Rapidi sulle restrizioni, lenti sulle necessarie evoluzioni della battaglia contro il Covid

Il Covid-19, ormai lo sappiamo più che bene, non ha risparmiato quasi nessuno nel mondo, ma non tutti hanno dovuto sopportare le medesime conseguenze sgradevoli patite dall’Italia. Lasciando stare la Cina, che non è un Paese libero e trasparente, e rimanendo nel campo delle democrazie occidentali, noi siamo quelli che, a più riprese e durante tutte le ondate del virus, abbiamo chiuso più di tanti altri, limitando addirittura la libera circolazione fra Comuni.

Sono arrivati i vaccini e siamo stati – e rimaniamo – quasi i soli a legare la vaccinazione al posto di lavoro, mentre altri Stati europei e il Regno Unito impongono il Green pass soltanto nei vari luoghi di svago e laddove vi possano essere assembramenti. Nel corso della pandemia abbiamo anche avuto il cambio della guardia a Palazzo Chigi, ma il passo è mutato solo in minima parte. Se si tratta di imporre nuove regole che vanno fatalmente a vessare la libertà dei cittadini, oltre ad alimentare striscianti guerre civili fra vaccinati e non, sembriamo i più efficienti d’Europa tanto da spingere il ministro Renato Brunetta a vantarsene (c’è da piangere, altro che farsi belli). Le ataviche lungaggini della democrazia parlamentare italiana paiono non esistere più.

Ma ritroviamo la nostra storica lentezza nel momento in cui occorre prendere atto della necessità di reimpostare la battaglia contro il Covid, alla luce dell’ultima variante Omicron che probabilmente sta trasformando il virus in un qualcosa di endemico. Paesi come il Regno Unito e la Spagna hanno già raggiunto la consapevolezza di una sfida che sta cambiando, mentre in Italia iniziamo appena a scoprire l’acqua calda. Ossia, cominciamo a divenire coscienti di cose che in realtà avremmo dovuto contemplare già parecchio tempo fa. Solo ora il professor Matteo Bassetti si accorge che i report quotidiani del contagio e dei decessi generano inutile ansia. E solo ora le Regioni, a partire dal Piemonte e dalla Lombardia, comprendono l’opportunità di distinguere fra positivi asintomatici e positivi bisognosi di cure e, ancora, fra ricoverati per altre patologie e risultati poi, anche positivi al Covid, e ospedalizzati soltanto a causa del virus.

Meglio tardi che mai, ma se tutti questi folgorati sulla via di Damasco si fossero mossi in maniera tempestiva, avremmo avuto meno fasi emergenziali, meno Regioni colorate e meno di quelle restrizioni liberticide che hanno persino fatto vacillare il senso e l’utilità dei vaccini.

Aggiornato il 14 gennaio 2022 alle ore 09:46