Page 3 - Opinione del 02-11-2012

II
POLITICA
II
I grillini respingono
l’offerta dell’Udc
di
ROSAMARIA GUNNELLA
on escludo affatto la pos-
sibilità di discutere con
Cinque Stelle la presidenza del-
l’Ars». Così, il senatore Gianpiero
D’Alia, coordinatore e leader
dell’Udc in Sicilia lancia la proposta
di affidare la seconda carica della
Regione siciliana al Movimento di
Grillo che, con i suoi quindici de-
putati, è il primo gruppo al Parla-
mento siciliano. Un’offerta nel ri-
spetto della democrazia, secondo il
leader del partito di Casini, perchè
«
se i siciliani hanno mandato in
Parlamento esponenti del Movi-
mento Cinque Stelle, questi hanno
il dovere di rappresentare la Sicilia
e concorrere a migliorarla. Non so-
lo con le telecamerine». È solo un
atto di generosità democratica o
una mossa politicamente strategica
per mettere un’ipoteca sugli atteg-
giamenti futuri dei “cittadini” di
Grillo? Già, perché la scelta per la
poltrona più importante di Palazzo
dei Normanni potrebbe essere il
primo passo per garantirsi una
maggioranza in Aula, dove il neo
presidente Crocetta può contare so-
lo 39 deputati su 90. Altro che «di-
scontinuità politica nel modo in cui
si maneggiano le istituzioni», come
ha affermato D’Alia che, oltretutto,
ha fatto i conti senza l’oste. La se-
duzione sui “cittadini” di Grillo, in-
fatti, sembra non avere funzionato.
«
N
«
No grazie» all’offerta della pre-
stigiosa carica ha risposto il porta-
voce del M5S Giancarlo Cancelleri
che, invece, rilancia, proponendo
Concetta Raia (Pd) a presidente
dell’Ars: «Temo che questa propo-
sta sia fatta per bloccare una voce
libera fuori dal coro. Vogliamo par-
lare di progetti, non ci seducono le
poltrone. Quello di presidente
dell’Ars - continua Cancelleri - è
un ruolo ingessato, istituzionale e
ha pochi margini di manovra». Se
la proposta è stata rispedita al mit-
tente (D’Alia ha controreplicato ac-
cusando Cancelleri «di essere sol-
tanto un populista»), un sospiro di
sollievo, invece, lo avranno tirato
tutti gli altri componenti dell’As-
semblea, visto che l’obiettivo pri-
mario del M5S è la riduzione dra-
stica degli stipendi ai parlamentari
e di tutti gli altri privilegi. Di «una
proposta molto generosa da parte
del segretario D’Alia, ma davvero
esagerata», ha parlato Francesco
Cascio (Pdl), presidente uscente del-
l’Ars, mentre il neo governatore si-
ciliano, ribadendo la sua non inter-
ferenza sulla scelta del presidente,
ha invitato l’Assemblea ad un’ele-
zione democratica, «come segno di
una politica che non sia più rissa,
ma libero confronto tra tutti gruppi
parlamentari». Insomma, sono state
appena archiviate le elezioni ed, ec-
co, che il primo scoglio è affiorato
nel mare della politica siciliana.
ncredibile ma vero, gli elettori
siciliani non vanno a votare,
astensione del 53%, e Bersani
parla di vittoria storica del suo
partito, dimenticando che, per sua
stessa ammissione, il Partito del
quale è segretario nulla ha a che
vedere con il Partito Comunista
al quale, come tutti i comunisti
emiliani e romagnoli, è rimasto
molto affezionato.
La verità è sotto gli occhi di tut-
ti, la misera vittoria in Sicilia del
Cattocomunismo è stata determi-
nata dalla astensione che ha pena-
lizzato il centro-destra. Molti si
chiedono: “Ma Casini, che invoca
l’alleanza tra progressisti e mode-
rati, come farà a convivere con un
comunista dichiarato come Crocet-
ta, per giunta gay, abdicando alla
sua storica battaglia contro il rico-
noscimento delle coppie omoses-
suali, ed in particolare contro la
possibile adozione di bambini?”.
Per un attimo mi voglio con-
frontare terminologicamente con
la parola “democrazia”. L’espres-
sione trae origine dalla lingua greca
e vuol dire testualmente “governo
del popolo”. Con la maggioranza
dei cittadini che non vota, è possi-
bile conciliare il governo del popolo
nella sua interezza con l’espressione
di una minoranza? Gli esperti con-
cilianti diranno che l’espressione
del voto è libera, ragione per la
quale il non voto non può rendere
I
nulla la volontà di coloro che, sia
pure in minoranza, hanno votato.
Interpretazione corretta sotto il pro-
filo costituzionale, ma fondamen-
talmente errata sotto il profilo so-
stanziale.
