute” di presidiare la sede in Corso d’Italiameglio stendere un velo pietoso. Solo dopo – a disastro avvenuto – si minacciano i soliti “pugni di ferro” di repertorio per futuri atti di violenza all’interno delle dimostrazioni dei famigerati “no Green pass”.

La ministra Luciana Lamorgese ricorda il protagonista passivo della pubblicità di “Verisure”, quello che chiama la ditta per mettere l’allarme dopo che il furto o il tentativo di scasso è già avvenuto. Se non ci fosse da piangere si scoppierebbe tutti a ridere.

Aggiornato il 13 ottobre 2021 alle ore 09:17