Una Repubblica fondata sui vaccini

venerdì 2 dicembre 2022


Dunque, come ha sentenziato la Corte costituzionale, l’Italia non è più una Repubblica fondata sul lavoro, bensì essa pone al primo posto i vaccini, possibilmente obbligatori, così come accaduto durante la pandemia di un virus a bassa letalità.

Si tratta di una evidente sentenza politica – e in questo concordo con Gianluigi Paragone che tale l’ha definita nel corso di Omnibus, in onda su La7 – che personalmente mi aspettavo, visto il grado di accettazione che ai vertici del sistema ha raggiunto la linea talebana di contrasto al Sars-Cov-2.

Una sentenza la quale, considerando legittimo l’obbligo imposto dal Governo Draghi, con il conseguente ricatto determinato dall’abominevole Green pass, fa letteralmente a cazzotti con il presupposto con il quale il medesimo obbligo era stato presentato: l’interruzione della catena dei contagi attraverso l’inoculazione del costosissimo siero magico.

Ma come oramai hanno compreso anche i sassi, ciò non è mai avvenuto, dal momento che il virus ha continuato a circolare imperterrito infischiandosene altamente delle misure di stampo cinese adottate in Italia.

Non solo, è successo esattamente il contrario. Secondo quanto previsto da illustri virologi, come il nostro Giulio Tarro e il compianto premio Nobel Luc Montagnier, trattati dalla stampa italiana come due vecchi rimbambiti, la folle idea di vaccinare nel corso di una epidemia, che tutti i testi di medicina sconsigliano, ha ulteriormente rafforzato il virus, già di per sé incline a modificarsi rapidamente, a moltiplicare le sue varianti, rendendo rapidamente obsoleti i vaccini progettati oltre due anni orsono.

Oltre a questo elementare riscontro fattuale, oramai incontrovertibile, i geni incompresi della Consulta e l’intero caravanserraglio politico-mediatico del terrore virale dovrebbero rispondere alla seguente domanda: perché siamo stati gli unici nel mondo occidentale a imporre un obbligo (di fatto per tutti attraverso il ricatto del lasciapassare sanitario) per una malattia, il Covid-19, che persino nella fase più cattiva del virus lasciava immune oltre il 99 per cento della popolazione?


di Claudio Romiti