Governo delle meraviglie e questione migranti

mercoledì 1 dicembre 2021


Sotto la chiglia del Governo delle meraviglie di Mario Draghi si è aperta una falla. Lo squarcio è stato provocato dalla gestione (pessima) e tutta ideologica dell’accoglienza degli immigrati illegali che continuano ad approdare nei nostri porti. Circolassero gli autobus a Roma come funziona la macchina messa in piedi con teutonica efficienza dalle Ong per il traghettamento degli immigrati dalle acque libiche e tunisine alle coste italiane, l’annoso problema del traffico capitolino sarebbe brillantemente risolto. Il flusso dei clandestini prosegue senza sosta per colpa di un ministro dell’Interno che lo permette. Ma la ministra Luciana Lamorgese non è l’unica responsabile. C’è un Parlamento sonnacchioso che ha deciso di lavarsene le mani. E c’è un centrodestra che sull’immigrazione clandestina è diventato afono da quando Draghi è a Palazzo Chigi. Anche la voce di Giorgia Meloni su questo argomento ci giunge alquanto flebile.

Intanto, i numeri. Il cruscotto statistico sui migranti del ministero dell’Interno segnala 62.941 persone sbarcate nei nostri porti dall’inizio dell’anno al 29 novembre. Se si mantenesse questo trend negli arrivi e considerando la massa di clandestini che premono agli estremi confini nordorientali del Paese, si chiuderebbe l’anno di poco sotto i 100mila ingressi irregolari. Che sono decisamente troppi in condizioni di normalità, figurarsi in tempi di emergenza sanitaria. Se pure volessimo mettere da parte le valutazioni di carattere culturale che inducono a ritenere un grave errore la politica delle “porte aperte”, c’è un problema di sicurezza nazionale connesso alla diffusione del Covid che dovrebbe allarmare l’autorità di Governo.

La remissività con la quale si sta affrontando la questione migratoria presto produrrà malcontento tra la popolazione che sta patendo i rigori di un’azione di contrasto della pandemia fortemente penalizzante per le libertà individuali. Restrizioni, tuttavia, che non valgono per gli immigrati i quali, dopo un primo tampone che viene praticato all’arrivo in Italia, sono di fatto liberi di sciamare sul territorio nazionale. Ciò è profondamente iniquo. Si pretendono sacrifici dagli italiani e non si chiede nulla a chi neanche dovrebbe stare qui. E non si tiri fuori la solita solfa dei poveracci che scappano dalle guerre perché è una balla a cui non crede più nessuno. Quest’anno, il primo Stato di provenienza dei clandestini è nuovamente la Tunisia (15.052 sbarcati al 26 novembre). Il Paese nordafricano ha una popolazione di circa 12 milioni di individui. Di questi, 717.258 al 28 novembre risultano contagiati dal Covid e 25.363 deceduti per la medesima causa. Con un tale livello di circolazione del virus, non sarebbe il caso di dire basta al servizio di traghettamento dei clandestini?

Stesso dicasi per gli arrivi da altri Paesi che non godono di buona salute dal punto di vista del contenimento della pandemia. Quando all’inizio di questo flagello sembrava che fossero gli italiani gli untori del mondo, i Paesi nostri “fratelli” dell’Unione europea non si fecero scrupolo nello sbarrarci l’accesso a casa loro. Detto tra noi: fecero bene. Perché è questo che fa un Governo quando un pericolo grave e imminente incombe sulla comunità: la difende. Ed è ciò che stanno facendo i polacchi alla frontiera con la Bielorussia. Certo, è facile fare le anime belle con le frontiere degli altri. Non v’è dubbio che le scene strazianti dei poveracci maltrattati e respinti ai confini orientali dell’Unione europea stringono il cuore. Ma che vuol dire? Quante volte capita di assistere ai lamenti e alle urla di dolore dei parenti di un sospettato nel mentre la polizia ne esegue l’arresto, eppure nessuno applaudirebbe i poliziotti se decidessero di lasciarlo andare perché inteneriti dai pianti dei suoi cari. Violare i confini di uno Stato è illegale e le forze dell’ordine fanno il loro dovere nell’impedire che ciò avvenga. Purtroppo, conosciamo la verità: in Italia imperversa un milieu multiculturalista il quale non solo ritiene che l’immigrazione clandestina non sia reato, ma sostiene che l’accoglienza illimitata sia un dovere e una buona prassi da esportare in tutti i Paesi dell’Unione. Peccato che nessuno tra i nostri partner continentali pensi che si debbano buttare al fiume le leggi per accontentare l’ideologia multiculturalista.

