Il Galileo de noantri

Dunque, in questo pasticciaccio brutto di una pandemia infinita, abbiamo pure il Galileo de noantri. Pasquale Bacco, medico per lungo tempo schierato contro la politica sanitaria che stiamo subendo da quasi due anni, esprime la sua abiura, facendo una sorta di giro delle sette chiese televisive. “Ho sbagliato – continua a ripetere come un disco rotto – nel sottovalutare un virus che è mutato ed è diventato ancora più mortale”. Ovviamente, come era inevitabile che accadesse, egli sta prendendo metaforicamente calci da tutte e due la parti, sia da chi lo ha accompagnato nella fase ribelle e sia da chi appartiene al vasto campo dei talebani sanitari, i quali gli rinfacciano con gli interessi le sue vecchie posizioni. In sostanza Bacco, onde giustificare questo suo voltafaccia, che probabilmente è legato a ragioni di sopravvivenza professionale, sostiene di essersi fatto un giro nei reparti delle terapie intensive, accorgendosi che la situazione è più drammatica di quella che pensava in precedenza. “Purtroppo muoiono anche tanti giovani senza patologie pregresse”, ha più volte ribadito.

Ora, considerando che attualmente i decessi attribuiti al Covid-19 sono un decimo rispetto allo scorso anno, e che comunque nella stragrande maggioranza dei casi riguardano sempre i molto anziani e i molto fragili, le cose sono due: o i dati che settimanalmente fornisce l’Istituto Superiore di Sanità sono totalmente falsi, oppure il povero Bacco, che tiene famiglia – e per questo personalmente non mi sento affatto di stigmatizzare – ha deciso che continuare a remare contro l’impetuosa corrente del terrore virale imposto a tutti i costi avrebbe comportato un prezzo per lui troppo alto da pagare. Se così fosse, la vicenda del povero Bacco rappresenta l’ennesimo, inquietante segnale di una deriva democratica che sembra inesorabilmente condurci a piccoli passi verso l’inferno di un regime sanitario senza precedenti nella storia moderna.

Aggiornato il 06 dicembre 2021 alle ore 12:00