Pagina 1 - Opinione del 2-8-2012

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Direttore ARTURO DIACONALE
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Giovedì 2 Agosto 2012
delle Libertà
Il laboratorio siciliano alla fine è stato un disastro
i dice da sempre che la Sicilia sia
un laboratorio dove si sperimen-
tano e si realizzano delle formule
politiche che anticipano quelle che
trovano una successiva applicazione
a livello nazionale. Se così fosse la
vicenda del governatore dimissio-
nario Raffaele Lombardo lascereb-
be pensare che la politica italiana
sia destinata al fallimento definitivo.
La speranza, quindi, è che la diceria
sulla vocazione siciliana ad antici-
pare la politica nazionale si riveli
sbagliata . E che a Roma sia rispar-
miata la ripetizione della grottesca
vicenda di un personaggio che era
stato eletto alla presidenza regionale
da una maggioranza di centro de-
S
stra e che nel corso di una trava-
gliata legislatura finita per fortuna
in anticipo è riuscito a cambiare più
volte lo schieramento di riferimento
finendo con l’essere scaricato anche
da quell’Udc e quella parte del Pd
che lo avevano tenuto artificiosa-
mente in vita a dispetto delle indi-
cazioni del corpo elettorale.
L’auspicio, allora, è che la poli-
tica nazionale non abbia nel pro-
prio futuro un qualche fallimentare
Raffaele Lombardo. Perché se così
fosse vorrebbe dire che il paese sa-
rebbe condannato alla frammenta-
zione totale, ad una inguaribile go-
vernabilità ed al più drammatico
caos.
Ma la vicenda del governatore
dimissionario non può suscitare so-
lo la speranza e l’auspicio che non
ci siano imitatori di sorta. Impone
anche una riflessione sull’autono-
mismo siciliano. Non fosse altro
perché Lombardo ha deciso di
chiudere il suo discorso di dimis-
sioni lanciando la proposta di una
secessione della Sicilia dallo stato
nazionale.
La riflessione è che di fronte alla
provocazione di Lombardo le forze
politiche responsabili siciliane e na-
zionali debbono avere il coraggio
non solo di respingere con la mas-
sima energia l’urlo disperato di chi
aveva avuto una grande occasione
e l’ha completamente sprecata. Ma,
soprattutto, di affermare che se si
vuole evitare di ripetere a Roma il
disastro di Palermo è indispensabile
stabilire come alla radice dei mali,
dei ritardi e delle enormi difficoltà
della Sicilia in particolare e del me-
ridione in generale ci sia l’idea se-
condo cui la grande autonomia del-
l’isola e quella più ridotta delle
regioni del Sud debbano significare
solo clientelismo, assistenzialismo
e moltiplicazione di centri di spesa
del tutto incontrollati dallo stato
centrale.
Non si tratta di riesumare un
centralismo ormai antistorico.
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2
Borsellino,Scarpinatoe lamagistraturapoliticizzata
lcuni magistrati italiani agi-
scono seguendo – forse perfi-
no inconsciamente – le dinamiche
proprie dell’agone politico .
Tutta di sapore politico è in-
fatti l’iniziativa di ben150 magi-
strati che hanno scritto una peti-
zione pubblica indirizzata al
Consiglio superiore della magi-
stratura allo scopo di protestare
contro l’azione disciplinare che ta-
le organo sembrerebbe aver avvia-
to nei confronti del Procuratore
generale di Caltanissetta Roberto
Scarpinato.
Cosa si rimprovera a Scarpina-
to? Semplicemente di avere, il 19
luglio scorso, in occasione del di-
A
scorso pronunciato per l’anniver-
sario dell’uccisione di Borsellino,
concluso parlando di autorità se-
dute in prima fila dalle quali ema-
nerebbe un puzzo di compromes-
so morale con la mafia.
Da qui, ovviamente, le reazio-
ni. E, ancor più ovviamente, le
controreazioni.
E dunque, l’iniziativa del Csm,
che in realtà non pare abbia dato
inizio ad una vera azione discipli-
nare, viene additata come una pe-
ricolosa intrusione nella libertà di
espressione del magistrato, di cui
invece i 150 colleghi auspicano la
piena libertà di manifestare il pro-
prio pensiero.
Orbene, si impongono due os-
servazioni. La prima. Questi 150
magistrati ritengono che l’aver
usato quelle espressioni – in verità
alquanto impegnative – che evo-
cano un «puzzo di compromesso»
a proposito di alcuni esponenti
delle autorità sedute in prima fila,
rappresenti, per Scarpinato, il nor-
male modo di espressione del pen-
siero; in particolare ritengono che
non ci sia nulla di male a pronun-
ciare quelle parole in pubblico
davanti ad alcune centinaia di per-
sone per poi farle pubblicare da
tutti i quotidiani la mattina suc-
cessiva.
Ritengono insomma che non
ci sia alcun effetto diffamatorio.
Avrei qualche dubbio in pro-
posito, anche perché l’esperienza
ci dice con quale e quanta severità
quegli stessi magistrati che forma-
no i tribunali giudicanti son sol-
leciti poi a condannare a rilevanti
risarcimenti – spesso di decine e
decine di migliaia di euro – quei
giornalisti e commentatori che in-
dulgono ad espressioni certo assai
meno pesanti.
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2
di
VINCENZO VITALE
150 giudici firmano
un appello contro
il pm di Caltanissetta.
Che ricordando
via D’Amelio aveva
parlato delle autorità
sedute in prima fila,
dalle quali proveniva
puzzo di compromesso
morale con la mafia
di
ARTURO DIACONALE
Si è sostenuto
da più parti che sull’isola
si stesse testando
il futuro degli equilibri
nazionali. Se così fosse
la vicenda di Lombardo
lascerebbe pensare
che la politica italiana
sia destinata
al fallimento definitivo
Vendola concede lamano a Casini
K
L’impressione è quella dello
spettatore sinistroide seduto di fronte
al computer. Apre internet e inizia a
dire: “Vi prego, dite qualcosa di sini-
stra!”. Cambiano i tempi e i mezzi di
comunicazione di massa, ma il cele-
berrimo monito di Nanni Moretti, che
rimproverava a D’Alema di farsi met-
tere sotto da Berlusconi nel salotto di
Porta a Porta un secolo politico fa,
sembra ancora attuale. Tra propagan-
dismo e polemiche, Di Pietro sta an-
dando alla “deriva” secondo Nichi.
Chi invece rimane saldo, per il leader
di Sel, è il Pd: «Siamo disponibili a la-
vorare con i Democratici per co-
struire la coalizione della speranza».
Vendola apre ai moderati, Casini in-
cluso silurando Di Pietro. E pensare
che neanche tre mesi fa la situazione
era opposta: a fine giugno infatti i
due leader alternativi al Pd cercavano
di rilanciare una “Vasto 2”. Oggi pen-
sare ad un tavolo dove siedano in-
sieme Casini e Vendola è possibile
forse solo il giorno di Natale, per altro
seduti pure lontano, uno col panet-
tone, uno col pandoro.