La regia della Big-(dis)Information: galeotti furono i media

venerdì 20 maggio 2022


Chi bara al gioco della Big-(dis)Information? Tanti. Davvero, forse, troppi attori che si confondono nell’intreccio delle migliaia di fili virtuali che stanno dietro tutte le trasmissioni (si parla qui dell’intero panorama mediatico occidentale) di grande ascolto, con in primissima fila i talk dalle 20 in poi. Ormai, è ben chiaro a chiunque come la frequenza elevata di apparizione e di intervento di personaggi all’inizio semisconosciuti abbia come effetto, a seguito di questi “continui rimbalzi” in progressione geometrica, di renderli delle personalità di primo piano, fino a costruire su di loro e su misura carriere politico/mediatiche di grande successo. I Cinque Stelle pre-2018 costituiscono un esempio lampante in tal senso. Ora, chiaramente, chi tra gli ignari spettatori sarebbe in grado di vedere sullo sfondo i “Burattinai” che stanno di volta in volta dietro questo complicatissimo sistema-meccanismo? Anche perché, per farla più complicata, dietro le trasmissioni ad audience più elevata si intrecciano un numero davvero incredibile di livelli di interesse e di interconnessioni opache tra questi ultimi (ricordiamoci che, oggi, dopo l’Homo Sapiens stiamo arrivando noi, quelli dell’Homo Ocularis), che vanno dagli investimenti pubblicitari, alla captatio benevolentiae di gruppi di potere politico-economici; al condizionamento puro e semplice di interi comparti della pubblica opinione da parte di “Influencer” che agiscono in rappresentanza di soggetti collettivi non dichiarati e non di rado occulti.

Purtroppo, duole dire che la verità oggettiva per via mediatica semplicemente non esiste! La guerra (in Iraq ieri e oggi in Ucraina) diventa, così, una sorta di campionato del mondo a squadre per far soldi e costruire carriere, in cui viene sempre e comunque fabbricata una verità vincente di comodo, o quantomeno parziale. Il problema però, per gli gnomi che stanno maliziosamente (o colpevolmente) dietro tutto ciò, è rappresentato dal fatto che, nonostante tutto, costoro non immaginano nemmeno il mondo dell’ombra che si muove sulle loro tracce 24 ore su 24. Perché poi, siamo franchi, le civiltà organizzate (tutte, nessuna esclusa) sono un immenso suk di ricatti, baratti, scambi in natura, compresi i favori sessuali, la droga e il denaro (le “Quattro Esse” del Diavolo, in pratica: “Soldi-Sangue-Sesso-Stupefacenti”), contraddistinto dalla lotta tra lobby, poteri, gruppi di interesse e agenti di influenza di ogni ordine e grado. Oggi, infatti, per tutti loro e per tutti noi, esistono delle trappole informative di prima grandezza messe a punto dai vari Big Brother.

Prendiamo l’orizzonte limitato dei talk: basta costruire un Big Data (storicizzato con tutte le puntate dalla nascita del singolo talk a oggi) facendo poi “girare” su quest’ultimo un evoluto sistema di Artificial Intelligence (AI) che vada molto oltre la semplice registrazione della dinamica crescente, riguardante le apparizioni dei singoli personaggi da mettere in pista e valorizzare. Si pensi, in tal senso, a programmi evoluti di analisi dei dati, in grado di mettere assieme sistematicamente molte altre informazioni e connessioni, attraverso l’analisi costante e dinamica di elementi solo apparentemente slegati tra di loro.

Tanto per aprire gli occhi agli ingenui: veramente c’è chi ancora pensa che i Big Data accumulati da Google, Microsoft, Facebook, Alibaba, Tik Tok e così via non vengano in qualche modo “duplicati”, affinché le varie intelligence nazionali (cinese, russa, americana) ne traggano correlazioni interessanti, facendo girare su quei bacini immensi di dati le loro applicazioni di AI? Quindi, i Padroni del Mondo sono già oggi, e lo saranno ancora di più domani, le Tecnostrutture e chi si ritrova pro tempore ai loro vertici. Perché poi chi crede di manipolare l’informazione (dal rispettivo orizzonte operativo, politico, economico e finanziario) ancora si illude di poter evadere i potentissimi mezzi, sempre più sofisticati, degli algoritmi che girano sui Big Data, fatti apposta per il rilevamento delle minacce occulte e per ricreare attraverso filtri categoriali e accurate profilazioni, pur nell’apparente caos della infodemia, quali poteri, conglomerati di interessi e obiettivi di condizionamento mediatico delle pubbliche opinioni (soprattutto radiotelevisive dei canali pubblici e privati di grande diffusione) stiano dietro la facciata dei media radiotelevisivi. Non è poi così complicato. Un esempio banale: basta tracciare le occorrenze (associandole alla trascrizione testuale degli interventi orali) di un determinato personaggio “P”, incrociando contestualmente i suoi legami sui social, sui numeri in chiamata o in uscita registrati nel traffico delle reti telefoniche e il gioco è fatto.

Sarà bene ricordare, infatti, che nel dark web sono in vendita non solo i suddetti tabulati telefonici ma anche molto, molto altro che riguarda i dati sensibili delle persone, come le banche dati delle cartelle cliniche digitalizzate. È importante ricordare alle persone meno esperte di interrogarsi sul “perché” uno degli obiettivi privilegiati degli hacker internazionali (gruppi criminali e, non di rado, statuali) sia costituito dalle informazioni sensibili rubate alle strutture sanitarie. Per non parlare poi dell’hackeraggio relativo al tracciamento dei movimenti contabili sui conti correnti bancari, che non è necessario depredare per farli valere oro colato. Qui non si tratta (o meglio: c’è anche questo aspetto, ma non è di primaria importanza) di catalogare le Spectre che in questo momento stanno agendo da protagoniste nel mondo delle ombre, quanto di capire come ciascuno di noi, famoso o semplice cittadino, sia inevitabilmente esposto al rischio di essere messo completamente a nudo da soggetti acefali di cui non si verrà mai a conoscenza, in merito alla loro effettiva esistenza.

Perché, in fondo, questo è il prezzo da pagare (e che aumenterà con il progredire della digitalizzazione) a una società sempre più “numerizzabile”, dato che tutto quello che diciamo, scriviamo, facciamo può essere spietatamente posto sotto forma di sequenze finite e neutre di “zero-uno” (quelle infinite, addirittura, approssimano qualsiasi numero reale!) e, quindi, analizzate da qualsivoglia Macchina di Touring, come un computer, attraverso programmi informatici specifici. Meglio togliersi dalla mente strane e ricorrenti idee sui “Grandi Vecchi”: oggi il solo Burattinaio globale è virtuale e si chiama “Sua Maestà l’Algoritmo”!


di Maurizio Guaitoli