Jesus Christ SuperTrans

È da un po’ di tempo che mi domando, sapendo già la risposta, cosa stia succedendo in quelle università inglesi che anni addietro, molti in verità, hanno ospitato menti geniali e brillanti, che hanno rischiarato ogni campo dello scibile e della cultura nel nostro ormai stanco Occidente. Qualcosa deve essere avvenuto… uno strisciante virus dell’imbecillità, una pandemia ai cervelli cattedrattici, una mancanza di una sana attività sessuale… non saprei, ma ci deve essere un motivo per tanta caduta a picco, diffusa in campo universitario britannico. Ultima in ordine cronologico – ma state pur certi che qualcuno, spinto da chissà quali irrefrenabili moti del politicamente corretto, riuscirà a superarla – è la delirante tesi propugnata dal rettore dell’Università di Cambridge, secondo il quale esisterebbero fondati indizi sulle cui basi si può presumere che Gesù di Nazareth, il Cristo storico, fosse un “transgender”. Questa acuta e alata teoria, sarebbe stata avanzata interpretando alcuni dipinti. Dipinti che immaginiamo essere di certo e di gran lunga successivi all’età augustea nella quale visse il Nazareno.

Secondo l’acuto e luminoso pensiero del rettore infatti, la ferita sul costato del Cristo, inferta dalla lancia crudele del “mitico” soldato di nome Longino, non sarebbe altro che un simbolico e metaforico riferirsi ali genitali femminili. Il delirio sarebbe semplicemente fonte di sguaiate risa, se ancora una volta dietro a tali riletture non vi fosse qualcosa di più tristo e pernicioso. Innanzitutto vorrei sapere a quale dipinto l’inclito docente faccia riferimento, perché se – per esempio – fosse quello dove l’incredulo e dubbioso Tommaso pone un dito all’interno della ferita del Cristo, a questo punto saremmo addirittura nel settore obbligatoriamente a “luci rosse” del porno e dell’hardcore… anche se è Caravaggio il pittore. L’immagine invece è quella riportata dalla fonte su The Telegraph, dove in un tondo su fondo d’oro, la Trinità tra gli angeli e Giovanni l’Evangelista, vede la Vergine Maria, accogliere madre, suo figlio deposto dalla croce con la ferita sanguinante sul costato. Un capolavoro di altissimo simbolismo cristiano viene così svilito con una connotazione sessuale talmente bassa che neanche il peggior seguace di Sigmund Freud avrebbe mai osato.

Ci sarebbe da ridere proprio, ma queste boutade non suscitano neppure più lo sghignazzo sarcastico, in quanto se personalmente non sono mai stato disturbato – anche perché è scritto negli Evangeli – che il Cristo baciasse sulla bocca Miriam di Magdala, quindi dall’attività “erotica” di Nostro Signore, che è uomo e Dio al tempo stesso. Dunque una simile lettura “postmoderna”, “transumanista” e “transgenderista”, come sempre secondo l’arcobaleno iridato dei dettami Lgbt, appare in tutta la sua forzata insensatezza. Vogliono darci un Gesù Cristo fluido nel proprio genere, quando Egli stesso ha unificato le essenze immortali d’ogni uomo e d’ogni donna, dicendo che sarebbero stati come gli angeli del Cielo? Ridicolo, tutto ciò è semplicemente ridicolo, dimostrando una scarsa conoscenza anche dell’arte occidentale oltre che del Nuovo Testamento, in un raffronto privo di qualsiasi sensatezza al limite, o forse superandolo, del rispetto che si dovrebbe avere anche in quanto docenti universitari nei confronti di chi ascolta, legge e osserva.

Aggiornato il 04 dicembre 2022 alle ore 09:57