Vi siete chiesti il perché la Commissione europea, che non perde occasione per dare addosso al Governo polacco, sulla vicenda dei clandestini ammassati alla frontiera bielorussa sia rimasta silente e le poche volte in cui è intervenuta l’abbia fatto per accusare il Governo di Minsk di aggredire la Polonia con l’arma impropria della pressione migratoria? In questi giorni alcuni europarlamentari italiani iscritti al Gruppo dei socialisti si sono recati al confine tra Polonia e Bielorussia. Al termine del tour, l’europarlamentare piddino Pietro Bartolo, noto medico di Lampedusa attivo sul fronte dell’accoglienza dei migranti, ha dichiarato: “Se l’Europa si gira dall’altra parte, il Governo polacco è invece attivo con muri, violenze e filo spinato. L’Unione europea non dovrebbe permetterlo, questa non è la nostra Europa. Caro Bartolo, spiace deluderla ma quella vista all’opera a Szczyt Gówniak, tra le maestose querce della sua millenaria foresta, è proprio l’Europa. È l’Unione che non demonizza i muri eretti a protezione della sua identità. Ed è Europa anche quella che si riunisce d’urgenza per dare man forte alla Francia nella guerra di parole e di screzi scoppiata con l’amica-nemica Gran Bretagna sul controllo dell’immigrazione illegale nel Canale della Manica.

Il premier britannico Boris Johnson accusa Parigi di non fare abbastanza per impedire che i clandestini approdino sul suolo inglese. E i francesi per tutta risposta minacciano di togliere la corrente elettrica all’Isola di Jersey che è a un tiro di schioppo dalla penisola di Cotentin nella Bassa Normandia ma è una dipendenza della Corona britannica. Siamo soltanto noi, in Italia, che facciamo i fenomeni agendo come se la porta meridionale dell’Unione dovesse obbligatoriamente restare spalancata per accogliere la disperazione del mondo. Siamo patetici. Questo Governo delle meraviglie è patetico quando permette che il territorio nazionale si trasformi in zona franca per chi voglia metterci piede illegalmente. Si vuole solidarietà per i disperati? Benissimo, aiutiamoli a rimettere in piedi le loro esistenze. Ma a casa loro.

Diamoci un taglio con l’ipocrisia: non si è più buoni se si consente a una massa di disperati di venire a fare la fame in Italia, a essere sfruttati da datori di lavoro senza scrupoli o a consegnarsi alle amorevoli cure delle mafie che infettano il nostro Paese. Ma chi l’ha detto che la natura dell’essere umano lo porti a migrare? Di certo dei saputelli radical chic con la pancia troppo piena per ragionare con lucidità. L’aspirazione ancestrale della specie umana, a qualsiasi latitudine e in ogni tempo, è stata di mettere radici, di edificare una casa, di procreare per avere una discendenza alla quale trasmettere una storia. A coloro che pongono a rischio le proprie vite per inseguire un’illusione diamogli una mano a realizzare un sogno nella terra dei loro padri, invece di consentirgli di portare sconquasso in casa nostra. Visto l’andazzo, tutto lascia presagire che questo Governo durerà fino allo scadere della legislatura, nel 2023. L’Italia ha bisogno del “grande timoniere” Mario Draghi sulla plancia di comando. Domanda: tra la ciurma resta anche la ministra Lamorgese? Ditecelo, perché se è così indossiamo i giubbotti di salvataggio.


di Cristofaro Sola