Lo spettro del neoliberismo

Con l’approssimarsi del varo della Legge di Stabilità, che una volta si chiamava Manovra finanziaria, rispunta lo spettro del cosiddetto neoliberismo. Una vera e propria ossessione che coinvolge in egual misura intellettuali di destra e di sinistra, quasi tutti accomunati dal miraggio dei fantastici moltiplicatori keynesiani che una robusta indisciplina nel bilancio pubblico porterebbe in dote.

Di converso, così come è costretta a fare l’attuale maggioranza di Governo, la necessità di mantenere una parvenza di disciplina finanziaria nei nostri dissestati conti pubblici viene ascritta, da questi geni incompresi del pensiero economico, al “demone” del summenzionato neoliberismo, più o meno selvaggio. D’altro canto, l’idea molto popolare di fare tabula rasa di ogni vincolo della realtà che domina gli stessi conti pubblici torna in grande auge a ogni cambio di maggioranza politica, come se il pregresso ereditato dal nuovo Esecutivo, in soldoni un debito colossale e una spesa corrente enorme da finanziare giorno per giorno, non esistessero.

Spendere e spandere come se non ci fosse un domani: è questo il mantra che i fautori della crescita, attraverso uno Stato iper-prodigo, stanno recitando anche nei confronti della premier Giorgia Meloni, rea a loro dire di non mantenere gli impegni presi in campagna elettorale. In realtà, la leader di Fratelli d’Italia, prendendo atto di una situazione estremamente difficile per l’Italia, che sta attraversando la peggiore crisi energetica dell’ultimo mezzo secolo, aggravata da una inflazione galoppante, sta semplicemente e faticosamente tentando di limitare il più possibile i danni, evitando pericolose fughe in avanti che facciano risalire i tassi d’interesse sui nostri già traballanti titoli di Stato.

Con un debito pubblico che sta per raggiungere il ben poco entusiasmante record di 2.800 miliardi di euro, di cui quasi 400 da rifinanziare ogni anno, non possiamo più permetterci alcuna fuga dalla realtà. E se per gli assatanati del deficit spending tutto questo si legge “neoliberismo”, in un mondo normale dominato dai nessi causali si scrive “principio di realtà”.

Aggiornato il 25 novembre 2022 alle ore 09:59