La verità è una e soltanto una
ed è che i siciliani (e gli italiani tutti)
non si riconoscono più in questo
sistema. Occorre una riforma vera
ed è quella della Repubblica Presi-
denziale, fino a non molto tempo
fa cavallo di battaglia del Cavaliere
e del Pdl. Ma è ancora sulla scena
politica Berlusconi, che a distanza
di 24 ore cambia strategia, richia-
mato al dovere da Napolitano, tra-
mite il cerimoniere Gianni Letta?
Ed il Pdl, massacrato dall’elettorato
disilluso, esiste ancora? Ho (e non
sono il solo) molti dubbi. I cittadini
di centro-destra, chiara maggioran-
za nel Paese, non vanno a votare
oppure scelgono l’opzione Grillo
per protestare proprio contro l’im-
mobilismo del partito nel quale
hanno creduto per diciotto anni. E
che fa il chierichetto Alfano? Dopo
essersi consultato con Berlusconi,
pronuncia la seguente frase “per
noi, il Governo Monti va avanti”.
Ma, Berlusconi, giustamente in-
cavolato per l’inadempienza del
duo Napolitano-Monti, rispetto al
contratto definitivo stipulato 24 ore
prima, non aveva comunicato agli
Italiani disperati per le tasse e le
bollette da pagare che avrebbe va-
lutato la possibilità reale di togliere
la fiducia al governo cosiddetto tec-
nico? Non si può ridere in presen-
za della drammatica situazione del
Paese ma non si può neanche
piangere in presenza di Politici
inetti e squalificati, quali sono
quelli attuali. Chi sia Monti lo
sanno anche le pietre, così come
sono note e l’appartenenza alla
potente loggia Massonica, nota ai
più e la sua predisposizione pro-
fessionale e non solo, ad agevolare
il sistema Bancario che sta strito-
lando i cittadini e le imprese, con
l’ovvia conseguenza recessiva cer-
tificata anche da Berlusconi, che è
quotidianamente deriso dallo stes-
so Monti che non esita a certifica-
re la impresentabilità internazio-
nale del Cavaliere ed al contempo
elogiare se stesso, con la propria
immagine quotidianamente acco-
stata non solo alla Merkel, ma an-
che a qualche Capo di Stato, quale
quello spagnolo, davvero nei guai.
Cavaliere, la prego, dica no al
Monarca, prenda le distanze da
Monti, schierandosi contro il si-
gnoraggio, ella che, nonostante
sia comproprietario di una Banca
non è accolto nei “Salotti buoni”
che tendono anzi a ridicolizzarla.
Solo così potrà recuperare un po-
sto d’onore nella memoria collet-
tiva, come sostiene il mio collega
Marra.
(
tit. sgro.)
Cavaliere, si ribelli aMonti
e a Re GiorgioNapolitano
assata la bufera “Sandy”, New
York riprende a vivere la sua
frenetica vita. E ricomincia a pieno
regime anche la campagna eletto-
rale “congelata” per tre giorni. Ba-
rack Obama può farsi forza della
gestione dell’emergenza. Un son-
daggio di Abc/Washington Post ri-
vela che 8 americani su 10 giudi-
chino bene la sua performance. E,
sempre a proposito di sondaggi, il
presidente in carica può essere con-
fortato dalla media dei rilevamenti
nazionali e locali effettuata da Real
Clear Politics. A soli tre giorni
dall’apertura delle urne, l’attuale
inquilino della Casa Bianca è te-
sta-a-testa nei sondaggi nazionali
(
un recupero, rispetto al leggero
svantaggio delle settimane scorse),
ma in lieve vantaggio negli “swing
states” che contano: nell’Ohio, do-
ve si giocherà la partita decisiva, è
avanti di 2,3 punti; in Colorado di
0,6
punti, nel Nevada di 2,6 punti,
nel Wisconsin di 3,7 punti, nell’Io-
wa di 2,2 punti. Se il voto andasse
come prevedono questi sondaggi,
Obama conquisterebbe la vittoria
aggiudicandosi 290 Grandi Elet-
tori, contro i 248 di Romney.
Ma non tutto è oro quel che
luccica, per il presidente uscente.
È vero che, in Ohio, il leader de-
mocratico è sempre stato in testa…
sino a questa settimana. Da alcuni
giorni a questa parte, però, l’isti-
tuto Rasmussen attribuisce a Rom-
P
ney un vantaggio di 2 punti. È un
dato in controtendenza. Come mi-
nimo rivela che la partita non è an-
cora chiusa nel “Buckeye State”.
