Sinonimi e contrari

Negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso fu chiaro come l’Atlantismo e l’Europeismo fossero dei sinonimi. Furono gli Stati Uniti d’America, nell’ottica del Piano Marshall, a spingere verso la costituzione dell’Oece, l’Organizzazione per la cooperazione economica europea. Difatti, non vollero vedere dispersi tra le diverse burocrazie nazionali gli sforzi economici da loro messi in campo per la ricostruzione dell’Europa, distrutta dal Secondo conflitto mondiale.

Dai successi e dagli insuccessi di quell’esperienza nacque la spinta per tutto il successivo processo d’integrazione. Dalla necessità di costruire il “pilastro europeo” dell’Alleanza Atlantica sono sorte tutte le proposte seguenti per tentare di avere una “difesa europea”. Purtroppo, le esigenze sentite dal Pentagono, cioè avere un’interfaccia coordinata da questa parte dell’Atlantico, sono spesso rimaste frustrate dalle velleità nucleari dell’“esagono”: la Francia sciovinista. Poi, negli anni Settanta e i primi anni Ottanta di quel secolo, l’“eurocomunismo” di Enrico Berlinguer e Giorgio Amendola, malgrado le dichiarazioni non prive d’ambiguità, volsero l’Atlantismo e l’Europeismo da sinonimi a contrari.

Adesso, la presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, vola a Varsavia, per incontrarsi con il primo ministro polacco, Mateusz Jacob Morawiecki, e condividere con lui l’idea di un’Europa della sussidiarietà, che lasci alle nazioni quanto sono in grado di fare meglio, secondo le proprie tradizioni, ma che allo stesso tempo deleghi all’Unione europea quel che esse non sono all’altezza di gestire in ordine sparso.

Successivamente, andrà a Kiev, per incontrare il presidente ucraino, Volodymyr Zelens’kyj e trattare il sostegno dell’Italia alla guerra d’indipendenza dell’Ucraina contro il tentativo d’invasione russa. Appare, ictu oculi, come l’Atlantismo e l’Europeismo siano di nuovo sinonimi. In una Unione europea sussidiaria, della quale la Polonia è la principale frontiera orientale, per la quale l’Ucraina combatte e a cui non vede l’ora d’aderire, proprio la difesa è la principale materia che le nazioni debbono sia mettere in comune che gestire solidalmente, con forze armate supernazionali.

Aggiornato il 22 febbraio 2023 alle ore 09:29