L’ideologia dell’Ue, dal laicismo alla cancel culture

Non è del tutto giustificata l’euforia con cui molti hanno accolto il ritiro del controverso “memorandum” di “linee guidadell’Ue contro l’uso di termini cristiani, come Natale e Maria. “Abbiamo vinto” ha titolato Il Giornale. “Abbiamo fermato la vulgata del politicamente corretto” ha tuonato Giorgia Meloni. Dello stesso tono sono stati i commenti di Matteo Salvini e Antonio Tajani: “Ha vinto il buon senso”. Sì, certo, ma solo per il momento. La stessa Commissaria, la laburista e laicista maltese Helena Dalli, ha detto chiaramente che “ci riproverà” perché i tempi non erano ancora maturi. La guerra continua.

Già. Il punto è che quel memorandum conferma una tendenza poco osservata: la tendenza dell’Ue a fondere il suo vecchio laicismo nel “pacchettoideologico del politicamente corretto e a fare di quest’ultimo la propria ideologia intersezionale, il pensiero unico dell’Ue, una specie di religione da Super-Stato etico. Pochi hanno notato che in quel memorandum si proponeva, oltre alla cancellazione di nomi cristiani, anche di bandire le parole “sessuate” come “signore” e “signora” (da sostituire con “colleghi”) e si sconsigliava l’uso dell’espressione “colonizzazione di Marte” (da sostituire con inviare umani su Marte). Ciò significa che, nell’ideologia dell’Ue, il suo vecchio laicismo anti-religioso alla francese (che ha del tutto soppiantato l’ispirazione cristiana dei padri fondatori) si sta sempre più “arricchendo” con le altre ideologie che formano il “pacchetto intersezionale” del politicamente corretto. Alle lotte tradizionali contro le ingerenze clericali e contro il riconoscimento delle radici cristiane dell’Europa si sono aggiunte ora nuove tematiche ideologiche (quella del gender e quella “de-coloniale”); e si è aggiunto anche l’uso della neo-lingua “anti-discriminatoria” come grimaldello tattico per imporre la nuova super-ideologia.

Anche la tattica della “neo-lingua” è stata appresa dall’Ue prendendola dall’arsenale del politicamente corretto: come primo passo si interdice una parola (per esempio Natale) stigmatizzandola e denigrandola come “discriminatoria”; si getta così un’ombra anche sulla festa del Natale in sé e, quindi, anche sulla religione che la esprime. Prima o poi saranno soppresse. Così anche interdicendo le parole sessuate come “signori e signore” al fine di non discriminare chi non si sente né maschio né femmina, si introduce surrettiziamente l’idea (anti-scientifica) propria della teoria del gender che l’umanità non si dividerebbe in maschi e femmine, che il sesso biologico non conterebbe nulla, e che quel che conta è l’auto-identificazione arbitraria di genere dell’individuo, eccetera. La neo-lingua “corretta” è una tattica di decostruzione culturale: con essa si può decostruire il buon senso, la scienza e persino una religione, e fare emergere allo steso tempo un nuovo retto-pensiero unico alternativo.

L’Ue mostra di essere pronta ad assorbire l’intero “pacchetto” delle ideologie e dei metodi del politicamente corretto e a farne la propria nuova ideologia, un nuovo pensiero unico europeo. Di questa tendenza si era già visto di recente qualche segno. In seguito alla bocciatura in Italia del Ddl Zan molti nella Penisola e in altri Paesi europei commentarono “gli italiani si sono allontanati dall’Europa”, come se vi fosse un Vangelo europeo che prescrivesse l’autoidentificazione di genere e la propaganda a opera delle lobby Lgbt+ – rivolta soprattutto ai bambini – della ovvietà e facilità del cambiamento di sesso. Analogamente, nel luglio scorso la presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen, definì “vergognosa” e “discriminatoria” la legge ungherese che vieta la condivisione ai minori di contenuti relativi all’omo-transessualità. Intimò al Governo ungherese di “raddrizzare il tiro” e minacciò sanzioni (il blocco dei finanziamenti previsti per il Next Generation Eu). Non entriamo qui nel merito. Ci basta mostrare che è reale la tendenza a un pensiero unico europeo che coincide con il pacchetto delle ideologie politicamente corrette.

Del “pacchetto” fa parte anche il catastrofismo climatico degli ambientalisti radicali che per molti aspetti sembra il presupposto sottostante al Green New Deal che è l’attuale Vangelo della Commissione Ue presieduta dalla stessa von der Leyen. A quel pacchetto non poteva mancare il laicismo, tanto diffuso tra gli eurocrati e i burocrati bruxellesi, da essere riuscito da tempo a fare delle istituzioni europee un centro attivo di de-cristianizzazione dell’Europa, come è stato evidente soprattutto quando nel 2000 l’Ue ha rifiutato di riconoscere le sue innegabili radici cristiane o come quando nel 2009 i laicisti avevano ottenuto che la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) definisse una “violazione della libertà religiosa” l’esposizione del crocefisso nelle scuole scolastiche europee (ma la sentenza fu poi ribaltata dalla stessa Cedu nel 2011).

Da parte sua, la vecchia ideologia laicista ha trovato nella retorica politicamente corretta delle discriminazioni sessiste presenti nel linguaggio una nuova tematica per rafforzare la sua guerra al Cristianesimo e colpire (e discriminare) la maggioranza dei cittadini europei, che si sentono religiosamente o culturalmente cristiani, che credono nella famiglia naturale e che Dio “maschio e femmina li creò”. L’Ue mostra di avere la tentazione di voler vietare l’espressione di simili pensieri “scorretti”. La vecchia lotta dei laicisti al Cristianesimo è anch’essa una “cancel culture” ante litteram: mentre nelle Università anglo-sassoni il movimento “woke” vuole cancellare la memoria degli autori classici e dei grandi personaggi storici, in Europa i laicisti e i chierici del politicamente corretto vogliono cancellare da tempo la memoria e la presenza cristiana in Europa. A ciascuno la sua parte, sui due lati dell’Atlantico, nella cancellazione della cultura occidentale. Con la differenza che lo Stato e il Governo statunitensi sono restati finora immuni dal movimento “woke”, mentre la Commissione Ue mostra di voler essere il centro motore di una cancellazione della cultura e della tradizione europea.

Si impone una una domanda: assumendo come propria religione il politicamente corretto, in sostituzione del Cristianesimo, l’Ue vuole forse rinnegare oltre alle sue radici cristiane anche la sua appartenenza alla civiltà occidentale?

Aggiornato il 08 dicembre 2021 alle ore 09:31