L’ideona di Elly: il sabato antifascista

Elly Schlein, appena chiamata al capezzale di un Partito Democratico morente, s’inventa il sabato antifascista. Sai che novità. Incombe il pericolo fascista? Chi lo dice? Lo dicono loro, i “compagni” progressisti della sinistra al caviale. Ma non lo confermano coloro che di sicurezza dell’ordine democratico ne capiscono. Certo, l’eversione e gli estremismi rappresentano ancora una minaccia reale per il nostro Paese, parola di 007. Eppure, troppo spesso negli ultimi anni, abbiamo corso il rischio di annegare nel mare magnum di chiacchiere e propaganda a cui ci ha abituato la sinistra di governo e di potere.

Quante volte ci è toccato ascoltare la barzelletta dell’allarme per il ritorno della minaccia fascista? L’ultima è di qualche giorno fa con la montatura, francamente indecente, del rigurgito fiorentino del fascismo al solo palesarsi di una scazzottata fuori scuola tra militanti di destra e di sinistra. Pantomima amplificata dalla diffusione sui social della lettera/circolare scolastica della dirigente del liceo scientifico Leonardo da Vinci di Firenze, Annalisa Savino. La stimata preside, facendo strame della verità storica, ha avuto l’ardire di scrivere che “il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti”. Ad ascoltare tali perle di saggezza il compianto Renzo De Felice si sarebbe rivoltato nella tomba. La poco attenta preside Savino deve aver bigiato la suola quando, nelle ore di Storia, l’insegnante spiegava le origini del fascismo in Italia. Se avesse studiato, mai avrebbe pronunciato una corbelleria delle dimensioni di quella impressa sulla carta intestata della sua scuola. Ma questa è l’Italia avvelenata culturalmente dalle scorie post sessantottine della “fantasia al potere”.

Se, invece, ci si volesse informare sul grado e sul tipo di pericoli che corre la nostra claudicante democrazia bisognerebbe affidarsi alla lettura dei documenti giusti, non dei fogli propagandistici degli agit-prop pagati con i denari dei contribuenti. Nel novero dei “Paper” di più alta affidabilità vi è la relazione annuale che il Dipartimento per la Sicurezza della Repubblica (Dis) presenta al Parlamento. Il Report, reso pubblico l’altro ieri e riferito all’annualità 2022, non fa eccezione alla regola sulla serietà del contenuto. E cosa dicono gli esperti dell’intelligence sulle minacce provenienti da fonti eversive ed estremistiche? Che, sulla base delle evidenze acquisite, le minacce sono concrete, destano preoccupazione e provengono in massima parte dall’area dell’anarco-insurrezionalismo che è un’estensione del radicalismo a sinistra. Tali minacce presentano un taglio fortemente provocatorio e sono mirate a caratterizzare la lotta al sistema, perseguita attraverso la metodologia dell’“azione diretta distruttiva”. L’attivismo anarchico, sebbene ancora atomizzato in una molteplicità di gruppi spontanei, tende a muoversi con sufficiente omogeneità su due direttrici tematiche afferenti all’antimilitarismo e alla contrapposizione allo Stato repressivo. Temi trasversali dell’insurrezionalismo di matrice anarchica restano il contrasto al progresso tecnologico e alle nocività ambientali.

Di recente, osservano dal Dis, la “lotta alla repressione” ha ricevuto nuova linfa dal complicarsi della vicenda di Alfredo Cospito, leader della Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale (Fai/Fri), in sciopero della fame da qualche mese per protestare contro l’applicazione a suo carico del regime carcerario del 41/bis. Proprio la vicenda Cospito ha offerto agli investigatori l’opportunità di andare in profondità nella comprensione del fenomeno della “solidarietà rivoluzionaria” che si è manifestata anche fuori dall’Italia mediante attentati diretti a colpire fisicamente uomini e donne delle istituzioni pubbliche italiane in missione all’estero. In particolare, è stata osservata una riattivazione operativa significativa dell’anarchismo sull’asse euro-mediterraneo che ha interessato la Spagna e la Grecia oltre all’Italia. Al riguardo, è stata evidenziata la sua accresciuta pericolosità, determinata dall’intensificarsi delle sinergie operative dei gruppi insurrezionali italiani con quelli degli altri Paesi. È stato il caso dell’attentato incendiario compiuto ad Atene, nella notte del 2 dicembre, ai danni dell’autovettura privata di una rappresentante diplomatica italiana, rivendicato in lingua greca sul web, in solidarietà a Cospito, dall’evocativa sigla “Nuclei di Vendetta Carlo Giuliani” (fonte: Relazione 2022 Dis).

