Dividi et impera

mercoledì 18 maggio 2022


Il Partito Democratico, nonostante abbia perso tutte le elezioni politiche dopo l’Ulivo di Romano Prodi, ha sempre governato l’Italia fatta eccezione la breve parentesi dell’Esecutivo giallo-verde, attraverso le alchimie di Palazzo e con il supporto dei Presidenti della Repubblica, tutti di area, che si sono succeduti al Quirinale da Giorgio Napolitano a Sergio Mattarella.

Diciamolo chiaro: sono stati bravi, perché hanno saputo sempre sfruttare le divisioni del centrodestra. La strategia adottata negli anni è sempre la stessa. Ovvero creare divisioni nei partiti di centrodestra. Il primo a subirne le conseguenze fu Silvio Berlusconi. Il Capo dello Stato di allora, Oscar Luigi Scalfaro e la grande stampa crearono le condizioni perché il segretario politico della Lega, Umberto Bossi, ritirasse il suo sostegno al primo Governo Berlusconi. L’azione concentrica della magistratura politicizzata e la stampa schierata contro il Cavaliere obbligarono alle dimissioni Berlusconi. E fu creato il primo Governo tecnico “del Presidente”, presieduto da Lamberto Dini.

Il metodo vincente è stato replicato con l’assalto da parte della magistratura nei confronti del leader della Lega, Matteo Salvini, che da ministro dell’Interno si è reso responsabile di “sequestro di persone e rifiuti di atti d’ufficio per aver impedito lo sbarco di 147 migranti” per i fatti della Open Arms. Salvini, quindi, è imputato per aver contrastato l’immigrazione clandestina nella sua alta funzione di ministro degli Interni e nella difesa dei confini della nazione.

Adesso è il momento della presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. I sondaggi danno al suo partito il primo posto con oltre il 22 per cento dei voti potenziali, ma lei è attaccata per aver gravitato nell’organizzazione giovanile che faceva riferimento al Movimento Sociale italiano. E quindi antropologicamente inadatta a poter governare il Paese. La strategia è quella di cercare di staccare i “centristi” dalla Meloni e da Salvini.

Urge un incontro chiarificatore tra Forza Italia, la Lega e Fratelli d’Italia per pianificare il programma elettorale per la prossima legislatura: se non si suicidano, è dato per vincente sia alla Camera dei Deputati che al Senato della Repubblica. Si potrebbe finalmente ritornare a un Governo che è la diretta espressione della volontà popolare nelle urne. Errare humanum est, perseverare autem diabolicum!


di Antonio Giuseppe Di Natale