“Maledetti americani”: storia di un pregiudizio

Sebbene non sia prevista una sua ristampa, in questo lungo periodo dominato dalla guerra in Ucraina consiglio di cercare e leggere “Maledetti americani”, un breve saggio sulle radici di un diffuso antiamericanismo che da molto tempo alberga in Italia. Antiamericanismo a cui si legano i filoni complottistici dell’anti-establishment e dell’anticapitalismo, che vedono nell’Occidente guidato dallo zio Sam il nemico per antonomasia.

Lo stesso autore, Massimo Teodori, in una recente intervista divulgata su YouTube, ha paragonato tale antiamericanismo a un fiume carsico il quale, di quando in quando, appare in superficie in tutta la sua potente suggestione, tale da convincere non pochi italiani circa i suoi granitici fondamenti.

Ovviamente, come in tutte le cose che hanno un risvolto politico e mediatico, c’è chi crede in buonafede alle sue applicazioni del momento – come quella che racconta la storiella di una Russia costretta dall’imperialismo della Nato a invadere l’Ucraina – e chi ci specula cinicamente, sperando di vendere qualche copia in più o prendere qualche voto aggiuntivo a urne aperte (ogni riferimento a Silvio Berlusconi è puramente casuale).

Sta di fatto che da parecchi decenni a molte persone il sistema americano fondato sull’individualismo, su una società orizzontale – così come spesso sottolineato da quel gran conservatore di Giuseppe Prezzolini – e su un pragmatismo che fa impallidire i nostri proverbiali bizantinismi non è mai andato a genio. Tanto è vero che, applicando alla perfezione il principio secondo cui “il nemico del mio nemico è mio amico”, la storica avversione per i cattivoni a stelle e strisce è riuscita nel miracolo di unire Marco Travaglio e il Cavaliere di Arcore, in cui il primo ha pubblicamente apprezzato le imbarazzanti e assolutamente inopportune dichiarazioni di Berlusconi contro Volodymyr Zelensky.

D’altro canto, per chi avversa da sempre il cosiddetto sogno americano, considerandolo uno specchietto per le allodole a uso e consumo della spietata demoplutocrazia statunitense, che c’è di meglio che eleggere a modello ideale di libertà un regime che manda in galera gli oppositori, a essere buoni, e che cambia la sua Costituzione per consentire al suo attuale presidente, che molti chiamano zar, di restare in carica vita natural durante?

Niente, ovviamente, in confronto a ciò che avviene nell’Occidente comandato a bacchetta dalla Casa Bianca, in cui non si sa più dove rinchiudere i milioni di cittadini vittime della repressione. L’unica speranza per l’Italia e l’intera Europa, a questo punto, è che le truppe russe riescano a sconfiggere i veri oppressori, ossia gli imperialisti d’Oltreoceano, riportando la libertà nel Vecchio Continente. Credere, obbedire, combattere!

(*) Massimo Teodori, “Maledetti americani. Destra, sinistra e cattolici: storia del pregiudizio antiamericano”, Mondadori, pagine 144, 8,40 euro

Aggiornato il 24 febbraio 2023 alle ore 13:01