Ma l’azione sobillatrice del movimentismo anarchico ha nel mirino ben altri target. In primis, le “Grandi opere”, legate all’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) finanziato dall’Unione europea. La minaccia eversiva non si limita all’insurrezionalismo anarchico. Nel nostro Paese è rimasto vivo, sebbene in forme numericamente residuali, una vena estremistica legata all’ideologia marxista-leninista. Gli obiettivi di questa frangia insurrezionalista sono centrati maggiormente sulle tematiche della lotta al dominio capitalista e all’atlantismo, vissuto dai “rivoluzionari” come braccio armato dell’imperialismo statunitense. L’occasione del conflitto russo-ucraino ha offerto agli ambienti marxisti- leninisti l’opportunità d’inquadrare in una nuova chiave di lettura – la solidarietà ai popoli vittime dell’imperialismo – il sostegno alla resistenza palestinese e curda. Permane, tuttavia, nelle corde dell’estremismo radicale di sinistra la tentazione a riproporre a fondamento degli schemi di rottura degli equilibri sociali l’anacronistica contrapposizione di classe. A cavallo tra l’insurrezionalismo anarchico e l’estremismo violento della sinistra marxista-leninista si colloca la realtà magmatica del movimentismo antagonista. Tale frazione eversiva, secondo l’intelligence, ha focalizzato il proprio messaggio rivoluzionario sulle contraddizioni del sistema socio-economico che generano nuove povertà. Si legge nella relazione: “Nella lettura antisistema, il tema della guerra è stato strumentalmente intrecciato ad altre, tradizionali campagne antagoniste, in una prospettiva strategica d’intersezionalità delle lotte”.

In concreto, il brodo di coltura dell’antagonismo si nutre di una narrativa che tiene tutto dentro: dall’antimilitarismo, alle problematiche lavorative, al carovita, al sostegno ai migranti, alla questione ambientale, fino al dossier energetico. Le acquisizioni informative degli 007 tendono ad attribuire agli antagonisti l’intento, nei fatti velleitario, di creare cartelli mobilitativi il più possibile unitari e coesi in grado di attribuire maggior peso e visibilità alle proteste (fonte: idem).

Ora, se tutto questo accade a sinistra quali pericoli si sono palesati dall’altra parte, nell’area del radicalismo di destra? Per gli investigatori, l’estrema destra, dopo la pagliacciata dell’assalto alla sede della Cgil a Roma il 9 ottobre 2021, è impegnata a rilanciare la propria presenza sul territorio e a recuperare il consenso perduto. È stata rilevata una confluenza, benché disomogenea, con aggregati No Vax e No Green Pass in vista di un ritorno alla “piazza”, eretta a simbolico τόπος di contrapposizione al “Palazzo”. Resta attiva una pulviscolare nebulosa di aggregazioni di più marcata caratura nazifascista e skinhead che ciclicamente dà segno di esistenza in vita in occasione di manifestazioni commemorative, di avvenimenti musicali d’area e di eventi calcistici.

Di tali effettive dimensioni sarebbe l’incombente pericolo fascista, brandito strumentalmente dalla sinistra per nascondere agli occhi dell’opinione pubblica le proprie falle ideali e progettuali. Per comprendere a pieno l’entità dello pseudo-fenomeno del fascismo risorgente è sufficiente leggere il report delle operazioni condotte dagli organi di polizia nel 2022 nei confronti delle cosiddette correnti xenofobe dei suprematisti e degli accelerazionisti: 21 giugno, Terracina (Latina) – due ventenni, ritenuti vicini a un noto gruppo “accelerazionista” internazionale che diffonde materiale neonazista, antisemita e cospirazionista (è emerso che i soggetti visionavano anche filmati di Daesh con indicazioni su come maneggiare armi bianche e assemblare ordigni esplosivi); 27 ottobre, Bari – un giovane di 23 anni dichiaratosi il referente in Italia di un’organizzazione suprematista statunitense (il giovane, oltre a detenere testi d’ispirazione nazionalsocialista, consultava un sito internet che trasmetteva brani musicali d’incitamento al jihad riferibili a Daesh); 30 novembre, Genova – tre ragazzi di 21 anni che, su piattaforme di messaggistica on-line, diffondevano materiale propagandistico di ultradestra, ma anche di matrice jihadista, riproponendo video di torture e di decapitazioni eseguite da militanti di Daesh.

Tale è il pericolo per la democrazia che proviene da destra, stando alle rilevazioni dei nostri 007. Ora, delle due l’una: o pensiamo che la nostra intelligence sia una gabbia di matti e incapaci o prendiamo atto che tutto ciò che finora abbiamo udito provenire dalla sinistra lagnosa su fantomatici rigurgiti fascisti sia stato ciarpame demagogico a uso propagandistico. Di certo, i “compagni” farebbero bene a piantarla con l’al lupo-al lupo. Se ne facciano una ragione, non incantano più nessuno con la caricatura del fascismo che starebbe nel pugno di uno scalmanato.

Aggiornato il 02 marzo 2023 alle ore 10:03