Cacciari: retorica e vecchi merletti

giovedì 13 gennaio 2022


Il filosofo Massimo Cacciari si fa una semplice terza dose di vaccino, ma da filosofo tira fuori Socrate. Noblesse oblige.

“Obbedisco, come Socrate, alla legge ingiusta” – ha proclamato manco se una (mezza) dose di vaccino fosse la cicuta. Dice, “non ho mai detto che i vaccini sono inutili” – ed è vero. Aveva solo detto che non preservano dal contagio e che il Green pass creava dei “cittadini di serie B”. E diceva queste cose con un tono perentorio e con un sussiego ben lontani dal “so di non sapere” socratico. E, inoltre, il filosofo non si era accorto che il suo messaggio veniva inteso dal “popolo delle tv e dei social”, che non guarda alle sottigliezze, come un “hanno ragione i no vax”? Grave errore per un filosofo. Tanto è vero che questi ora lo stanno insultando sui social. “È un Booster Keaton, un comico” – lo ha dileggiato uno. Insieme a lui, al filosofo Giorgio Agamben non era sembrato vero di scambiare uno stato di emergenza sanitaria temporaneo e limitato, che non sospendeva la gran parte dei diritti costituzionali fondamentali, niente meno per lo “stato di eccezione” di schmittiana memoria (di cui Agamben è uno studioso specialista).

Lo stato di eccezione – lo dico per chi non lo sappia – è quello che, alla stregua di uno “stato di natura” dove vige la legge del più forte dell’“homo homini lupus”, precede e crea lo stato di diritto, creando così anche il sovrano; o lo sospende totalmente e senza limiti di tempo per creare un nuovo stato di diritto o un nuovo sovrano (come accade in un colpo di Stato o in una rivoluzione, che in molti casi è la stessa cosa). Molta esagerazione e molta retorica.

Insieme a Cacciari e ad Agamben, il giurista Ugo Mattei si è appellato niente meno che al “diritto di resistenza” ad una legge ingiusta o ad un tiranno, manco si dovesse scegliere se andare o meno in montagna. Mattei, coerentemente, è andato molto oltre con la retorica chiamando alla costituzione di un Comitato di liberazione nazionale contro il draghismo, da lui apertamente ed esplicitamente assimilato al fascismo e paragonandosi ai capi della resistenza al nazifascismo.

È stato probabilmente in seguito alle escandescenze di Mattei che Cacciari ha deciso di prenderne le distanze e di farsi riprendere mentre si faceva iniettare la terza dose di vaccino. Contemporaneamente, forse non a caso, Agamben e Carlo Freccero si sono eclissati.

Come spiegare questi atteggiamenti retorici e fuori misura di questi filosofi e intellettuali umanisti? Questo genere di intellettuali non hanno mai sopportato sin dall’Ottocento di essere messi in ombra dagli scienziati e dai tecnici, verso i quali provano anche invidia. Ed è quello che accade sempre quando, per esempio, nel pieno di una pandemia, il grande pubblico, più che alle loro speculazioni filosofiche e alle loro interpretazioni storiciste, guarda per una soluzione agli scienziati ed ai tecnici. I filosofi e gli intellettuali umanisti hanno l’impressione che i loro discorsi elevati e complessi siano visti – e ingiustamente sia chiaro – come “vecchi merletti”. Di qui la loro reazione spesso retorica e magniloquente che mira a riprendersi il posto che a loro spetta nello spazio pubblico.


di Lucio Leante