Così come non la è nel Wiscon-
sin, terra del vicepresidente Paul
Ryan e del riconfermato gover-
natore repubblicano Scott Walker,
reduce dalla vittoria referendaria
contro i sindacati dei lavoratori
pubblici. E nemmeno nell’Iowa,
dove il più prestigioso quotidiano
locale, il Des Moines Register, ha
dato il suo endorsement al can-
didato repubblicano. Con una
mossa inattesa, la campagna di
Romney sta iniziando ad “aggre-
dire”, con spot televisivi e comizi,
anche tre stati finora solidamente
democratici: Michigan, Minneso-
ta e Pennsylvania, dove il candi-
dato democratico è sotto il 50%
delle preferenze.
Inoltre, come constata lo stra-
tega repubblicano Karl Rove (ar-
tefice della vittoria di George W.
Bush nel 2004), non ci sono solo
previsioni. Si deve tener conto dei
voti già dati nella tornata pre-elet-
torale. Nel campo di battaglia
principale, l’Ohio, si nota una certa
erosione dei consensi per i Demo-
cratici registrati (circa 181mila voti
in meno rispetto al 2008) e un au-
mento di quelli per i Repubblicani
(
quasi 76mila in più, sempre ri-
spetto al 2008). Fra gli elettori che
hanno votato prima del “super
martedì”, i giovani (sotto i 30 an-
ni) repubblicani battono quelli de-
mocratici di circa 3000 unità.
Dunque, se Obama contava di
guadagnarsi un margine elettorale
inattaccabile nei giorni del pre-vo-
to, queste cifre dimostrano che tale
margine non c’è più. Probabilmen-
te perché, come commenta lo sto-
rico Victor Davis Hanson, il “cool
factor” di Obama, cioè l’entusia-
smo unanime della classi pensanti
per il primo presidente nero e pro-
gressista, ecologista e pacifista, sta
rapidamente svanendo dopo 4 an-
ni di dura realtà.
STEFANO MAGNI
Obama è ancora in testa?
Le previsioni sono più incerte
Un legale neonazi
perWilliamson
K
Mitt ROMNEY
ltri guai in vista pe le già non
brillanti relazioni diplomatiche
tra Vaticano e Israele: il vescovo
negazionista della Shoah Richard
Williamson, recentemente cacciato
dai lefebvriani, ha scelto, secondo
notizie riportate dal sito Internet
Giornalettismo”, un avvocato
omeopatico” con le proprie idee:
Wolfram Nahrath, membro della
formazione di estrema destra Npd,
acronimo di Nationaldemokrati-
sche Partei Deutschlands. In gio-
ventù questo legale era stato anche
capo di Gioventù Vichinga, un’or-
ganizzazione ispirata chiaramente
alla non rimpianta Gioventù Hi-
tleriana. Secondo quanto riporta il
sito del quotidiano “Haartez”, il
precedente avvocato di Williamson
si è chiamato fuori dal suo collegio
di difesa inaspettatamente, merco-
ledì, appena poche settimane prima
che fosse in programma il processo
contro il prelato negazionista. Se-
condo un sondaggio della televi-
sione pubblica tedesca Ard, la mag-
gior parte della popolazione
tedesca considera il Npd un partito
non democratico e dannoso per
l’immagine del Paese. Il Npd è con-
siderato dai suoi oppositori politici
ed ideologici come un partito filo-
nazista, data la sua opposizione
ideologica nei confronti dei neri,
degli ebrei e dei musulmani. Gente
non proprio raccomandabile. In-
somma la cosa, lanciata proprio
A
dai quotidiani israeliani, rischia di
mettere altra benzina sul fuoco nei
già non facili rapporti con la Santa
Sede, che si ostina a chiamare Israe-
le “Terra Santa”, rievocando perio-
di non particolarmente amati dagli
ebrei come la storia delle Crociate.
E d’altronde anche i lefebvriani
pentiti, che hanno buttato fuori
Williamson, non sembrano essere
tutti molto meglio di lui, visto che
si rifiutano di sottostare alla visione
del mondo del Concilio Vaticano
Secondo, che proprio con gli ebrei
ha tentato di chiudere la stagione
del “deicidio”, accusa che ha, da
millenni, giustificato ogni forma
di antisemitismo successivo: da
quello nazista a quello islamista
di oggi. Williamson, che è inglese,
era stato condannato in aprile da
un tribunale tedesco al pagamen-
to di una multa di 10mila euro
per le dichiarazioni negazioniste,
ma il suo vecchio avvocato aveva
presentato richiesta di appello. Il
nuovo procedimento era stato fis-
sato per il prossimo 29 novem-
bre, ma il nuovo avvocato ha
chiesto immediatamente un rinvio
per poter esaminare meglio gli at-
ti processuali. Williamson, nella
succitata intervista, negava l’esi-
stenza delle camere a gas nei lager
nazisti e sosteneva che gli ebrei
uccisi fossero “soltanto” 300mila
e non sei milioni.
DIMITRI BUFFA
L’OPINIONE delle Libertà
VENERDÌ 2 NOVEMBRE 2012
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