Si scrive Obama, si legge Schlein

Non è nera, ma piace ai giovani rivoluzionari da sottosopra. I leoni da salotto. Già, perché le percezioni, in questo 2023, ormai sono ribaltate. L’uomo bianco, etero, magari credente, con macchina familiare da riempire con una vagonata di pargoli più moglie, è diventato l’eccezione. Qualcosa che non tira. Non è di moda. Il gender conta di più se fluido e l’ambientalismo esiste davvero, se hai un bel conto in banca, in modo da resistere alle assurde imposizioni di una politica miope. È la politica delle Ztl, più o meno il confine del radicalismo chic.

L’anticlassista is back in town. Il mainstream ha il suə nuovə simbolə. È il ritratto di un mondo che cambia. Si trasforma. Ed ha un nome e un cognome: Elly Schlein. Ha vinto le primarie del Partito Democratico ed è tutto un programma. Rappresenta il peggior vizio democrat e, come il suo eroe Barack Obama, punta a rivoluzionare da outsider il più grande partito progressista italiano.

Obama è nelle sue stelle. Il suo mito. Nel 2008 partecipò come volontaria alla sua campagna elettorale per le elezioni presidenziali statunitensi. È mezza americana, ma piace anche ai comunisti. È ebrea, ma piace anche ai filo-palestinesi. Piace ai giovani e ai meno giovani col pugno chiuso, quelli che falce e martello non si toccano. È fluida anche in questo. È l’eroina dei centri storici. È la domina dei grandi centri urbani. La pancia dell’universo progressista è sua. In netto scollamento con la classe dirigente. Dati alla mano, infatti, i voti dei circoli dicevano altro. Un tema che farà discutere. E con cui Schlein dovrà confrontarsi.

Aggiornato il 28 febbraio 2023 alle ore 10:01