Battaglia per il Colle e Renzi che dà lezioni di bon ton

Ogni battaglia ha bisogno di un nome. Anche questa per l’elezione del nuovo inquilino al Quirinale necessita di un protagonista che, al vaglio dei mille e rotti voti, venga promosso per i prossimi sette anni. Un passaggio complesso e delicato e i leader si stanno preparando a superarlo, cominciando da Silvio Berlusconi. Il Cavaliere, messo all’angolo o a riposo nei mesi scorsi, ha prima avuto, come s’è scritto da più parti, uno scatto improvviso che ha lasciato di stucco amici e nemici innanzitutto, perché si è auto-collocato in quella posizione centrale da cui passano tutti i fili della questione. E poi ha rinunciato “per responsabilità nazionale”.

Nel mentre, gli schieramenti si stanno predisponendo con obiettivi che, tra l’altro, non sono segreti in un panorama politico nel quale prevalgono le chiacchiere anche nei momenti nei quali il silenzio è d’oro. Dote, questa, ignota per esempio a quel simpaticone di Vittorio Sgarbi, che più ne sa e più ne racconta.

Matteo Salvini, nel frattempo, è ritenuto dai suoi aficionados e non solo una sorta di deus ex machina in questi frangenti, tant’è che in tale chiave è stato letto l’incontro fra il capo della Lega e Giuseppe Conte, che ha suscitato qualche sospetto fra i dem e i Cinque Stelle, con domande se fosse un appuntamento concordato o no e, ovviamente, su chi ne fosse informato. Interrogativi a ben vedere superflui, ben sapendo che le vie della politica sono tante ma, soprattutto, imprevedibili. Intanto, è sempre avvolta nelle nebbie la vicenda del Governo che aleggia come un rebus. Da ciò la constatazione che molti grandi elettori non siano disposti a sciogliere le riserve, finché non sapranno come sarà formato il nuovo Esecutivo.

Al di là delle future vicende governative, è sempre Matteo Renzi che fa il suo gioco con l’agilità (furbizia?) di sempre, rivelando il suo dispiacere per non essere stato coinvolto, almeno sondato, da Berlusconi nelle sue operazioni quirinalizie, senza risparmiargli la più severa delle critiche sulla “caccia al singolo parlamentare, ridicola e indegna di una storia di oggettivo rilievo quale quella del Cavaliere”. Da qui una considerazione quasi ovvia: al Renzi, come capo di un esercito in battaglia, un altro Renzi che dà lezione e consigli, che offre considerazioni delle sue esperienze, che parla di storia ma, come è nel suo stile, dall’alto, da un piedistallo, senza coinvolgimenti irosi o melanconici. Vorrebbe ricordarci quel condottiero greco, vinto ma non domo, con quel suo storico panta rei che, appunto, testimonia uno scorrere delle cose, a cominciare dalle proprie.

Aggiornato il 25 gennaio 2022 alle ore 13:56