Perché la Juventus penalizzata e le altre no (finora)

Molti stentano a capire, pur se appassionati di calcio, quali siano i meccanismi che hanno portato alla penalizzazione della Juventus e invece – per ora – a salvare altre squadre di calcio che hanno avuto in diverso modo scambi di giocatori con la stessa.

Occorre dire innanzitutto che mentre la Juventus è una società per azioni, non tutte le altre società lo sono: ciò significa che queste ultime non sono sottoposte al controllo della Consob, cioè della Commissione che controlla appunto le spa, le quali sono infatti sottoposte a maggiori vincoli allo scopo di tutelare gli azionisti.

Orbene, proprio per questa situazione societaria diversa, la Juventus è stata sottoposta a controlli della Consob e della Procura presso il Tribunale di Torino, controlli invece assenti per le altre squadre che non sono società per azioni.

Un anno fa, il problema delle plusvalenze, emerso per molte società, era stato archiviato perché si disse giustamente da parte degli organi di giustizia sportiva che non esiste un metro oggettivo di valutazione del valore di mercato del cartellino di un calciatore, in quanto troppe e diverse sono le variabili da mettere in conto.

Oggi, invece, la giustizia sportiva deve occuparsi di fatti nuovi che sono quelli emersi dalle intercettazioni trasmesse dalla Procura di Torino, con numerose dichiarazioni di consiglieri di amministrazione della Juventus i quali, conversando fra di loro, si raccontavano come e quanto avessero gonfiato indebitamente diverse plusvalenze.

Ecco perché si è proceduto alla revocazione della precedente archiviazione: perché sono emersi fatti nuovi per mezzo delle dichiarazioni dei dirigenti juventini che hanno assunto il valore di una vera e propria “confessione” e che perciò non potevano essere ignorati.

A ciò si aggiunga il cosiddetto libro nero di Fabio Paratici, trovato e sequestrato dalla Procura, ove venivano annotate tutte le acrobazie di bilancio dei dirigenti juventini.

Tutte queste notizie sono assenti nel caso delle altre squadre, le quali, non essendo società per azioni, non hanno subito le intercettazioni destinate alla Juventus e pare non abbiano libri di nessun colore (forse).

Si badi. Nel momento in cui scrivo potrebbe anche essere che la Procura di Bergamo o di Genova stiano assumendo informazioni sulle rispettive squadre, ma al momento ciò non è noto e comunque potrebbero non farlo per il semplice motivo che mentre la Procura di Torino deve tutelare gli ignari azionisti danneggiati dalle plusvalenze fittizie, le altre Procure non hanno questo compito.

Ci si chiede anche perché siano stati inflitti alla Juventus 15 e non 9 punti di penalizzazione, come richiesto dal pubblico accusatore della Federazione.

Dalle motivazioni pubblicate pochi giorni fa, si evince che il giudice sportivo ha valutato come particolarmente gravi e ripetute nel tempo le infrazioni commesse da quei dirigenti, irrogando perciò una penalità superiore rispetto a quella richiesta: e in ciò nessuno scandalo.

Adesso verranno alla valutazione degli organi di giustizia sportiva le vicende relative agli stipendi ufficialmente non dovuti ai calciatori, i quali vi avrebbero rinunciato e che invece debbono essere corrisposti, come hanno dimostrato non solo le scritture ritrovate e sequestrate, ma anche le dichiarazioni testimoniali di diversi calciatori. Anche in questo caso, i bilanci sarebbero stati alterati, sgravandoli del passivo costituito da quelle somme apparentemente non dovute, ma in realtà da corrispondere. Il problema anche in questo caso sta nel fatto che alterare un bilancio occultando un passivo significa truffare gli azionisti facendo loro credere che ogni azione valga una certa somma, che invece è fasulla, perché derivante da un passivo artatamente diminuito. Così ogni azionista crede di aver in mano, poniamo, dieci euro ogni azione posseduta e invece ne ha soltanto sette o sei.

Altri punti di penalizzazione? Probabilmente, ma non si sa quanti ovviamente.

La cosa sorprendente sta nella circostanza che irregolarità del genere non solo venivano consumate per anni in modo continuativo, ma nessuno dei responsabili si curava davvero e accuratamente di cancellarne le prove. Anzi. Nel libro nero di Paratici, ogni manovra indebita veniva registrata, il che è davvero incredibile.

Insomma, sorprende la ripetuta violazione delle norme civili e federali. Ma sorprende ancor di più il senso di impunità che trapela dal modo spregiudicato con cui tali violazioni venivano consumate. Annotandole una per una. A futura memoria, sì. Ma della Procura (non solo federale).  

Aggiornato il 09 febbraio 2023 alle ore 09:25