Teste coronavirate

Più si ignora, più si ignora di ignorare. E questa non è una novità. Ma la crescente arroganza dell’analfabetismo funzionale è piaga del millennio, e quando l’argomento, come nel caso del Covid, è serio, c’è da preoccuparsi. Questa brama di protagonismo di tante tabule rase non è priva di giustificazioni. Da anni dura il bombardamento dei social-condottieri che urlano svegliatevi e hanno la verità vera, caro signore, quella che i giornali non scriveranno mai. Ma ora, le azioni degli imbonitori a 380 gradi (come ha scritto un incontenibile) sono andate alle stelle grazie a scienziatoni patentati i quali, davanti a un evento che non hanno avuto il tempo di studiare a fondo, si sono dovuti esprimere frettolosamente quanto approssimativamente, con il risultato di insultarsi fra loro come tifosi di calcio, allontanando il concetto di scienza come qualcosa che si avvicina all’esattezza almeno un po’ più del Divino Otelma o dell’impenetrabile Panzironi. E il tifo calcistico è più che mai un modello universale: la Juve è una fede come è un cult la parola “no”. No vax, No Green pass, ma anche No tav, No suv, in un piccolo mondo in cui l’effimero è un tempo già troppo lungo, e la democrazia si misura con un politicamente corretto che non premia la gente comune, ma lobby a cui la gente comune non appartiene.

Certo, la terminologia è fondamentale: se i No vax, molto tecno-british, si chiamassero “abbasso il vaccino”, arruolerebbero ben pochi adepti fra quelli certi che per essere scienziati basti una parola. È dunque logico che i milioni di commissari tecnici si trasformino in esperti del fatto del giorno, e che i provocatori televisivi li cementino nelle loro convinzioni. Gli argomenti di polemica non mancano: qualsiasi tuttologo d’accatto ha notato che dotti, medici e sapienti sono schierati a destra o a sinistra, sponsorizzati da questo o da quel potentone, in carica, in bilico o espulso dal sistema.

Quando poi la politica tenta di soccorrere la cultura detronizzata, non lo fa alzando i livelli, li fa precipitare. In pieno Coronavirus la Commissione europea non trova di meglio che proporre l’abolizione del termine Natale. Ufficialmente per delicatezza verso l’Islam che, come è noto, ha sempre ricambiato questi pensieri gentili. O forse, mira a spegnere la festa degli abbracci a tutto vantaggio dell’igiene? Subito dopo, vox populi grida al ridicolo e la signora von Der Leyen, legata da sincera riconoscenza al sultano Erdogan il quale neppure la fece sedere in quanto di sesso inferiore, si rimangia l’editto. Gesù bambino esulta, ancora per un po’ è salvo. Il prototipo è ormai un cittadino che non voterà più quelli dell’uno vale uno, ma che ne ha assorbito la vacuità. E questo liberi tutti di infantile memoria è aggravato dalla strategia televisiva che, non da ora, privilegia gli ascolti rispetto alle notizie sensate, che non muovono la lancetta dello share.

Così, cinicamente, come arieti per sfondare gli ascolti, si scatenano opinionisti, dèi dell’improvvisazione, la cui credibilità è proporzionale solo all’esposizione mediatica. Oppure personaggi un tempo stimati, come Massimo Cacciari ed Enrico Montesano i quali, pur di continuare a vedere la spia accesa di una telecamera, diventano paladini di una senilità che non a tutti porta saggezza. La strategia del soft-caos prevede anche un contorno di politicamente rassegnato, con panorami virtuali e reali che tolgono ogni speranza. Come l’enorme Babbo Natale in tutù che domina una piazza di Modena, un christmas-transgender bianco e rosso simbolo del pneumaticamente corretto.

A riprova che l’impresa eccezionale è essere normale, concetto espresso da un genio la cui omosessualità era un fatto privato e non una bandiera. La morale è che i provocatori, a sparare follie, ci guadagnano in termini di permanenza sul cavallo meccanico televisivo che li disarciona appena dicono qualcosa di sensato. Ed è così da anni, solo che adesso, si gioca col fuoco, senza remore. Ma intanto, lui, il prototipo del cittadino medio di cui sopra, non trae alcun beneficio, e neanche va a cavallo, ma solo in motorino. Che lo fa cadere se l’equilibrio non lo tiene.

Aggiornato il 06 dicembre 2021 alle ore 10:32