Enzo Tortora, giustizia e i soliti noti (che si oppongono)

Il 18 maggio del 1988 moriva Enzo Tortora. La sua vicenda umana, inscindibilmente correlata a quella giudiziaria, è nota. Meno noto è che per quella incredibile (per vero, solo per chi non lo conosce da vicino) quanto vergognosa manifestazione di sé offerta dal nostro sistema giudiziario – fatta di pentiti più inverosimili del Pupazzo Gnappo, di imperizia manifesta da parte di più di qualche magistrato chiamato ad occuparsi della vicenda, di fantasiose quanto compatte difese corporative del loro operato – nessuno ha mai pagato.

Allora come oggi la questione è sempre la stessa: occorre una seria riforma della Giustizia, che restituisca autentica terzietà a chi è chiamato a decidere della vita degli italiani e lo responsabilizzi per le proprie azioni. Oggi, come 34 anni fa, a opporsi sono sempre gli stessi.

Aggiornato il 20 maggio 2022 alle ore 09:12